tag:blogger.com,1999:blog-47283385554151895742024-02-21T10:27:03.792+01:00NeroVelenoControinformazione AnarchicaUnknownnoreply@blogger.comBlogger1301125tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-88500366788562782212017-01-25T12:21:00.004+01:002017-01-25T12:21:46.540+01:00<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZLP5EkOsWh2WaqT_XsLQFdhvvhLt4-2xeNzvTmYGiRkJyS2diKwG1noUbLciuHyDdYsZ1ESPB1g39aOpuyc9Q8kcgugS4v9knNQQKIhKaFyCmMF39YtR6bw3SeRCyYr6kbtPov4izKxY/s1600/Brescia+web.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZLP5EkOsWh2WaqT_XsLQFdhvvhLt4-2xeNzvTmYGiRkJyS2diKwG1noUbLciuHyDdYsZ1ESPB1g39aOpuyc9Q8kcgugS4v9knNQQKIhKaFyCmMF39YtR6bw3SeRCyYr6kbtPov4izKxY/s640/Brescia+web.jpg" width="452" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-64057147373123836652017-01-25T12:11:00.000+01:002017-01-25T12:30:59.666+01:00GERMANIA: MATERIALE SOLIDALE SUL PROCESSO A DUE COMPAGNE ANARCHICHE PER LA RAPINA ALLA PAX-BANK DI AACHEN<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjggANrSdm9qQUQ811aoTK3cQy-_jvXXIvy13s5pBi1JPylE9-q9f1BsIS28BJwBnDXSDVRJlClOeDtNQ-5G77pKvOrm5W8Jmbk1sIvJMalrC06ZBY6V9g4BWVqGkayJaZfx7JmgGA9Dh8/s1600/eyes-animated-gif-12.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjggANrSdm9qQUQ811aoTK3cQy-_jvXXIvy13s5pBi1JPylE9-q9f1BsIS28BJwBnDXSDVRJlClOeDtNQ-5G77pKvOrm5W8Jmbk1sIvJMalrC06ZBY6V9g4BWVqGkayJaZfx7JmgGA9Dh8/s640/eyes-animated-gif-12.gif" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiidqGc-7buBh-VAo27MoDd7g6snJx_ttVQZixm6q00nYfUttaZAGtzSRFeYW2xsEhpsul2PqLdMrEp39H8O6HXC8Z7afSeot-V7wLhgVgbWF5ay94nxo8dLC8KMAnkLOfs_RdQ33SiwdE/s1600/tumblr_nz5zdg69Ih1u1vkloo1_400.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:<br /><br />Il
23 gennaio inizia il processo ad Aachen (Aquisgrana) a carico delle due
compagne anarchiche arrestate a Barcellona negli scorsi mesi ed
attualmente imprigionate nelle carceri tedesche. Le compagne sono
accusate di una rapina ai danni di una Banca cattolica, la Pax-Bank,
avvenuta ad Aachen nel novembre 2014.<br /><br />Mettiamo a disposizione la
traduzione di un opuscolo uscito in Spagna per far conoscere meglio il
caso e la attuale situazione delle prigioniere [<a href="https://share.riseup.net/#MlUgR7FCR8upINmD62-1Ig" target="" title="">scaricabile a questo link</a> | pdf - 14 Mb]</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><i>Segue un testo di solidarietà e analisi:</i><br /><br /><b>Chiamata alla solidarietà!</b><br /><br />Le
compagne anarchiche, accusate di aver partecipato a un esproprio di una
succursale bancaria ad Aquisgrana nel novembre 2014, sono ancora
detenute in Germania in attesa dell’inizio del processo il 23 gennaio
2017. La compagna olandese, processata sempre per espropri a succursali
di banche nello stesso territorio, ad oggi è in libertà anche se la
procura ha presentato un ricorso dopo la sua assoluzione (per info <a href="https://solidaritatrebel.noblogs.org/informacio-sobre-el-cas/" target="" title="">https://solidaritatrebel.noblogs.org/informacio-sobre-el-cas/</a>)<br /><br />Da
Solidaritat Rebel vogliamo che sentano la solidarietà oltrepassare
frontiere, sbarre e mura e vogliamo mandare loro tutta la nostra forza e
complicità.<br /><br />Smascheriamo e segnaliamo tre attori importanti nel sequestro delle nostre compagne. <br /><br /><b>1) L’accusa: Pax Bank e i loro soci</b><br />Le
succursali bancarie dove avvennero gli espropri appartengono agli enti
Pax Bank e Aachener Bank. La Pax Bank è una banca legata, da quando fu
fondata da sacerdoti a Colonia durante la Prima Guerra Mondiale, alla
chiesa Cattolica e recentemente vincolata al mercato delle armi. Mentre
predicano umiltà, etica e morale, si riempiono le tasche vendendo armi
in guerre per le quali poi chiedono preghiere. Una dimostrazione
ulteriore dell’alleanza indissolubile tra Chiesa e Capitale (info qui)<br /><br /><b>2) I complici e i servi dello Stato: collaborazione tra Stati e i loro corpi di polizia </b><br />Dalla
KriminalPolizei e l’Ufficio Statale di Investigazione Criminale (LKA)
della Germania partirono ordini di raccolta di informazioni alle
polizie di altri Stati: per esempio, furono i Mossos d’Esquadra che
raccolsero dati per l’identificazione e la localizzazione delle nostre
amiche. Oltre a questo, l’Europol emise l’ordine di ricerca e cattura
che si concluse con l’estradizione in carceri tedesche delle nostre
amiche (portate dalla Bulgaria e da Karcelona). Le frontiere, ancora una
volta, sono reali solo per le povere, le ribelli, le migranti…; mai per
il ricco, le forze repressive o per il capitale.<br /><br /><b>3) Tecnologia del controllo sociale e repressione: nuove (e meno nuove) tecniche</b><br />Una
delle prove fondamentali per l’accusa è stato il campione di DNA
raccolto dai Mossos d’Esquadra a insaputa delle accusate. Un’altra delle
prove fu lo studio biometrico estratto dalle immagini registrate dalle
telecamere delle succursali e dei loro dintorni: forma della testa,
della mandibola, del modo di camminare… Tutta questa informazione
estratta dalle registrazioni che si accumulano giorno dopo giorno quando
passeggiamo per le nostre videosorvegliate strade.<br /><br />Tutto ciò
senza tralasciare il nostro odio e rifiuto verso le carceri in quanto
centri di punizione della dissidenza, il nostro odio verso i mezzi di
comunicazione in quanto generatori di realtà in complicità con il
Potere, Potere personificato nei partiti politici, banche, stampa
borghese, Chiesa e altri alleati dello Stato e del Capitale. Continuare
la lotta è il miglior modo per non consentire che pieghino le nostre
idee e le nostre pratiche ribelli, nonostante ogni colpo repressivo.<br /><br />Non
cadremo nel loro gioco di innocente o colpevole, non ci importa. Non
sono vittime, sono lottatrici, e in giorni come il prossimo 23 gennaio
quando inizia il processo, noi lo riaffermiamo una volta ancora,
rifiutando queste categorie e tessendo vincoli di solidarietà e
ribellione. Perciò, incoraggiamo tutte a solidarizzare con loro sabato
21 gennaio nelle strade dei vostri paesi, quartieri, città o villaggi
perché si renda visibile il caso che tiene sequestrate le nostre
compagne. (materiale: <a href="https://solidaritatrebel.noblogs.org/material-de-difusio/" target="" title="">https://solidaritatrebel.noblogs.org/material-de-difusio/</a>)<br /><br />Terremo il blog aggiornato con l’informazione che avremo dai nemici delle nostre compagne che sono anche i nostri.<br /><br /><b>LE ANARCHICHE ARRESTATE IN GERMANIA NON SONO SOLE<br />LE VOGLIAMO LIBERE<br />LE VOGLIAMO VICINE</b></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-38551462324960341912017-01-25T12:10:00.002+01:002017-01-25T12:30:21.367+01:00ROMA: SBIRRO CADE DURANTE UNO SGOMBERO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv_AHqCWArOXiW85ZGH_DY6758AoR_vdHa0tqr0pM33d2CjzBC7W-q7ZQALTMnN7Lk0u8jg8jLdlVIX27Gr-wsJWgmwbkVK1bJX4odNz95G0CD-g77oRQyjpNuUM3S59haH5LuZKeVeQ4/s1600/apple-keynote-2015-clapping.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv_AHqCWArOXiW85ZGH_DY6758AoR_vdHa0tqr0pM33d2CjzBC7W-q7ZQALTMnN7Lk0u8jg8jLdlVIX27Gr-wsJWgmwbkVK1bJX4odNz95G0CD-g77oRQyjpNuUM3S59haH5LuZKeVeQ4/s640/apple-keynote-2015-clapping.gif" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">dai media apprendiamo che:
</span></span></span><br />
<div class="post-content">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><br />
<h1 class="post-title entry-title" itemprop="name">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="http://www.secoloditalia.it/2017/01/sgomberi-a-roma-cede-una-grata-poliziotto-in-prognosi-riservata/" title="Sgomberi a Roma, cede una grata: poliziotto in prognosi riservata">Sgomberi a Roma, cede una grata: poliziotto in prognosi riservata</a></span></span></span></h1>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span>
<div class="entry-content" itemprop="articleBody">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È <b>in prognosi riservata</b> il poliziotto <b>caduto in una grata</b> mentre partecipava alle operazioni di sgombero di <b>un palazzo occupato</b>
a Roma. L’agente, precipitato perché la grata ha ceduto mentre ci stava
passando sopra, ha riportato diverse fratture e ferite ed è stato
ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Sant’Eugenio. </span></span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<h3>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il poliziotto caduto durante il sopralluogo</span></span></span></h3>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La polizia era intervenuta su chiamata di una guardia giurata per sgomberare <b>un palazzo di proprietà dell’Inpgi</b>, l’ente di previdenza dei giornalisti, in largo Loira, <b>all’Ardeatino</b>. Una cinquantina di aderenti ai <b>movimenti per la casa e alcuni stranieri</b>
lo stavano occupando. L’agente è caduto mentre stava svolgendo un
sopralluogo, dopo che almeno cinque attivisti erano già riusciti a
entrare. Dopo l’incidente, <b>gli occupanti sono scappati</b> e ora sono in corso le indagini.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<h3>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A Roma diversi sgomberi e tentativi di occupazione</span></span></span></h3>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L’occupazione del palazzo dell’Inpgi, che fu <b>affittato dall’imprenditore Scarpellini</b> (quello arrestato insieme al <b>fedelissimo di Virginia Raggi, Raffaele Marra</b>) per 2,1 milioni di euro e riaffittato al Comune per cinque volte tanto, arriva dopo <b>diversi sgomberi e tentativi di occupazione</b>
registrati a Roma negli ultimi giorni. Un paio di giorni prima era
stato sgomberato sulla Prenestina il complesso religioso dei padri
Monfortani sulla Prenestina, mentre un giorno prima c’era stato il
tentativo di occupare l’ex deposito Atac. </span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<pre><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span></span></span></pre>
<div class="themify_builder_content themify_builder_content-432206 themify_builder themify_builder_front" data-postid="432206" id="themify_builder_content-432206">
</div>
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-21201187513660626982017-01-25T12:10:00.001+01:002017-01-25T12:29:51.546+01:00VUOI VEDERE CHE..<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<h2>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vuoi vedere che…</span></span></span></h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB-3hHnnrFVx5rqHpG-MhmSKVmGDXuoc5Pbdig6v9nB8pCgc75UYsBlLGWiszvH8knqT7zBj032hnuFnT5jLjJmW9vg7Ca749HNE39pI1-D5h4zSzKNInQd04hqrpdOoqNrYeBqYbuRHk/s1600/7a7ead47a4ebbe04d6dc11bcac090b95317f0b8c_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB-3hHnnrFVx5rqHpG-MhmSKVmGDXuoc5Pbdig6v9nB8pCgc75UYsBlLGWiszvH8knqT7zBj032hnuFnT5jLjJmW9vg7Ca749HNE39pI1-D5h4zSzKNInQd04hqrpdOoqNrYeBqYbuRHk/s640/7a7ead47a4ebbe04d6dc11bcac090b95317f0b8c_m.jpg" width="468" /></a></span></span></span></div>
<h2>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span></span></span></h2>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Tratto da nobordersard</i></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<br />
<div class="entry-content">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Che siti e blog di compagni, dei movimenti e delle lotte in generale,
vedessero in primafila tra i visitatori sbirri di ogni risma è cosa
nota e assodata. Più volte è successo che in piazza i vari digossini si
lascino andare a commenti riferendosi ad articoli apparsi sui vari blog.
Così come succede di tanto in tanto che dalle pagine di gestione di
questi siti si notino visite di account non protetti della questura. Non
mancano neanche i commenti, questo blog ad </span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">esempio è spesso visitato da
militari che lavorano in Sardegna e che si sentono di dover dire la
loro, specialmente sugli articoli di cronaca. E’ successo anche che la
digos riuscisse a iscriversi alle mailing list dei compagni in modo da
non dover neanche entrare nelle caselle altrui per tenersi aggiornata.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span id="more-2134"></span></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia che stiamo per riportare però ci giunge nuova. Da più di
un anno si è ripreso a parlare con insistenza e interesse della fabbrica
di bombe di Domusnovas, ci sono state iniziative, ed è in corso da più
parti un lavoro di indagine e ricerca su quali siano le attività che si
svolgono aldilà dei muri alti tre metri che circondano i capannoni a
Matt’e conti. Questo lavoro ha prodotto dossier e articoli, e proprio da
uno di questi articoli giunge la curiosa novità; e cioè che la RWM ha
rintracciato l’autore di un articolo che riportava una lettera di una
dipendente della fabbrica e gli ha inviato una mail correggendo il ruolo
di una donna citata nel titolo dell’articolo. Una mail educata e pacata
firmata RWM Italia Spa. <i>Vuoi vedere che</i> si scopre un’ulteriore
similitudine tra sbirri e mercanti di guerra? Che oltre ad essere
fondamentalmente dei pezzi di merda sono anche tutti dei gran curiosoni?</span></span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-53449740041512383332017-01-25T12:06:00.003+01:002017-01-25T12:12:49.880+01:00SABOTAGGI PER LA RESISTENZA DELLA FORESTA DI HAMBACH<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo traduzioni da 325.nostate.net</span></span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM7QEvxkPZTvIl6u3cdtQYKbBYZ0MTIJYZ-59YYlXA_kM9Fq3OE5OyxVDu5HK3D_emV3a3U2IGg3r16LeeX8SIzd_hkAThYWLJts_NolL33jfMvXqCP28xtZerVI8qlVvqSBaamLjg3jo/s1600/14222109_937645559715192_8846614049957755490_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM7QEvxkPZTvIl6u3cdtQYKbBYZ0MTIJYZ-59YYlXA_kM9Fq3OE5OyxVDu5HK3D_emV3a3U2IGg3r16LeeX8SIzd_hkAThYWLJts_NolL33jfMvXqCP28xtZerVI8qlVvqSBaamLjg3jo/s400/14222109_937645559715192_8846614049957755490_n.jpg" width="281" /></a></i></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span>
<br />
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>NOVEMBRE 2016</b></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella notte del 25-11-16<br />
abbiamo messo in atto diversi attacchi incendiari coordinati contro<br />
la multinazionale energetica RWE nelle vicinanze della miniera di<br />
Hambach. Abbiamo ritardato la pubblicazione di un comunicato per<br />
ragioni strategiche.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo l’esplorazione della<br />
zona ci siamo divis* e abbiamo dato fuoco a 6 stazioni di pompaggio<br />
dell’acqua, 2 trasformatori, un’escavatrice e una centralina di<br />
smistamento elettrico.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le pompe hanno un ruolo</span></span></span></div>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></span></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><br />
chiave nell’infrastruttura della miniera e vengono utilizzate per<br />
abbassare il livello dell’acqua nel sottosuolo ed impedire<br />
l’allagamento della stessa. Normalmente sono fatte da un tubo fuori<br />
da terra e una centralina, il tutto circondato da una rete.</span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Abbiamo aperto la rete con<br />
una trancia e abbiamo piazzato dei semplici inneschi incendiari a<br />
tempo e un mucchio di camere d’aria delle bici per assicurarci che<br />
le fiamme si espandano per bene.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gli inneschi erano formati<br />
da una candela fissata con un elastico molto forte ad un cubetto di<br />
diavolina. Le candele si sono consumate lentamente e hanno incendiato<br />
la diavolina appena abbiamo lasciato la zona in sicurezza.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo aver colpito la<br />
finestra di un’escavatrice per crearci un varco d’entrata ,<br />
abbiamo usato la stessa procedura per distruggerne la cabina di<br />
pilotaggio.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per i trasformatori e la<br />
centralina abbiamo usato delle ruote d’auto riempite con degli<br />
stracci zuppi di benzina. Le abbiamo piazzate sotto dei cavi scoperti<br />
e nei trasformatori. Nel giro di pochi minuti i nostri obiettivi sono<br />
andati in fiamme e mentre noi ce ne andavamo la centralina è esplosa<br />
in fiamme viola e scintille che si stagliavano per 10 metri nel cielo<br />
della notte.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nonostante tutto ciò abbia<br />
causato un blackout nell’area di 2 km, dell’attacco alla rete<br />
elettrica nei media locali non si è accennato ed l’accaduto è<br />
stato ridotto solo all’incendio di due trasformatori.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mentre la Megamacchina<br />
tecnoindustriale sovrasta, distrugge e inquina tutto ciò che è<br />
ancora selvaggio e bello, secondo noi, azioni del genere sono<br />
necessarie per rimanere coscienti e ricordarci che viviamo in mezzo<br />
alla distruzione e alla miseria della società moderna.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Di conseguenza l’unica via<br />
per goderci il paesaggio industriale è di strisciare tra l’erba<br />
alta e le ortiche per trovare un buon punto panoramico e osservare le<br />
colonne di fumo nero che si innalzano dalle infrastrutture e macchine<br />
della civilizzazione in fiamme.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Strizziamo un occhio di<br />
complicità all* prigionier* anarchic*:</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">alla compagna accusata della<br />
rapina di Aachen e a Kevin Garrido prigioniero di guerra cileno<br />
accusato di diversi attacchi esplosivi a Santiago.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per la moltiplicazione di<br />
attacchi contro RWE, per l’anarchia e la selvaticità!</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Morte alla civilizzazione!</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Briganti nella notte.</i></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<hr />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><br /><u>5 GENNAIO 2017</u></b><u><br />
</u><br />
</span></span></span><br />
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella notte del 5 Gennaio ho<br />
fatto una visita alla miniera a cielo aperto di carbone di Hambach,<br />
vicina ad Aachen. Il mio obiettivo era di distruggere i binari della<br />
ferrovia del carbone con un carico di Termite che ho rubato in<br />
un’altra compagnia industriale.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il Termite brucia ad una<br />
temperatura di circa 2500 gradi celsius mentre il ferro dei binari si<br />
scioglie intorno ai 1500 gradi celsius quindi il Termite crea molti<br />
danni se infiammato in modo adatto.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho scelto il posto in modo<br />
che potesse danneggiare il più possibile: nel punto in cui il treno<br />
si sposta nell’altro binario perché questa parte è unica e se<br />
vogliono sostituirla devono ricostruirla nuova in loco.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando sono arrivat* lì ho<br />
impostato tutto dopo aver controllato il mio obiettivo e la mia via<br />
di fuga. Ho messo il Termite in due vasi da pianta con un buco sul<br />
fondo in modo da incanalare nel posto giusto la miscela fusa. Il<br />
composto è facile da infiammare con petardi che verso la fine<br />
dell’anno puoi veramente procurarti ovunque. Ma per assicurarmi che<br />
tutti scoppino ne ho messi 20 in ogni punto.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho posizionato gli ordigni e<br />
li ho incendiati. Avevo appena acceso il secondo che ho visto le due<br />
luci di un treno in arrivo nella mia direzione. Ho avuto un sacco di<br />
tempo per far intercorrere un po’ di spazio tra me e la miscela<br />
fusa e guardare il treno passare sopra ad uno dei due vasi. I binari<br />
e il convoglio frontale erano coperti di Termite in fiamme e facevano<br />
un rumore ripetitivo delle ruote che colpivano la parte danneggiata.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo un’ultima occhiata a<br />
questo spettacolo me ne sono andat* di lì.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Saluti,</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Piromane contro<br />
RWE.</i></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<hr />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><u><b>8 GENNAIO 2017</b></u></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Durante quest’ultimo<br />
capodanno, mentre tutt* stavano festeggiando, abbiamo fatto una festa<br />
speciale delle nostre visitando la miniera di Hambach e mettendo in<br />
atto uno spettacolo carino per RWE rompendo qualche vetro per un<br />
“lucky new Fear”,(letteralmente: fortunata nuova paura).</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo aver camminato lungo i<br />
binari del treno che trasporta carbone dalla miniera alle centrali<br />
elettriche vicine, abbiamo incrociato due posti di manovra e un pacco<br />
di fili elettrici e abbiamo pensato che questi erano degli obiettivi<br />
perfetti per i nostri intenti maligni.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Abbiamo aperto i casotti con<br />
uno scalpello e abbiamo piazzato dentro 10 cm di camera d’aria<br />
riempita di vestiti zuppi di benzina e poi abbiamo spalmato l’interno<br />
del casotto con del gel combustibile per assicuraci che bruciasse per<br />
bene.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pensavamo che la festa fosse<br />
finita, ma tornando indietro ci siamo accorti di alcune luci<br />
invitanti da un rimorchio in una zona recintata. Affianco al<br />
rimorchio vi erano due ruspe parcheggiate con assoluto bisogno di<br />
manutenzione. Ci siamo assicurat* che il rimorchio fosse vuoto<br />
rompendone le finestre, poi abbiamo tagliato la rete e ci siamo<br />
subito mess* a mettere a posto l’areazione della ruspa rompendo le<br />
sue finestre, tagliando tutta la parte idraulica e aggiungendo<br />
qualche buco in più ai raffreddatori. Abbiamo anche versato dello<br />
sporco e del vetro rotto nei serbatoi del gas e con una trancia<br />
abbiamo tagliato le valvole delle ruote.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">200 metri più avanti<br />
abbiamo trovato una pala caricatrice e gli abbiamo riservato lo<br />
stesso trattamento e abbiamo anche svuotato un estintore, trovato<br />
dentro la cabina, nel suo serbatoio.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Secondo i media tutto ciò<br />
ha causato un danno di “decine di migliaia” di euro, facendone la<br />
festa più costosa di capodanno finora.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vogliamo mandare i nostri<br />
ringraziamenti a tutte quelle persone che ci hanno fornito una<br />
perfetta copertura audio sprecando enormi quantità di esplosivo,<br />
terrificando la natura selvaggia locale con uno stupido rituale<br />
capitalista.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
<div lang="zxx" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Criminal Mechanics<br />
Party (letteralmente: Festa criminale meccanica)</i></span></span></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-6883868348611540902017-01-25T12:04:00.000+01:002017-01-25T12:06:42.878+01:00FIRENZE: IA - INTELLIGENZA ARTIFICIERE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbjuGLeGF7lg7vUX-e2O2zA3KeYBmtHWRKHm0DSL72nz8G4JOzBjiVYCpbWLwFpBC0ucctOalGUvJQQnuTNclwgDenPuV8Gx-jRLgM2bFUA41Ng5WaNdWNYHJSYTBVKXzEVxw-2yQLBR8/s1600/75db3438af24bc6550be71aaa7107cb8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbjuGLeGF7lg7vUX-e2O2zA3KeYBmtHWRKHm0DSL72nz8G4JOzBjiVYCpbWLwFpBC0ucctOalGUvJQQnuTNclwgDenPuV8Gx-jRLgM2bFUA41Ng5WaNdWNYHJSYTBVKXzEVxw-2yQLBR8/s400/75db3438af24bc6550be71aaa7107cb8.jpg" width="250" /></a></div>
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:<br /><br /><b>IA: Intelligenza artificiere</b><br /><br />Nella
cronaca mediatica di questi ultimi giorni imperversa la glorificazione
dell’ eroico artificiere che, all’alba del primo gennaio 2017,
nell’esaminare un pacco sospetto lasciato davanti alla sede di una
libreria di fascisti di CasaPound, è stato vittima dell’esplosione<br />dell’ordigno
contenuto nel suddetto pacco. L’incauto sbirro ci ha rimesso la mano
sinistra e molto probabilmente anche l’occhio destro. Ora, al di là
delle considerazioni sulla sfortuna (l’artificiere è cieco ma la sfiga
ci vede benissimo) o sull’accortezza dell’operazione di disinnesco (la
tuta in dotazione gli avrebbe forse dato una mano), vi sono alcune altre
banalità di cui i giornali non parlano. Ad esempio, il fatto che se il
povero Mario Vece avesse scelto di fare il pasticciere invece di
sollazzarsi a giocare con possibile materiale esplodente, probabilmente
ora avrebbe entrambi le mani, sporche di crema. </span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Ha scelto lui di
fare quel lavoro, con i rischi del caso: probabilmente vi sono molte più
mani cadute sul banco di lavoro di un falegname che tra le fila di
addestrati artificieri (con tutto il corollario di tecnologia e droni
che questi si portano appresso). Eppure per gli altri si tratta di
insignificanti incidenti sul lavoro: se uno sbirro si fa la bua, invece,
apriti cielo. Ci siamo dimenticati qual è la funzione delle forze
dell’ordine all’interno di questa organizzazione sociale?<br />Lo sbirro è
l’esecutore materiale dell’autorità. E’ colui che viene pagato per
mantenere inalterato l’ordine imposto sui molti dai pochi che detengono
il potere di legiferare. E’ colui che lavora per preservare gli attuali
rapporti di subordinazione e miseria umana, sociale, economica. E’ colui
che opprime quotidianamente chi non pascola silenziosamente<br />entro il
recinto della legalità mostrando il dovuto rispetto per i propri
carcerieri. Lo sbirro non pensa, obbedisce, e se può, infierisce:
bastona i manifestanti, perseguita gli immigrati, stupra, picchia,
uccide, ed è totalmente legittimato a farlo, anzi, le forze armate sono
le uniche a detenere il monopolio dell’uso della violenza.<br /><br />Il
povero Mario Vece non fa eccezione. La vittima della violenza politica,
il nostro santo martire di capodanno, nel 2001 è un assistente di
polizia della questura di Pistoia. Durante una lite scoppiata davanti ad
una discoteca della città, quattro ragazzi vengono prelevati dalla
polizia e trattenuti in questura. I quattro, ritenuti albanesi e quindi
evidentemente massacrabili, vengono accolti dall’ispettore Paolo Pieri,
dal vice sovrintendente Stefano Rufino e dal nostro beniamino Mario
Vece. I referti medici parlano di testicoli tumefatti, timpani sfondati,
traumi cranici, contusioni e setto nasale incrinato. Sfortunatamente
per gli sbirri, tra i quattro pestati a sangue c’era pure il figlio di
un pezzo grosso, l’allora Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio, Vannino Chiti. Questa svista è costata ai tre sbirri qualche
piccola ripercussione penale (hanno patteggiato 14 mesi con sospensione
dal servizio) ma ciò non ha impedito all’intrepido Mario Vece di farsi
trasferire prima a Montecatini, poi a Pisa, e infine di conseguire il
brevetto di artificiere ed entrare in servizio a Firenze.<br /><br />Ma son
passati 16 anni, e il nostro eroe mutilato torna alla ribalta per
tutt’altri motivi, quindi stringiamoci in cordoglio per la defunta mano e
scordammec’ ‘u passat.</span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-52006935614964841512017-01-25T12:01:00.004+01:002017-01-25T12:06:50.953+01:00SARDEGNA: INTERVENTI ANTIMILITARISTI A DOMUSNOVAS E TEULADA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>da<a href="https://ilminatorerosso.blogspot.it/2016/12/blitz-degli-antimilitaristi-domusnovas.html" target="" title=""> il minatore rosso </a>(link a foto)</i><br /><br />Nella mattina del 24 dicembre 2016 si sono svolte 2 azioni antimilitariste a Domusnovas e Teulada .<br />A
Domusnovas l’iniziativa È stata fatta per ricordare il carico di 3000
bombe partito alcuni giorni fa dal porto canale di Cagliari ,tutto con
la copertura e la complicità dello stato italiano, i bombardamenti
produrranno e hanno prodotto migliaia i morti civili e i bambini
devastati dalle bombe prodotte dai tedeschi in Sardegna . Ricordiamo che
la RWM secondo i dati forniti dall’Istat, infatti, tra giugno e
settembre del 2016 l’interscambio commerciale tra la provincia di
Cagliari e Riyadh per la categoria merceologica “Armi e munizioni” ha
raggiunto i 20,6 milioni di euro.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />L’azione si svolta con uno
striscione appeso in bella vista nel ponte che dopo 10 minuti è stato
stracciato crediamo dagli operai del comune di Domusnovas , mandati
sicuramente da qualcuno a cui non frega niente dei bambini yemeniti .
Abbiamo continuato con volantinaggi e scritte varie nel paese. Per
ultimo abbiamo fatto anche una capatina davanti alla fabbrica di morte .<br /><br />A
Teulada abbiamo appeso qualche cartello e fatto una bella passeggiata
lungo e dentro il perimetro della base . Ne è valsa la pena con il
bellissimo sole che c’era.<br />Il tutto è correlato da un pò di<a href="https://ilminatorerosso.blogspot.it/2016/12/blitz-degli-antimilitaristi-domusnovas.html" target="" title=""> foto</a> scattate qua e là.<br /><br />NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA<br /><br />ANTIMILITARISTE E ANTIMILITARISTI</span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-34095569655130215522017-01-25T12:01:00.001+01:002017-01-25T12:07:02.300+01:00STUPRO: L'INACCETTABILITA' DEI FATTI DI PARMA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:</span></span></span><br />
<div class="content">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtWIKE9sl3-aAMlk9kSZnYaCV6z_IqEDVPAtX34tukh4g3hph7PwU8eGojoOz62vAsIgR38s5eIJIDqL0mQL1_jiU7btc_7ZL9YCrOzE6YvdNVO3cKv4BbK8ZxmtniCkp0vox1ajI7GNI/s1600/0a2d944ea30518635b8a47a9db3563d5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtWIKE9sl3-aAMlk9kSZnYaCV6z_IqEDVPAtX34tukh4g3hph7PwU8eGojoOz62vAsIgR38s5eIJIDqL0mQL1_jiU7btc_7ZL9YCrOzE6YvdNVO3cKv4BbK8ZxmtniCkp0vox1ajI7GNI/s400/0a2d944ea30518635b8a47a9db3563d5.jpg" width="205" /></a></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span>
<br />
<div align="center">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><b>L’inaccettabilità dei fatti di Parma</b><br /><br /><i>-scritto aperto a tutte/i quelle/i che vogliono ascoltare-</i></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><br /></span></span></span>
<br />
<div align="right">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>“Nessuna delle rivoluzioni che appartengono
alla storia è riuscita a ristabilire la libertà dell’individualità.
Tutte hanno fatto fiasco, tutte si sono concluse con un frettoloso
reinserimento nella normalità generalmente ammessa. Hanno fallito perché
il rivoluzionario di ieri recava con sé l’autorità. Solo oggi si scorge
che il focolaio di ogni autorità risiede nella famiglia, e che il
legame tra autorità e sessualità, per come si manifesta nella famiglia
con la perpetuazione del patriarcato, assoggetta ogni individualità.”</i><br /><br /><i>Otto Gross</i></span></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><b>Qualcosa su cui interrogarsi</b><br /><br />La questione della
reciprocità delle relazioni è base necessaria per una prospettiva di
liberazione senza limiti. Chi non riesce a riconoscere l’elemento
patriarcale, quindi autoritario, come punto da distruggere all’interno
di noi e in ciò che ci circonda come può definirsi compagna o compagno?
Per questo, il silenzio sulla questione di genere, dei ruoli e la sua
conseguente eteronormazione, con l’omertà che ne deriva, è elemento
multiforme e dirompente che blocca una critica radicale all’esistente.<br /><br />Si
può definire compagna o compagno chi non ha mai ragionato sulla
questione dell’autorità, sia quelle visibili che quelle nascoste? Si può
definire compagna o compagno chi dice che frequentando certi ambienti,
cioè quelli che si definiscono liberati, è impossibile che accadano
certe cose? E’ possibile affrontare la questione della violenza di
genere in una prospettiva che decostruisca l’intero mondo intorno a noi?<br /><br />Quando
parliamo di consenso fra due o più persone che vogliono viversi un
rapporto sessuale parliamo di libertà: fare l’amore in qualunque luogo e
in qualunque modo, con l’intensa reciprocità di corpi che si
incontrano, per voler sperimentare quella serenità dell’attimo che è
incontrarsi nel desiderio. Se manca la reciprocità prima, mentre e dopo
aver fatto qualcosa insieme di sessualmente condiviso, le uniche parole
che mi vengono in mente sono violenza sessuale, autoritarismo,
patriarcato, machismo, supremazia di qualcuno nei confronti di qualcun
altro, tutte questioni in antitesi con la libertà. Non voglio essere
definito antifascista, antisessista o anticapitalista: non voglio
assumere dei ruoli militanti e non voglio parcellizzare il mio
desiderio. Sono anarchico e questa tensione sviluppa il mio odio contro
autoritari e autorità, contro merce e capitalismo, contro lo Stato, le
sue leggi e le sue polizie, e contro la cultura dello stupro, insita
nell’organizzazione di questa società.<br /><br />Liberare se stessi dall’idra autoritaria è il primo passo per tentare di liberarsi con gli altri.<br /><br /><br /><br /><b>Stupro e stupratori</b><br /><br />Francesco
Cavalca, Francesco Concari, stupratori che vivono a Parma, e Valerio
Pucci, stupratore che vive a Roma, in una sera dell’anno 2010 hanno
abusato e usato sessualmente una ragazza che nei momenti di quel
rapporto, in ampi tratti, era diventata un corpo inerme, svilito e
oggettivato da questi tre luridi personaggi.<br /><br />Questo fatto è
avvenuto in una sede politica. Aggravante? Può darsi, ma un abuso
sessuale ovunque avviene è una questione che travalica i confini del
dove per stabilizzarsi nella merda dell’atto.<br /><br />Poi, negli ambienti
di movimento parmensi cala il silenzio. Dopo, avviene la derisione
sessista e machista: chiamando la ragazza “fumogeno”, facendo girare un
video all’insaputa della stessa. In un atto sessuale di gruppo tutto
dovrebbe essere fatto in condivisione. Se qualcosa viene filmato, il
consenso di tutti è base necessaria. Stesso discorso se si usano degli
oggetti a scopo sessuale, il consenso è imprescindibile. Se dei corpi
non si incontrano nell’armonia erotica si riduce l’essere a qualcosa di
non senziente, a qualcosa del tutto consumabile, come un oggetto.
L’oggettivazione dell’individuo produce il corpo violentato, proprio
come fa questo mondo con la maggior parte dei suoi abitanti.<br /><br />Chi
ha visto quel video e non si è fermato a pensare, chi ha deriso quella
ragazza, chi ha consentito che tutto questo continuasse deve riflettere.
Senza una riflessione, c’è collaborazionismo e non posso biasimare chi
considera associati in questo letamaio chi ha consentito, oltre ai tre
stupratori, che questo schifo continuasse senza fermarsi a ragionare su
quello che si stava facendo, senza opporsi a quello che si stava
vedendo.<br /><br />Far girare un video di un atto sessuale senza consenso
di tutti quelli che lo hanno vissuto è violenza gregaria e sessuale, la
quale non ha niente a che fare con la libertà e la sua buona dose di
violenza liberatrice contro il dominio.<br /><br />Le violenze
indiscriminate vengono fomentate dalle guerre e il mondo che le produce.
Se in guerra tutto viene concesso attraverso il dominio e la tortura,
chi vuole rivoltare la propria esistenza non può non avere come assillo,
oltre che la libertà, anche l’etica. La guerra è orrore e fa parte
dello stesso mondo che produce lo stupro. Personalmente non auguro
neanche al peggior nemico la galera e neanche lo stupro. Chi accetta,
invece, questo modo di intendere la guerra sociale sta riproducendo il
potere nella sua forma più miserrima.<br /><br />La coerenza tra mezzi e fini, prima di tutto!<br /><br /><br /><br /><b>Un corpo che viene strumentalizzato</b><br /><br />Si
sa che il corpo svilito, ridotto a cosa, può essere facilmente
strumentalizzato. Succede che in questa storia orribile sbirri, fascisti
e giornalisti trovino sbocchi per la loro propaganda di dominio.<br /><br />Gli
sbirri, naturalmente, non vedono l’ora di indagare su un tentato
sabotaggio ad una sede fascista di Parma e trovarsi in mano una storia
raccapricciante. E’ da questo fatto che parte l’indagine anche sullo
stupro e come capitato a chi scrive questo testo (insieme a tante e
tanti...), solo cinque anni dopo si viene a conoscere di cosa è
effettivamente successo nella sede della RAF di Parma. Venire a sapere
di questa questione delicata dagli ambiti repressivi e non dalle
compagne e dai compagni è un fatto del tutto inaccettabile.<br /><br />I
primi che fanno vedere una serie di video della sera dello stupro subito
alla ragazza, non solo quello dell’oggetto infilato in una vagina senza
consenso, sono gli sbirri. Terrificante, dalla merda al letamaio...<br /><br />La
ragazza viene chiamata in questura come persona informata sui fatti sul
tentato sabotaggio, non sullo stupro subito cinque anni prima.<br /><br />Naturalmente
fascisti e giornalisti prendono la palla al balzo per strumentalizzare
l’intera vicenda, prima di tutto su quel corpo svilito, poi sulla
violenza sessuale di gruppo avvenuta in una sede dichiaratasi
antifascista (sic!).<br /><br />Di conseguenza, a processo iniziato,
immagino che domande potrà subire questa ragazza in un luogo infame e
sessista come può essere un tribunale. Immagino già le solita retorica
inquisitrice tipo: “ma lei porta la mini-gonna? Quella sera portava le
calze a rete? Lei è abituata ad avere rapporti sessuali di gruppo?
Ecc...”. Una schifezza immonda, il solito piano del potere per far
trasformare chi ha subito violenza come potenziale corresponsabile del
carnefice. La banalità del male, nella sua forma più infima.<br /><br /><br /><br /><b>Altro che stato, altro che dio, il corpo è mio e me lo gestisco io</b><br /><br />Ognuno gestisce il proprio corpo come più le/gli aggrada. Da qui parte una pratica esagerata di libertà.<br /><br />Chi
ha deriso e usato epiteti sessisti su gusti sessuali e pulsioni
passionali di una ragazza non è una mia compagna o un mio compagno. Chi
ha definito questa ragazza come una puttana in senso dispregiativo è mio
nemico. Chi vuole svilire le persone con termini sessisti non può stare
al mio fianco. Chi dimostra una sensibilità verso l’irripetibile
percorso della libertà, qualunque essa sia, dovrebbe erigere barricate
contro questi atteggiamenti. Non esistono puttane o siamo tutte puttane.
Ai giudizi lesivi su testicoli e ovaie, peni e vagine, istinti sessuali
di coppia o di gruppo facciamo delle grandi pernacchie ed è necessario
lottare affinché questo non avvenga mai più, almeno negli ambienti in
cui desideriamo vivere. Chi definisce troia una ragazza riproduce questa
società, la società dove le vite vengono stuprate da oppressione e
sfruttamento.<br /><br />Chi non vuole fare i conti con le proprie gabbie
esca dal gioco della rivolta o non ne metta le cosiddette sempre
schifose stellette, perché la liberazione passa anche dalla libertà di
corpi che si incontrano consensualmente, in quel barlume di felicità che
è l’atto sessuale libero fra uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo, o
fra tante donne e tanti uomini.<br /><br />Basta sguazzare nel fango dei bisogni, diamoci al cielo stellato dei desideri.<br /><br /><br /><br /><b>La cultura del rimosso come foglia di fico</b><br /><br />Esiste
in questa storia un rimosso, un tragico dimenticatoio in cui finisce un
momento che non vuoi più rivivere. Si è detto che la ragazza in
questione abbia frequentato gli stessi ambienti e le stesse persone
anche dopo lo stupro avvenuto. Questa dicitura è stata intesa e fatta
passare come se questo giustificasse il fatto che di stupro non si può
parlare. La megalomania di questa storia ha superato la cortina del
ridicolo, imbandendo i commensali nella narrazione che tutta questa
storia abbia, a quanto pare, solo un fine ben preciso: distruggere gli
antifascisti di Parma. Che questo sia l’obiettivo di ogni questura, cioè
fermare le lotte con ogni mezzo necessario, è una grossa banalità di
base. Che questa storia abbia parti oscure, niente di più limpido.<br /><br />Per
questo mi faccio due domande: ma non sarà che questo fatidico movimento
parmense non si sia distrutto da solo, essendo miope su questo fatto? E
come mai ci sono compagne e compagni anarchici di Parma che hanno fatto
sapere, anche se con un ritardo elefantiaco, del machismo e sessismo
presenti nella RAF? Come mai comportarsi da branco ha distorto
l’obiettivo sincero di ogni lotta che si respiri a pieni polmoni: la
libertà?<br /><br />Secondo me a Parma ci sono compagne e compagni di cui
fidarsi, vedi chi ha scritto il comunicato intitolato “Sui fatti di via
Testi”, (gli unici che si sono sempre discostati, criticandoli
fortemente, dai momenti di raccolta fondi fatti a Parma per i tre
stupratori, perché purtroppo è successo anche questo fatto gravissimo)
degli altri mi sembra che l’enormità degli errori fin qui commessi
abbiano travalicato la decenza.<br /><br />Per tutti gli individui con una
certa sensibilità di Parma, che non sono stati collaboratori né degli
stupratori né della derisione verso la ragazza: come è possibile che i
due stupratori di Parma girino indisturbati per le vie della città?
Domanda atroce che ha bisogno di un sacco di risposte pratiche a cui io
oggi non posso rispondere.<br /><br /><br /><br /><b>Subire una violenza sessuale e fare errori</b><br /><br />Chi
subisce una violenza può fare errori ed è giusto dire quello che è
successo anche in questa storia. Ribadire che comunque la ragazza ha
fatto una delazione non è sottrarsi allo scempio mortifero dello stupro.
La ragazza in questione davanti agli sbirri ha fatto tre nomi di
persone che non c’erano la sera dello stupro. Io capisco benissimo che
davanti al sadismo delle questure si può essere letteralmente in mano
agli sbirri. Fare dei nomi di persone che niente hanno a che fare su una
questione delicata come lo stupro, però, rimane un fatto grave. Solo
delle prove portate da queste persone hanno fatto luce sulla loro
posizione di completa estraneità durante la serata della vergogna.
Lasciare passare questa specificità, sottovalutandola, in secondo piano è
molto pericoloso: non può passare il fatto che firmare contro altre
persone in una qualsiasi questura non sia delazione. Ribadisco: firmare
contro altre persone un verbale della questura è delazione.<br /><br />Possiamo
capire lo stato d’animo in cui è avvenuto il fatto, ma questo non può
giustificare quello che è successo. Possiamo cercare di comprendere,
sforzarci di cercare in noi delle giustificazioni, ma il fatto di
vendere delle persone alla polizia, soprattutto di questi tempi dove la
delazione (e conseguenti delatori) delle volte viene presa come qualcosa
del passato, la quale non può avvenire nel presente in ambiti di lotta,
ma che purtroppo continua ad accadere anche di recente, rimane pur
sempre un fatto di una gravità pesantissima.<br /><br />La ragazza in
questione ha subito una situazione indicibile, nessuno può negare questo
fatto. Immaginiamo per un attimo, però, se le tre persone coinvolte
dalla ragazza estranee alla vicenda non fossero state scagionate. Cosa
sarebbe successo? Mi sembra un’ovvietà rispondere. Per questo, se
qualcuno non vuole avere niente a che fare con questa ragazza per questo
fatto è comprensibile. Altrettanto comprensibile è chi vuole sospendere
il giudizio su di ella perché affossato dalla gravità del fatto
successo in quella sede nel 2010.<br /><br />Due posizioni altamente
comprensibili, lontani da chi denigra la ragazza per coprire gli
stupratori. Chi ha mischiato questa ultima posizione inaccettabile con
le prime due citate (diserzione dalla ragazza perché c’è stata una
delazione e sospensione del giudizio per il fatto gravissimo dello
stupro) si deve assumere il fatto di aver scritto e detto cose inesatte,
quasi sensazionali da propaganda giornalistica. C’è una barricata ben
visibile tra le prime due posizioni che entrano nella dimensione
dell’etica e la terza, in cui l’unica dimensione che vedo è quella di un
comportamento del tutto inaccettabile.<br /><br />Chi non vuole avere
niente a che fare con la ragazza non è amica o amico degli stupratori,
perché se si riconosce la violenza sessuale subita siamo su un piano
diversissimo di chi ha minacciato, aggredito e offeso la ragazza per
coprire il fatto di quella sera e le sue inevitabili conseguenze.<br /><br /><br /><br /><b>Proposte concrete tra riflessioni e diserzioni possibili</b><br /><br />Voler
vivere luoghi dove cospirare contro l’esistente, non essere funzionali
ad esso, sembra un’ovvietà, ma purtroppo non lo è. In questi luoghi si
possono far entrare degli stupratori? Logicamente la risposta è no,
quindi credo che sia del tutto consequenziale che i tre stupratori di
Parma non dovrebbero entrare mai più in luoghi di movimento e
partecipare a momenti di lotta.<br /><br />Reprimere i propri desideri per
farsi accettare dal cittadino qualunque è logica di potere. Luoghi di
sovversione, non sezioni di partito. La sovversione non ha niente a che
fare con chi stupra e difende gli stupratori. Lo sguardo sovversivo
dovrebbe tendere alla vita, non alla mera sopravvivenza. Entrare nei
calcoli indigesti per mettere da parte la qualità delle relazioni di
affinità è un salto nel fango della politica. Preferisco il pane e le
rose.<br /><br />Ammetto anche un’altra questione: non riesco a redimermi
come stanno facendo alcuni in modo pretesco. Rimango dell’idea che la
delazione è una cosa su cui non si possa tornare indietro. Per questo,
la mia posizione sulla ragazza che ha subito lo stupro rimane quella
dell’estraneità, della distanza e della lontananza. Non voglio essere
nessuno che non sia io, ma vorrei che le persone che si sono rese
responsabili della violenza sessuale sentano ogni giorno della loro vita
diserzione e odio per quello che è successo, da chi è realmente contro
lo stupro e il suo mondo.<br /><br />Grande è il mio stupore per alcuni
comunicati letti fino adesso ed è per questo che un’esperienza di
discussione collettiva su questo fatto sarebbe del tutto auspicabile. Se
le 4 crepe hanno avuto il merito di far uscire dall’ignobile torpore
questa storia, questo non vuol dire che non esistano compagne e compagni
che vogliano andare ancora più in profondità su quello che è avvenuto,
nella sua totalità.<br /><br />La propria sensibilità è terreno di scontro
non di cura, tensione che vuole oltrepassare la miseria, non riprodurla.
La sensibilità distrugge i ruoli e le manfrine ideologiche che castrano
le passioni, che separano i corpi, che negano la reciprocità trovata
solamente in certi rapporti. Condividere le proprie ricchezze e saperle
amare, per non accumulare le miserie di questo mondo mercificato, dove
il corpo viene normalizzato e reso oggetto.<br /><br />Contro lo stupro
delle vite, contro i suoi complici sempre; ma la mia passione per la
libertà non farà mai rima con delazione, perché il percorso per
liberarsi da questo mondo ignobile è l’unico luogo in cui sto a posto
con i miei demoni.<br /><br /><br /><i>Cremona, gennaio 2017<br /><br />Un individuo che cerca di essere antiautoritario</i></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<span class="taxonomy">Mar, 17/01/2017 – 20:04</span></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-17763694282688902552017-01-25T11:54:00.003+01:002017-01-25T11:54:56.990+01:00RADIOCANE: DI SGOMBERI, ESPLUSIONI E FIGURE BARBIBE - UNA (STRA)ORDINARIA STORIA A MILANO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="moz-text-html" lang="x-unicode">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Nulla di più ordinario di un immigrato qualsiasi che, a prescidere da
carte e cartacce burocratiche, venga impacchettato e senza clamore
rispedito al proprio paese di origine. A maggior ragione se il soggetto
in questione risulta essere occupante di un alloggio popolare nel <a href="http://www.radiocane.info/la-regola-del-gioco/">quartiere Giambellino</a>
di Milano. Meno ordinaria appare, in questi tempi, una reazione in
grado di interrompere l’ordinario andamento delle cose. Il tutto si
conclude con veline imbarazzate dove si asserisce essere stato tutto un
grande equivoco.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">ascolta:</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><h2 class="post-title">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><a href="http://www.radiocane.info/baity/" target="_blank">Di sgomberi, espulsioni e figure barbine: una (stra)ordinaria storia a Milano</a></span></span></span></h2>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-14017121021265840162017-01-25T11:54:00.001+01:002017-01-25T11:54:15.052+01:00RADIOCANE - MESSICO CONTRO IL GASOLINAZO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Dall’inizio dell’anno il Messico è nuovamente attraversato da
massicce proteste, questa volta contro i rincari dei prezzi causato da
un ingente aumento del costo della benzina, il <em>gazolinazo</em>. La cosa non dovrebbe sorprendere se si tiene conto del quadro generale di questa <a href="http://www.radiocane.info/messico-fueelestado/" target="_blank">terra ricca con gente povera</a>. Su quanto sta accadendo in queste settimane abbiamo sentito una compagna che vive a Città del Messico.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">ascolta:</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><a href="http://www.radiocane.info/messico-gasolinazo/" target="_blank"> Messico contro il gasolinazo</a></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-88614964465115078632017-01-25T11:53:00.002+01:002017-01-25T11:53:51.011+01:00RADIOCANE - ATENE: SULL'ARRESTO DI POLA ROUPA (LOTTA RIVOLUZIONARIA)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="moz-text-html" lang="x-unicode">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Atene: dopo alcuni anni di latitanza, finisce il viaggio di libertà di Pola Roupa, membro di <a href="http://www.radiocane.info/sul-processo-a-lotta-rivoluzionaria-ad-atene-parte-1/">Lotta Rivoluzionaria</a>,
arrestata giovedì 5 gennaio 2017 insieme a un’altra compagna,
Konstantina Athanasopoulou. Al momento dell’arresto, l’accanimento
vendicativo dello Stato greco si rivolge anche al figlio di sei anni,
che viene internato in un ospedale psichiatrico. Da un compagno greco,
il punto della situazione.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">p.s.: al momento della pubblicazione del presente contributo
riceviamo la notizia dell’aggravamento delle condizioni di salute di
Pola e Konstantina, in sciopero della fame e della sete dal giorno del
loro arresto in protesta, e del loro trasferimento in ospedale.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">ascolta: <a href="http://www.radiocane.info/pola-roupa/" target="_blank"><strong>Grecia: sull’arresto di Pola Roupa (Lotta Rivoluzionaria)</strong></a></span></span></span><br />
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-65316532128985710502017-01-25T11:51:00.002+01:002017-01-25T12:07:13.231+01:00CONSIDERAZIONI SUI FATTI DI LECCE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:</span></span><span style="color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><b>AI CONFINI DELLA REALTA'</b><br /><br />Dopo aver letto il <a href="http://www.informa-azione.info/lecce_repressione_aggiornamento_su_misure_cautelari_e_delazione" target="" title="">comunicato </a>pubblicato
dai compagni leccesi abbiamo sentito l'esigenza di informarci meglio
sull'accaduto. Parlare di delazione è fatto grave, che merita di essere
approfondito. Cio' che descriveremo è un tentativo di far chiarezza.
Bisogna parlare del fatto che, anche in assenza della volontà vile di
infamare, la sostanza non cambia.<br /><br />Alcuni giorni dopo una rissa
avvenuta a Lecce il 3 agosto 2016, un antifascista leccese viene
condotto in questura per una notifica. In realtà, verrà interrogato come
persona informata sui fatti, quindi senza diritto ad essere assistito
dal proprio legale durante il colloquio.<br />L'interrogatorio dura circa 7
ore, durante le quali non è dato sapere cosa esattamente verrà detto,
né chi farà determinate affermazioni.<br />Ciò che è certo, purtroppo, è
che nel verbale redatto dai questurini figura una dettagliata
descrizione degli spostamenti del ragazzo, delle fasi della rissa, i
nomi, i cognomi e perfino i soprannomi di alcuni compagni oltre che dei
fasci (a detta delle carte) coinvolti. Dulcis in fundo, una presa di
distanze da parte del ragazzo dalle realtà politiche «estreme» quali
Villa Matta, indicata peraltro come il luogo da cui proverrebbero le
persone coinvolte nei fatti. Queste dichiarazioni vengono firmate
dall'interrogato, che, in base a quanto «ingenuamente» (?) sottoscritto,
passa dall'essere un semplice testimone ad essere iscritto nel registro
degli indagati.</span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Successivamente, l'antifascista viene condotto a
casa propria dagli sbirri, che si fanno consegnare una maglietta
presumibilmente indossata da questi durante la colluttazione.<br />In
seguito, pare che questo ragazzo abbia parlato dell'interrogatorio ad
alcune delle persone coinvolte. Anche qui, non è dato sapere che tipo di
descrizione ne sia stata fatta né perché queste informazioni non siano
state condivise con tutte le realtà leccesi.<br />Arriva novembre, e come
cadono le foglie cade la prima scure repressiva: vengono notificati 4
divieti di dimora da Lecce: 3 antifascisti e un fascista.
Prevedibilmente, uno dei tre antifa è il ragazzo interrogato e
involontariamente autoimputatosi; oltre a loro, il numero di indagati,
ammonterebbe a 14. Insieme alle misure vengono notificati i verbali
degli interrogatori, che hanno coinvolto infatti anche alcuni dei
fascisti.<br />Come spesso accade in questi casi, nei giorni successivi fa
molto più rumore il silenzio sull'accaduto: sia rispetto alla
solidarietà ai colpiti dalle misure, sia da parte del ragazzo che ha
avuto l'incredibile «leggerezza» di firmare delle affermazioni tanto
infamanti.<br />Dopo due settimane di comprensibile sconcerto, alcuni
compagni leccesi pubblicano un comunicato che sinteticamente informa via
internet sullo spiacevole episodio di delazione avvenuto nella propria
città.<br />Le reazioni degli amici e compagni dell'infame, da quel
momento in poi, travalicherebbero il limite del ridicolo, se la
situazione non fosse di tale gravità. Chi ha scritto il comunicato,
inveiscono, si è autoproclamato «giudice», è «infame» e «sbirro senza
divisa» . Insomma, i panni sporchi si lavano in famiglia, perché rendere
pubblici questi fatti è un errore «umano» imperdonabile che infanga il
nome (peraltro mai esplicitato) di una persona che è semplicemente stata
«indotta a confermare» (!!!) delle dichiarazioni non sue.<br />Al di là
delle polemiche assurde e paracule, dopo aver letto il comunicato
firmato Antifascisti leccesi ci preme fare delle considerazioni, a
scanso di equivoci e affinché cose del genere non si ripetano mai più.<br /><br />1.
L'argomento più pericoloso, politicamente, riguarda proprio quello che
il collettivo «Caos Lecce» definisce «un errore [...] firmare un
verbale, per ingenuità di gestione di una prassi. Sbagliando. Perchè di
questo stiamo parlando, di un errore e non di infamia» e che «i nomi
inseriti in quel verbale non sono stati mai fatti, ma inseriti ad arte
dalla digos di Lecce con un fine ben preciso. Quello di spianarsi la
strada per un procedimento penale, a carico dei compagni, ben più ampio e
dal portato fortemente repressivo.» Aggiungono poi un qualcosa di
veramente paradossale: «possono arrivare tali accuse (la delazione) nei
confronti di un compagno che di fronte agli sbirri non fa alcun nome, ma
viene indotto a confermare, con una firma, una tesi accusatoria che
vedeva coinvolto persino un suo fratello di sangue?» Per noi la risposta
a quest'ultima domanda è: naturalmente SI.<br />Conoscendo il livello
miserabile dei comportamenti dei questurini e non conoscendo
personalmente la persona possiamo anche credere che le dichiarazioni
siano tutte invenzioni degli sbirri, ma firmare delle dichiarazioni a
nome proprio che portano a delle misure repressive nei confronti di
altre persone non può essere considerato «un semplice errore o ingenuità
nella gestione di una prassi» ma delazione, vuoi per stupidità,
stanchezza o paura, rendono chi lo commette delatore! Ha sottoscritto
delle parole che vengono attribuite a lui e che hanno, proprio grazie
alla sua firma, un valore giuridico e ciò rende di lui un infame. Di
questo se ne deve assumere la responsabilità individuale (e non penso ci
sia da sindacare su come ci si comporta con gli infami) e politica
pubblicamente, spiegando in che modo è stato indotto a firmare (cosa
comprensibile, comunque non accettabile, a parer nostro, solo in caso di
tortura). Parlano anche di una situazione psicofisicamente logorante, a
causa di 7 ore di interrogatorio. Altra posizione sconcertante,
sdoganerebbe quindi il fatto che se fosse stato arrestato e scarcerato
solo a patto di sottoscrivere delle dichiarazioni sarebbe stato
comprensibile per via della sua situazione psicofisica.<br /><br /> 2. Che
sia una sua versione o meno, la firma parla chiaro: questo gesto è
un'infamia. Grazie anche a questo «sbaglio», oltre a lui, due persone e
un fascio hanno il divieto di dimora da Lecce e affronteranno un
processo con altre 14 persone. E' innegabile che le dichiarazioni da lui
sottoscritte forniranno un prezioso aiuto al teorema accusatorio, a
prescindere dalla «correttezza» con cui queste informazioni sono state
estorte (come se ci si potesse davvero stupire di come i digossini
svolgono quello che è il proporio lavoro).<br /><br />3. Un episodio di
delazione non è un affare privato. Va reso pubblico, tanto più in
ambienti politicizzati. Gestirlo privatamente sarebbe stato un grave
errore poiché avrebbe messo a repentaglio altri compagni che in futuro,
nelle situazioni più disparate, potrebbero trovarsi a fianco una persona
che candidamente fornisce nomi, cognomi e descrizioni alle guardie se
messa sotto pressione.<br /><br />4. Non ha alcun tipo di rilevanza la
motivazione della delazione per definirla tale, né esistono attenuanti
possibili. Partendo dal presupposto che durante l'interrogatorio non gli
è stato torto un capello, poco importa che la delazione abbia avuto
luogo non per convenienza ma solo per ingenuità, scarsa esperienza o
pura stupidità. Quale che sia il caso, chi commette questo «errore» va
allontanato da qualsiasi realtà politica, perché è un pericolo concreto
per gli altri, punto.<br /><br />5. Girare la frittata dando degli infami
agli infamati è un odioso arrampicarsi sugli specchi. Non si tratta di
un processo né vi sono giudici: i fatti parlano chiari e starà ad ognuno
valutare che posizione prendere.<br /><br />Beninteso: chi oggi, per
amicizia o per spirito gregario prenderà le difese di un infame,
minimizzandone le responsabilità politiche, reputando la sua firma come
un umano «sbaglio» di poco conto che poteva benissimo risolversi a
pacche sulla spalla e tiratine d'orecchio, non è e non sarà mai un
nostro compagno, e dalle nostre realtà verrà sempre allontanato e
guardato con sospetto.<br /><br />Quello che più ci preme con queste righe
non è la persona in sé (benché pensiamo che chiunque si muova per le
strade nelle lotte, siano anarchiche o antifasciste, debbano poter avere
l'opportunità di tutelarsi da chi commette simili schifezze, di potersi
accertare tramite le carte, e di scegliere se allontanare o meno questo
personaggio dalle proprie realtà), bensì chiarire che azioni simili,
con simili risultati non passino come piccoli sbagli (pensavamo non ci
fosse bisogno sottolinearlo...).<br />Che questa orribile storia serva
perlomeno come spunto di riflessione sulla reale fiducia da attribuire
alle persone di cui ci si circonda nel proprio agire, con l'obiettivo
che si coltivino sempre più rapporti di affinità e complicità che
scongiurino il ripetersi di spiacevoli sorprese.<br /><br />Tutta la nostra
solidarietà va ai compagni di Villa Matta e ai due compagni, Cicala e
Maria, colpiti dalle misure repressive di questo novembre.<br /></span></span>
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Alcuni anarchici (non Leccesi)</i></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-7668359177630010472017-01-25T11:30:00.000+01:002017-01-25T12:16:14.917+01:00MUM - MISERABILI UOMINI DI MERDA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="field field-name-field-titolo-lungo field-type-text field-label-hidden">
<div class="field-items">
<div class="field-item even">
<h2>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-weight: normal;">da finimondo </span></span></span></span></h2>
<h2>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-weight: normal;">Miserabili Uomini di Merda</span></span></span></span></h2>
</div>
</div>
</div>
<div class="field field-name-field-image field-type-image field-label-hidden">
<div class="field-items">
<div class="field-item even">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><img alt="" height="400" src="https://finimondo.org/sites/default/files/7b857aa2f3ba1b7bf45ac1d17943a827ffd76b9b_m.jpg" width="400" /></span></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="field field-name-body field-type-text-with-summary field-label-hidden">
<div class="field-items">
<div class="field-item even">
<div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Solo poche settimane fa accennavamo all'apocalisse etica in atto
all'interno di tutta la società. Atteggiamenti considerati un tempo
ignobili avvengono ora sotto gli occhi di tutti senza provocare alcuna
reazione, all'insegna della normalità. Non suscitano più lo sdegno
generale, al massimo vengono notati con rassegnazione, con curiosità,
con indifferenza. Talvolta riscuotono perfino successo. Come se nulla
fosse. Questa degradazione è trasversale, non conosce isole felici poste
al riparo, ma intacca ogni ambito. Dai reazionari ai rivoluzionari,
nessuno si preoccupa più di <em>cosa sia giusto</em>, ma solo di <em>cosa sia conveniente</em>.
E, pur di ottenere ciò che è conveniente, si è pronti a fare o a
giustificare qualsiasi comportamento, anche quelli più ripugnanti. Il
rigore — ci viene detto e ripetuto — fa diventare rigidi, fa perdere
occasioni. Meglio essere elastici. E poi il futuro non esiste; ci si può
anche rilassare, ci si può anche sbracare. «Se le cose non possono
migliorare», diceva qualcuno anni fa, «possono però pur sempre
peggiorare». Oggi se le cose non possono peggiorare è solo perché <em>il peggio si è già verificato</em>. Deve semplicemente passare un certo lasso di tempo prima che tutti vengano a saperlo.
<a name='more'></a></span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Noi, ad esempio, pensavamo che all'interno di quel letamaio che per
convenzione linguistica si chiama Movimento il punto più basso fosse
stato raggiunto due anni fa in quel del Piemonte. Ma ci sbagliavamo,
doppiamente. Una settimana fa abbiamo appreso da un testo apparso in
rete — <a href="https://abbattoimuri.wordpress.com/2016/11/30/circa-i-fatti-di-parma-nella-sede-della-raf-come-riparare-4-crepe-prima-che-qualcosa-si-rompa-per-sempre/"><em>Circa i fatti di Parma nella sede della RAF </em></a>—
che un punto ancora più basso era già stato toccato nel 2010 in Emilia.
La lettura di questo testo ci ha lasciato storditi, increduli,
nauseati. I fatti che vi vengono riportati sono talmente gravi ed enormi
da non permettere sfumature mediatrici: qualcosa di infame è accaduto,
in un senso o nell’altro, «fra compagni». O un disgustoso abuso sessuale
o una terribile calunnia. Abbiamo trascorso intere giornate con l'animo
incarognito, in attesa di una smentita parziale o totale di quanto
scritto. I giorni sono passati e nessuno ha smentito. Ne deduciamo
quindi che le affermazioni di quel testo siano vere, se non nel minimo
dettaglio, quanto meno nella sostanza.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Ciò che è accaduto a Parma a partire dal settembre del 2010 la si
potrebbe definire la tempesta perfetta dell’infamia umana. Più
comportamenti aberranti si sono incontrati in un unico punto e nello
stesso momento, si sono incrociati, alimentati a vicenda, scatenati
reciprocamente contro un’unica persona, spazzando via ogni minima
decenza. All'interno della sede della Rete Antifascista — si dice in
questo documento — è avvenuto uno stupro di gruppo ai danni di una
ragazza priva di sensi. Per compiere questo stupro è stato usato anche
un fumogeno. Questo stupro, a cui hanno assistito alcuni spettatori, è
stato filmato con un telefono cellulare. Il video è circolato fra molti
compagni. Nonostante parecchi ne fossero a conoscenza, nessuno ha detto
niente, nessuno ha fatto nulla. La ragazza vittima dello stupro è stata
poi battezzata con un nomignolo spregevole. Alcuni anni dopo, il
ritrovamento del video nel corso di una inchiesta giudiziaria relativa
ad altri fatti ha causato l’apertura di una nuova inchiesta, questa
volta per stupro. La ragazza, che in tutto quel tempo non aveva mai
denunciato nessuno, è stata prelevata e sottoposta a interrogatorio.
Sono i carabinieri a mostrarle per la prima volta il video, a metterle
sotto gli occhi quel che aveva subito. Alla fine, sotto immaginabili
pressioni, la ragazza ha firmato una deposizione e alcune persone sono
finite sotto processo. E lei è stata insultata, minacciata e messa al
bando da certi spazi di movimento perché considerata un’infame che ha
permesso alla magistratura di incriminare alcuni compagni.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Noi non conosciamo questa ragazza, come non conosciamo le persone
coinvolte a Parma. Ci fu un tempo in cui il nome di questa città era per
noi abbinato agli occhietti vispi del Monello, il partigiano anarchico
che non depose mai le armi contro il fascismo. Ma oggi il Monello non
c'è più, la morte gli ha risparmiato l'affronto di venire a sapere cosa
sia successo ad un passo da casa sua, in quella Parma che rischia oggi
di acquisire la nomea della città in cui «gli antifascisti stuprano».
Noi non abbiamo amici da difendere o non-amici da attaccare. Abbiamo
solo la nostra coscienza, sgomenta per quanto è accaduto. Incapace (e
senza alcuna intenzione) di stare zitta davanti a tale infamia. Una
infamia inconcepibile fino allo scorso millennio, ma possibile e già in
atto oggi, allorquando ogni rapporto viene vissuto in maniera
strumentale, ogni idea viene considerata un orpello usa-e-getta, ogni
etica viene percepita come limite ed impedimento da superare.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Una ragazza in stato di ebbrezza, priva di coscienza. Collassata per
un eccesso di alcool o di droghe. Incapace di rendersi conto di quanto
le sta accadendo attorno. È l'obiettivo preferito di certi maschi in
fregola, vogliosi solo di sfogarsi biologicamente, senza dover aspettare
che scocchi la reciproca scintilla, senza dover perdere tempo in
corteggiamenti dall’esito incerto. Per costoro, una ragazza priva di
sensi è la preda perfetta. Se non dice di sì, non dice nemmeno di no. E
questo è un particolare importante, perché ci sono maschi in fregola che
hanno perfino una coscienza delicata e degli scrupoli morali. Non
vogliono passare per stupratori, non si considerano stupratori. Poiché
non fanno domande, non hanno bisogno di ricevere risposte. «No» è
sinonimo di stupro, lo sanno tutti, il silenzio invece apre quella zona
franca che permette loro di usare un essere umano come se fosse una
bambola di carne per poi dormire in pace con se stessi. Quando un «No»
inequivocabile non viene pronunciato, loro si sentono a proprio agio.
Non è stupro, perché non ci sono urla e singhiozzi. Non è stupro, perché
non c’è resistenza fisica.
</span></span></span><br />
<div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">«Noi non siamo stupratori», dicono i diretti interessati. «Non
sono stupratori», ribadiscono i loro compagni e amici (e avvocati).
Tutti pronti a ricordare il detto secondo cui <em>chi tace, acconsente</em>.
Per sbirri e magistratura, invece, non ci sono dubbi: quegli
«antifascisti» sono stupratori. Che trionfo, per tutti i reazionari!
Quante risate, per i fascisti! Quale scoop, per i giornalisti! Che
batosta, per il movimento! Secondo alcuni, ciò costituisce un motivo in
più per non usare la parola stupro, un motivo in più per difendere gli
imputati, un motivo in più per prendersela con quella ragazza. Chi può
dire, in tutta onestà, che prima di svenire lei non abbia lanciato
sorrisi complici e sguardi maliziosi? Chi sa davvero cosa è accaduto
quella notte? Ciò che è certo è che tre «antifascisti» sono alla sbarra:
non uniamoci alla canea che li vorrebbe veder marcire in galera, non
chiamiamoli stupratori.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Sì, è vero, non è piacevole ripetere il ritornello dei magistrati
in aula di tribunale. Motivo per cui noi chiameremo i
non-chiamiamoli-stupratori nell’unico modo che ci viene in mente, ciò
che hanno dimostrato di essere al di là di ogni possibile dubbio:
Miserabili Uomini di Merda. Perché bisogna essere proprio dei Miserabili
Uomini di Merda per scaricare il proprio testosterone sul corpo
inanimato di una ragazza priva di sensi. Perché bisogna essere proprio
dei Miserabili Uomini di Merda per usare un fumogeno come <em>sex toy</em>
(ricordate i parà italiani in Somalia nel 1993, quelli che stupravano
le «belle abissine» usando un proiettile di artiglieria? stessa pasta
subumana). E bisogna essere dei Miserabili Uomini di Merda anche per
fare da spettatori a quell’atto sessuale, filmandolo col telefonino.
Infine — e ci teniamo qui a sottolinearlo — bisogna essere dei
Miserabili Uomini e Donne di Merda anche per venire a sapere quanto
accaduto senza battere ciglio, per guardare quel video senza infuriarsi
(magari ridacchiando e dandosi di gomito), per chiamare quella ragazza
con quel nomignolo ripugnante, per tollerare e giustificare ciò che le è
stato fatto, per continuare a respirare la stessa aria di chi si è
macchiato di tale infamia, giungendo a minacciare la vittima per
difendere i carnefici. E a noi non interessa affatto il verdetto che
verrà pronunciato dal tribunale, non dobbiamo attendere di conoscerlo
per esprimerci in merito. Non ci interessa cosa ne dirà la legge,
sappiamo già cosa ci dice il nostro cuore.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Inoltre, bisogna essere dei Miserabili Uomini e Donne di Merda
anche per accusare quella ragazza di aver dato in pasto tre compagni
alla magistratura con la sua deposizione. Al di là del fatto che
Miserabili Uomini di Merda simili possano essere considerati compagni
solo da altrettanto Miserabili Uomini e Donne di Merda, ma poi in realtà
è accaduto l’esatto contrario: è la ragazza ad essere stata data in
pasto agli inquirenti, grazie a quel video che nella testa di questi
Miserabili Uomini di Merda doveva essere il trofeo da esibire in ricordo
della loro notte da leoni. Da quanto abbiamo capito, nella deposizione
firmata da quella ragazza i carabinieri hanno infilato anche nomi di
persone del tutto estranee ai fatti, poi prosciolte da ogni accusa. Chi
si è visto trascinato in questa vicenda infame ha senz'altro un buon
motivo per avercela con lei e sarà la sua coscienza a decidere se
ricordare con ostilità o se, viste le circostanze, dimenticare per
pietà. Ma ciò non giustifica comunque la logica del «tutti colpevoli,
nessun colpevole» a cui si aggrappano i Miserabili Uomini e Donne di
Merda.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Spacca il cuore il pensiero di come la «mia bella anarchia» del
Monello e degli anarchici del 900 si sia decomposta a tal punto da
diventare la nostra putrida anarchia del terzo millennio. In mezzo ai
cavalieri dell’idea che ci hanno preceduto, tutto ciò non sarebbe stato
possibile. Non sarebbe stato nemmeno lontanamente immaginabile. E non ci
riferiamo a quanto è accaduto quella notte in via Testi a Parma — che
un pugno di Miserabili Uomini di Merda si possono trovare ovunque e in
tutte le epoche —, ma a quanto <em>non</em> è accaduto dopo. Perché,
considerato il luogo in cui è avvenuto quello scempio e la bandiera con
cui si avvolgono i responsabili, non è stata solo una ragazza di
diciotto anni a venire violentata e umiliata: anche l’idea, anche
l’etica, anche la dignità di chi sogna un mondo senza autorità e potere
sono state violentate e umiliate, con lei, quella sera. E questo è un
fatto che nella «bella anarchia» avrebbe fatto salire il sangue agli
occhi, avrebbe fatto gridare vendetta, avrebbe immediatamente spinto i
compagni più generosi a fare colletta per regalare a questi Miserabili
Uomini di Merda una lunga vacanza in qualche reparto ortopedico. Ma
nella nostra putrida anarchia non c’è rimasta più nessuna idea, nessuna
etica, nessuna dignità. Il letamaio che per convenzione linguistica si
chiama Movimento è composto per la stragrande maggioranza da
compagni-per-caso, che si battono contro le forze dell'ordine come altri
si buttano con il paracadute, che intonano slogan da corteo come altri
intonano cori da stadio, che frequentano spazi occupati come altri
frequentano discoteche, legati fra loro dal medesimo spirito di branco.
Ecco perché non è successo niente dopo quella notte infame in via Testi a
Parma. Perché chi non ha alcuna idea, alcuna etica, alcuna dignità da
curare, ma solo un profilo Facebook, in quel video non ha visto alcun
orrore — ci ha visto solo amici che se la spassavano con qualcuno di
meno amico.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Eccola qui, l’apocalisse etica. Dopo la legittimazione della
calunnia («un errore, una opinione non condivisibile, andiamo avanti») e
prima della legittimazione della delazione («un errore, una pratica che
non ci appartiene, riportiamo il discorso sui binari»), ci mancava solo
questa. Cosa è avvenuto quella sera nella sede della Rete Antifascista?
Un errore? Un eccesso di libidine, condivisa e informale, di cui pochi
altri soffrono? Voltiamo pagina? In effetti, dopo una assemblea con dei
delatori, un presidio in difesa di questi Miserabili Uomini di Merda
sarebbe anche logico. Si tratterebbe di un vero presidio di
rivoluzionari, sia chiaro, mica di Miserabili Uomini e Donne di Merda
che fra di loro si chiamano compagni. Gente capace di ricordarsi
all'improvviso dell'etica per gettarla in faccia sia a questa ragazza,
sia a chi l'ha difesa. Come si può de-responsabilizzare chi ha
collaborato con gli inquirenti solo perché è stata vittima di un abuso?
Già, fosse stata una leader di movimento, allora sì che la si poteva
de-responsabilizzare. In quel caso l'etica sarebbe rimasta in tasca,
tenuta ben nascosta sopra il culo. Questi Miserabili Uomini e Donne di
Merda, a cui piace essere forti con i deboli e deboli con i forti, non
smettono di rammentare che, avendo firmato la deposizione redatta dai
carabinieri, questa ragazza è una infame (tecnicamente parlando). E
questa per i Maramaldi dell’antifascismo è (tecnicamente parlando) una
ottima occasione per sfoggiare tutto il loro coraggio e la loro
coerenza.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Quanto a noi, ammettiamo la nostra viltà e la nostra incoerenza: <em>quella ragazza non avrà il nostro disprezzo</em>.
La vita, sotto forma di Miserabili Uomini e Donne di Merda (prima senza
e poi con uniforme), ha già infierito fin troppo su di lei. Il nostro
disprezzo preferiamo riservarlo, e fino all’ultima goccia, a chi l’ha
usata per una notte come latrina ormonale e a chi ha riso o taciuto per
anni davanti ad una tale infamia.</span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div style="text-align: right;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">[21/12/16]</span></span></span></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-12340224215170013072017-01-24T12:11:00.000+01:002017-01-25T12:12:42.561+01:00DOCUMENTO LETTO DURANTE L'INCONTRO A TORINO (21/01/2017) DI CNA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><i>da croce nera anarchica</i></span></span></span><div class="post-thumbnail-wrapper">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span></span>
</div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div class="post-content clearfix">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Come ogni volta
che il domino cerca di fermare il cammino della rivolta, che si insinua
come una malerba, creando crepe e disconnettendo le strade dritte e
sicure sulle quali camminano sfruttamento e oppressione, si rende
necessario guardarsi in faccia, tra chi ha ancora a cuore la vita che
pulsa in quella malerba.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">A seguito dell’operazione denominata “Scripta Manent”, tra anarchici abbiamo deciso di darci dei momenti di incontro.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Questi incontri avvenuti già a
Pisa e a Roma hanno tirato fuori varie questioni. Ma ovviamente nascendo
in un’ottica “emergenziale”, ovvero rispondere all’arresto di otto
compagni anarchici, è stato complicato trovare lo spazio per
sviscerarle, ma non per questo deve essere persa l’occasione per
trovarlo, creando momenti per analisi più approfondite.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Se la frase di chiusura del
testo che ha chiamato questo ciclo di incontri a partire da Pisa,
recitava: “Crediamo sia necessario il confronto tra chi riconosce
propria la responsabilità di rivendicare l’idea anarchica, le sue
tensioni e pratiche.” Poniamoci una domanda, perché riconosciamo
propria questa responsabilità oggi?</span></span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">La nostra risposta è chiara.
Gli ultimi anni, in particolar modo, sono stati fortemente animati da
una bassezza in continuo movimento, che nel tempo ha prodotto
vittimismo, dissociazioni, silenzi in merito alle dissociazioni,
espliciti distinguo tra i bravi ragazzi e i cattivi anarchici ecc ecc…</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Dunque, oggi più che mai,
riteniamo fondamentale assumerci fermamente le nostre responsabilità di
individui non sottomessi alla rassegnazione, ribadiamo la volontà di
voler ristabilire ciò che è la lotta anarchica.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Rimanere spalla a spalla con i
nostri compagni, tra le tante questioni, significa anche assumerci
collettivamente tutto ciò loro contestato in quanto parte della nostra
lotta/vita. Per questo siamo convinti che vadano sostenuti e promossi
momenti di incontro come questo e quelli precedenti, in cui, tra
anarchici, ci si confronti per arrivare alla concretizzazione di un
evento, ma che sappiano anche guardare oltre le cicliche operazioni
repressive. Essendo nostro il percorso che lo Stato tenta di processare,
tenendo in ostaggio Marco, Danilo, Anna, Valentina, Sandro, Alfredo,
Daniele e Nicola. Proponiamo quindi una presenza a testa alta al
processo, sempre consci che la lotta, quella vera, quella viva si
concretizza su altri piani.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Pensiamo che solidarietà sia un
termine troppo abusato e che ormai crei anche confusione; ciò che ci
preme è continuare a fare quello che abbiamo fatto fino a ieri e darci
l’occasione di farlo anche domani. Liberi da ogni devozione, usciamo
dalla logica del dover fare solidarietà, non riteniamo sia un evento
speciale rimanere vicini ai compagni che momentaneamente si trovano
fermi in una tappa che coscientemente si rischia vivendo l’anarchia, e
siamo sicuri che ogni colpo ben assestato crei una breccia nei muri che
il dominio erige per contenerci dentro e fuori le sue gabbie.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span></span><div style="text-align: right;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Croce Nera Anarchica</span></span></span></div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-91511696166980199552016-12-14T10:54:00.002+01:002016-12-14T11:00:59.593+01:00RACCOLTA DI SCRITTI E COMUNICATI SULLO STUPRO AVVENUTO A PARMA IN VIA TESTI<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiLqqDJH_cPGzFJ75pJr6fyxbkZYBL2r-cehIpQBJDI7KWG6osmnsMtCMZUpuXpYShezUbWnmqVYe70ilNx9JsXf1YRiGL5gyCbLK22OhW4rXpBCz8E51MazflwT8l228_J5RQsdkBnMQ/s1600/15439922_1284368154970211_8481752841113837966_n.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiLqqDJH_cPGzFJ75pJr6fyxbkZYBL2r-cehIpQBJDI7KWG6osmnsMtCMZUpuXpYShezUbWnmqVYe70ilNx9JsXf1YRiGL5gyCbLK22OhW4rXpBCz8E51MazflwT8l228_J5RQsdkBnMQ/s400/15439922_1284368154970211_8481752841113837966_n.png" width="400" /></a></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b>Visto il dibattito che sta nascendo, la poca (e confusionaria) informazione e la palese difficoltà ad affrontare una problematica di questo tipo, ci teniamo a pubblicare i vari comunicati usciti in riferimento allo stupro di gruppo avvenuto a Parma (nella sede della RAF) nel 2010; per chiarire in ogni sua parte ciò che accadde quel giorno, per prendere una posizione netta e delineare le responsabilità collettive e quelle personali.</b></i></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b><br /></b></i></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b>In fondo alla pagina puoi trovare link ad altri siti dove poter leggere altri testi inerenti. </b></i></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i>In continuo aggiornamento.</i></b></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Per info o altro scrivici alla mail.<i> </i></b></span></span></span><br />
<br />
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Sui fatti di via Testi</b><br />Nel marzo 2015 apprendiamo dai quotidiani locali di un'indagine per stupro di gruppo (avvenuto<br />nel settembre 2010) che coinvolge alcuni esponenti della ex RAF (rete antifascista parmigiana).<br />Alcune di noi cercano da subito ma invano di prendere i contatti con la ragazza per evitare di<br />sostituirsi alla sua voce. Sappiamo che la denuncia dello stupro non è neppure partita da lei ma<br />nell'ambito di un'indagine per un petardo esploso vicino alla sede parmigiana di casa pound.<br />Iniziamo parallelamente un percorso di analisi, critica e autocritica, con la volontà di comprendere</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />i vari aspetti della vicenda che ci appare fin da subito molto complessa. Avviamo un confronto con<br />compagni e compagne a noi affini di altre città, in assemblee miste e separate. Vogliamo evitare le<br />ricostruzioni semplicistiche - ipocrite e strumentali. Vogliamo soprattutto andare alla radice di<br />queste problematiche ed estirparle, anche dalle nostre menti!</span></span></span><br />
<br /><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Noi quella sera in via Testi non c'eravamo e non abbiamo neppure visto i video girati (nonostante<br />facessimo quasi tutte parte del "movimento" già all'epoca dei fatti). Apprendiamo dai giornali che<br />la ragazza ad oggi si è costituita parte civile nel processo e che dichiara di essere stata drogata e<br />violentata. A noi non serve la certezza sulla completa consapevolezza della ragazza quella sera per<br />affermare che un abuso sessuale è stato comunque compiuto e condannarlo, indipendentemente<br />da ogni interpretazione giuridica. Già il solo utilizzo del video come "trofeo" è un abuso. Il<br />nominare con appellativi sessisti una ragazza con cui, casomai, si sarebbe dovuto istaurare un<br />rapporto di complicità e fiducia è un abuso. Crediamo che questo abuso sia stato il "frutto" di una<br />mentalità e un modo di comportarsi sessista e machista innegabilmente esistente nella ex RAF (e<br />non solo). Siamo anche consapevoli della gogna mediatica e giudiziaria a cui la ragazza è<br />sottoposta, e ovviamente la condanniamo: non crediamo alla giustizia dei tribunali!<br /><br />Detto questo, non possiamo ignorare anche il grave comportamento avuto poi dalla ragazza che ha<br />coinvolto nella faccenda - accusandoli di violenza sessuale o complicità - almeno altre tre persone<br />(tra cui una compagna ai tempi a lei sconosciuta) completamente estranee ai fatti. Solo prove<br />schiacchianti (anche per lor signori i giudici!) hanno di fatto evitato a queste persone conseguenze<br />gravi per la propria libertà. È una questione di etica e non una "ostentazione di purezza".<br />Giustificare questi comportamenti e deresponsabilizzare una persona che ha subito un abuso,<br />vittimizzandola, è pericoloso, controproducente e avvalla un approccio paternalistico ed<br />infatilizzante.<br /><br />Non è da trascurare, infine, la strumentalizzazione dell'intera vicenda da parte di sbirri, media e<br />neofascisti messa in atto con il chiaro intento di screditare l'intero "movimento". Ma questa<br />strumentalizzazione non può essere utilizzata come alibi da alcune-i per non riflettere e non<br />prendere posizione (ancora oggi) nel merito della vicenda.<br /><br />Queste righe non hanno pretesa di esaustività: sono espressione dello stato attuale delle nostre<br />conoscenze e di preludio ad uno scritto più corposo ed approfondito che stiamo elaborando da<br />alcuni mesi. Auspichiamo momenti di confronto con chiunque (fuori da chiacchiericci e pregiudizi,<br />enfatizzazioni mediatiche e ansie giustizialiste) si ponga come obbiettivo principale<br />l'individuazione di strumenti duraturi per combattere e sradicare sessismo e machismo da ogni<br />situazione che voglia definirsi "di movimento"...<br /><br /><i>Parma, 7 dicembre 2016</i><br /><i>alcune (persone) antifasciste parmigiane</i></span></span></span><br />
<br />
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Circa i fatti di Parma nella sede della RAF: come riparare 4 crepe prima che qualcosa si rompa per sempre.</b></span></span></span><br />
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><a href="https://abbattoimuri.files.wordpress.com/2016/11/4crepe.pdf" target="" title="">QUI</a> il link per il download in PDF </i><br /><br />Nel
settembre del 2010 in via Testi a Parma un numero imprecisato di
individui (da 4 a 6) ha preso parte attivamente e/o come spettatore ad
uno stupro di gruppo ai danni di una ragazza, che da poco aveva compiuto
diciotto anni.<br />La violenza è avvenuta su un soggetto totalmente
incosciente, condizione che pare impossibile possa essere stata causata
soltanto dal (poco) vino che lei ricorda di aver bevuto. Al momento
dello stupro era incapace di dare il suo consenso o di opporre
resistenza fisica o verbale. Lo sappiamo perché i suoi stupratori hanno
ripreso la scena con un cellulare. Quello che si vede in quel video non
lascia alcun dubbio in merito alla natura della violenza di cui sono
colpevoli. Colpa, già di per sé terribile, aggravata dalla volontà di
infierire attraverso la penetrazione coatta di un fumogeno.<br />Non
avremmo voluto entrare così nel dettaglio; questo elemento tuttavia è
importante dal momento che quell’oggetto, o meglio, la parola con cui
viene identificato –fumogeno-, nei mesi successivi allo stupro è
diventato il nomignolo dispregiativo con cui la vittima è stata
chiamata. La ragazza del fumogeno non poteva davvero immaginare che i
fatti di quella notte, mai denunciati per paura, vergogna o per
incolmabile voglia di buttar tutto alle spalle e dimenticare; fossero
diventati un fenomeno “virale”.<br />Quel video è stato visto da
decine e decine di persone, guardato e riguardato fino a farlo diventare
il simbolo della loro prevaricazione e della sua umiliazione, un osceno
spettacolino di cui ridere o vantarsi.<br />E fin qui tutto male.
Anzi malissimo… Eppure il peggio deve ancora arrivare, perché in via
Testi a Parma non c’era un pub, una discoteca o un’abitazione privata e
neanche un bosco oscuro e minaccioso o un vicolo buio e degradato di un
quartiere pericoloso. In via Testi c’era un edificio come ce ne sono
tanti nel nostro Paese. Quei blocchi tutti uguali che si confondono uno
con l’altro… questo era diverso perché in quel blocco banale di cemento
armato c’era la sede della RAF (la Rete Antifascista di Parma) ed i
soggetti coinvolti in questa storia di orrore e violenza sono uomini e
donne che appartenevano o frequentavano la RAF.<br />E qui qualcosa si rompe.<br /><br /><b>PRIMA CREPA</b><br />Siamo
convinti che il fascismo non sia un’esclusiva della Storia
identificabile nel ventennio del regime in Italia. Crediamo anche che i
fascisti non siano soltanto i nostalgici di quell’epoca, perché il
fascismo non è solo un partito, un regime del passato o una fazione
politica a cui unirsi o contro cui lottare. Il fascismo è prima di tutto
un’attitudine, un modo di pensare, agire, lottare e odiare. È fascista
chiunque usi la propria forza per normalizzare e uniformare le diversità
e opprimere le minoranze. È fascista chiunque usi la debolezza altrui
per imporre con la violenza la propria volontà. È fascista chi
discrimina in base alla sessualità, il genere, il corpo, la
spiritualità, la religione, la specie o l’età.<br />Non possiamo oggi
parlare di antifascismo senza condannare ogni sessismo o specismo,
perché la lotta per la liberazione della donna e dell’uomo è una guerra
per la libertà in difesa degli oppressi, degli animali e della Terra.
Una guerra contro la disperazione, l’ignoranza e il potere che opprime.<br />Uno stupro è sempre e comunque un atto fascista, anche se chi lo commette si dichiara antifascista.<br />L’antifascismo non è soltanto un coro da urlare in “curva” o una toppa da cucire sul
bomber. Essere antifascista è pensare e agire antifascista.<br />Chiunque stupra è un fascista e noi lo combattiamo in quanto fascista e stupratore.<br />Chiunque
respira, si muove e parla dalla nostra parte della barricata, che si
permette di avere atteggiamenti fascisti verrà combattuto in quanto
fascista e stupido vacuo pezzo di merda. <br />E nei giorni,
settimane, mesi successivi alla violenza? La ragazza non denuncia alla
polizia, non parla con nessuno; il video continua a girare, tutti lo
guardano eppure nessuno VEDE la violenza. Gli uomini attorno a quel
tavolo sui cui giaceva inerme la ragazza continuano a frequentare
cortei, concerti, spazi occupati e autogestiti… E ridono, parlano,
bevono birre, escono con ragazze, stringono nuove amicizie; nonostante
giri un video in cui “fanno sesso” con una donna che sembra morta. Non
pensano sia sbagliato e nessuno glielo fa capire. La ragazza non ha
chiari ricordi, ma sa che quel gruppo di persone le ha fatto qualcosa di
brutto, qualcosa che ha percepito come una violenza,e vuole sapere il
perché di quel nome, vuole sapere perché i “compagni” di Parma (e non
solo) la chiamano Fumogeno. È un amico a dirglielo, un amico che le
dice: «è per quel video che gira, per quello che è successo quella
notte…»<br /><br /><b>SECONDA CREPA</b><br />Se una donna o un uomo percepiscono un atteggiamento come fastidioso o violento è una molestia.<br />Se
una donna o un uomo sono palesemente alterati perché sotto l’effetto di
alcol o droghe non possono dare un consenso. Senza consenso è stupro.<br />Può
capitare di sentirsi degradati o violati dopo un rapporto sessuale,
anche se inizialmente abbiamo dato il consenso. Non sapere cogliere o
ignorare i segnali del malessere altrui è violenza.<br />Se una donna
prova piacere durante un rapporto sessuale, lo esplicita. La totale
passività a volte è sintomo di un malessere che non riesce ad essere
espresso. Il silenzio non equivale ad un consenso. Senza consenso è
stupro.<br />Riprendere un rapporto sessuale senza consenso è
violenza. Diffondere un video girato durante un rapporto sessuale (e a
maggior ragione uno stupro) senza il consenso dei soggetti coinvolti è
violenza.<br />E non importa se in altre situazioni abbiamo dato il
consenso per rapporti di natura intima, sessuale o sentimentale. La
violenza troppo spesso avviene all’interno di mura: muri domestici, muri
di relazione e muri di appartenenza ad un gruppo sociale e ciò non la
rende meno grave. Così come la moralità (intima e politica) di una donna
non deve costituire un attenuante al sopruso di un uomo. Se non diamo
il consenso e percepiamo una parola, un atteggiamento o un rapporto come
degradante o violento è stupro.<br />E questo dovrebbe essere scontato per chi si dichiara antifascista e quindi anti-sessista.<br />Chiunque
non comprenda questo e non distingua la differenza tra una donna che
gode e gioca ed una donna che subisce una violenza, verrà combattuto in
quanto fascista, maschilista e orribile vacuo pezzo di merda.<br />Lo
stupro – ridotto ad un ridicolo spettacolo ad uso della miseria umana di
uomini e donne a cui mancano non solo le basi teoriche, ma anche
semplicemente il cuore e la testa di capire – sarebbe così rimasto
impunito. Un peso schifoso ad esclusiva della vittima, che nel frattempo
crolla emotivamente e viene travolta da una spirale di autolesionismo e
disperata ricerca di affetto e calore; una spirale verso il basso,
fatta di scelte sbagliate, di relazioni tossiche e merda intuibile e/o
prevedibile anche senza bisogno di cercare su Google “disturbo
post-traumatico da stress dopo una violenza sessuale”. Lei, sola, in
balìa dei suoi demoni // gli altri, gli stupratori (e spettatori
dell’orrore), in mezzo a noi.<br />Ma nell’agosto del 2013 un ordigno
rudimentale scoppia a pochi passi dalla sede si Casa Pound a Parma e
partono delle indagini che come prevedibile, vanno a colpire il
movimento anti-fascista e anarchico parmense e delle zone limitrofe.<br />C’è
chi dice che sia stata una soffiata, c’è chi dice sia stata proprio
Casa Pound a fare la segnalazione o forse è stato il normale iter delle
indagini. Poco importa il come, ciò che conta è il fatto che gli
inquirenti sono venuti in possesso di quel video – che gli stupratori
avevano realizzato e diffuso – e di un nominativo: il nome e il cognome
di colei che troppi hanno chiamato la ragazza fumogeno.<br />Sola, con
i suoi demoni, e un numero imprecisato di carabinieri che le fanno
domande per ore e ore. Le chiedono quali sono i suoi rapporti con quel
gruppo di uomini e donne che si trovano nella sede della RAF, le
chiedono se li frequenta, se sono suoi amici, se sono suoi compagni.<br />No, non li frequenta.<br />Perché
non li frequenta? Ha forse litigato? Le hanno fatto qualcosa? E lei ci è
mai stata in via Testi? E cose le è successo in via Testi? Poi tirano
fuori il video e glielo mostrano. E ancora domande. È lei nel video? Chi
c’erano quella notte in via Testi? Iniziano a fare dei nomi. Lui c’era?
E questo? Sicura che non ci fosse anche quest’altro? Alcuni sono stati
identificati nel video. Si sentono delle voci. Di chi sono quelle voci?<br />Dopo
ore interminabili vengono fuori i nomi di persone che lei ricorda nella
sede della RAF il giorno dello stupro. E quanti… quanti di noi
sarebbero realmente in grado, al di là delle nostre saldissime
convinzioni, di reggere? <br /><br /><b>TERZA CREPA</b><br />Chiunque si
dichiari “anarchico” dovrebbe rifiutare lo Stato, le sue Istituzioni e
disconoscere la giustizia dei tribunali perché legale non equivale a
giusto. Gli anarchici, quindi, non dovrebbero cercare di correggere i
torti subìti rivolgendosi a chi le leggi le fa, le impone e punisce chi
non le rispetta. Questo perché l’anarchia è auto-organizzazione ed
auto-gestione, con il fine supremo del bene comune che dovrebbe superare
l’interesse individuale.<br />Ma se per mantenere e garantire il bene
di un gruppo, bisogna schiacciare altri individui, mettere a tacere il
malessere e voltare le spalle agli ideali? Possiamo ancora definirci
anarchici?<br />Se rifiutiamo quella legge sorda e cieca che viene
imposta dall’alto e punisce chi non obbedisce, possiamo replicarne il
modello imponendo la sterilità della teoria, a discapito
dell’imperfezione dell’empatia, del buonsenso e dell’umanità?<br />“Chi parla con la polizia è un infame e nei nostri posti non ci deve mettere piede”<br />E
allora chiediamoci perché i primi a VEDERE la violenza in quel video,
che tanti compagni e compagne anarchiche avevano guardato, sono stati
carabinieri e magistrati. Perché una ragazza che ha subìto una tale
violenza si è trovata sola e impreparata “in mano” alle forze armate,
addestrate e formate per gestire queste situazioni a loro vantaggio?
Dove siamo state in quei tre anni che vanno dallo stupro al giorno in
cui due pattuglie sono andate a cercare la ragazza a casa della sua
famiglia? Perché al posto di diffondere il video, umiliarla, organizzare
assemblee CON gli stupratori non è stato fatto muro attorno alla
ragazza? Perché per salvare il gruppo si è deciso di abbandonare chi
davvero aveva bisogno?<br />“Le persone fragili indeboliscono il movimento perché possono essere manipolate da sbirri e fasci”.<br />Crediamo
invece che il movimento sia debole se non è in grado di accogliere e
proteggere i deboli e gli oppressi. Crediamo che il movimento si
indebolisca se si arrocca su teorie di purezza e integrità, senza essere
capace di accogliere (e formare e informare) anche chi non obbedisce
alle Sacre Scritture del rivoluzionario perfetto. Siamo fermamente
convinte che non sia questo il momento di fare un processo all’integrità
politica di chi ha subìto la violenza degli stupratori (prima) e dello
Stato (poi), perché il suo agire non può far passare in secondo piano la
condanna dello stupro e della violenza sessista perpetuata da chi si
dichiara compagno, anarchico e antifascista. Se dobbiamo fare un
processo politico allora facciamolo anche a chi ha stuprato e condiviso
quel video, a chi l’ha chiamata fumogeno e facciamolo soprattutto a noi
stessi. Noi per prime dovremmo metterci sul banco degli accusati e
chiederci che cazzo avevamo in testa quando non abbiamo voluto prendere
posizione perché “è stata violentata, MA…”<br />Durante
quell’interrogatorio avvenuto anni dopo lo stupro, è stata redatta dai
Carabinieri una deposizione, firmata dalla ragazza, con i nomi di chi
lei si ricordava quella sera in via Testi. Tra questi nomi è stata
tirata in causa una persona che ha dichiarato di essere all’estero
all’epoca dei fatti e che poi è stata prosciolta dallo Stato. Degli
altri nominati e convocati dalle Forze Armate come persone informate sui
fatti, 4 uomini sono poi stati accusati e ora a processo (di cui uno
all’estero che risulta irreperibile), perché identificabili nel video.<br />Ricordiamoci
che stiamo parlando di una persona che non ha mai denunciato e non
aveva nessuna intenzione di farlo, ma che si è trovata a doversi
costituire parte civile di un processo per reato di stupro di gruppo.
Non per un atto politico, non per un’azione del movimento, ma per
violenza carnale con una manciata di aggravanti dal momento in cui era
priva di sensi quando è avvenuta. A cui si aggiungono quattro persone
accusate di favoreggiamento che, secondo gli inquirenti, hanno mentito
per coprire gli stupratori o minacciato la vittima per indurla a negare
la violenza subìta. Sono innumerevoli i messaggi di minacce e di insulti
sessisti con cui è stata bombardata da quando sono partite le denunce.
Troppe sono state le occasioni in cui è stata cacciata con violenza,
senza la possibilità di essere ascoltata, da spazi occupati e
autogestiti.<br />Per quanto si possa reputare grave il fatto di
trovarsi “collusa” con la giustizia, non crediamo che la sua debolezza
sia tanto grave da giustificare quello che è stato fatto nei suoi
confronti. Per “vendicare” chi era stato convocato dalle Forze Armate o
proteggere gli stupratori, infatti, è stata messa in moto una macchina
spietata che si è alimentata di voci assurde, minacce e persino
aggressioni fisiche nei suoi confronti. Nel darle dell’infame, nel
trattarla da infame, è passato il messaggio che è più grave denunciare
uno stupro che stuprare. Che sebbene lo stupro fosse avvenuto
all’interno di uno spazio politico, risultava difficile prendere
posizione perché lei ha fatto questo, detto quello e perché lei è… E noi
non crediamo che chi la condanna per aver parlato con le Forze Armate,
voglia questo. Speriamo vivamente che il movimento sia abbastanza maturo
e lucido per distinguere le due cose e contestualizzare i fatti.
Condannare la violenza senza se e senza ma e poi, in un’altra sede e coi
giusti modi*, riflettere sul perché si siano creati i presupposti di
ciò che è successo.<br />*I GIUSTI MODI: quanti di noi le hanno
scritto o chiesto la sua versione? Quanti di noi l’hanno minacciata con
messaggi anonimi o su Facebook per poi bloccarla e non darle la
possibilità di parlare? Quanti di noi hanno diffuso le “voci” messe in
circolo dagli accusati senza mettere in discussione la fonte? Quanti di
noi hanno reputato più grave la presunta infamia di uno stupro? Quanti
di noi attaccano la Giustizia dei tribunali per poi formulare le proprio
accuse con le loro carte e i loro metodi? Quanti hanno chiesto di
vedere il video perché “altrimenti non ci crediamo”? Ed è così che
pensiamo di gestire la nostra giustizia all’interno degli spazi?<br /><br /><b>QUARTA CREPA</b><br />Alla
base dell’antisessismo ci dovrebbe essere la forza di condannare
qualsiasi forma di violenza ai danni delle donne in quanto donne. Ciò
non significa difendere una donna per partito preso, ma condannare ogni
stupro anche se fatto da “compagni”, amici o uomini che amiamo. Anche ai
danni di una donna che reputiamo esecrabile, meschina o nemica. Anche
se ci ha fatto del male. Una femminista non insulta un’altra donna per
il suo aspetto fisico, per le sue preferenze sessuali o per i suoi
appetiti erotici. Una femminista non usa espressioni violente e
maschiliste ai danni di un’altra donna. Per quanto siano nobili le
motivazioni, la violenza sessista (fisica e verbale) è per noi
condannabile, inaccettabile e ci batteremo duramente contro di essa. <br /><br />Concludiamo.<br />Se
anarchici vogliamo creare una socialità-altra all’interno dei nostri
spazi libertari, rivendichiamo le nostre idee e i nostri corpi,
rifiutiamo il ruolo delle istituzioni in ogni sua forma, combattiamo il
braccio armato dello stato, tanto da chiamare lucidamente infame colui
che denuncia un compagno; non possiamo che chiederci ora cosa abbiamo
fatto negli anni in cui avremmo dovuto cercare le modalità di tutelare
una vittima, coscienti del nostro ruolo, prima della macchina
giudiziaria, prima della meraviglia di fronte al crollo emotivo di una
donna. Sei anni di silenzio.<br />Eppure sapevamo bene che l’omertà è da sempre fedele compagna della violenza maschile.<br />Come
possiamo definire libertario un luogo in cui può avvenire una violenza
tanto grave da essere definita stupro, anarchico colui che perpetua
atteggiamenti che condanniamo nella società patriarcale, fascista,
omertosa e violenta? Come possiamo oggi definire questi spazi liberati e
noi liberi?<br />Ciò che è accaduto a lei poteva succedere ad ognuna
di noi. Messa da parte la teoria astratta, la marzialità di un codice e
il superomismo celodurista che preferiamo lasciare a predicatori,
soldati e bulli, non possiamo che essere orgogliose di lei e della sua
forza, oggi, perché ciò che ha vissuto avrebbe forse annientato molte di
noi. Quell’incredibile forza che sta dimostrando nel voler rivendicare
il diritto a frequentare i nostri spazi e il suo coraggio davanti
all’oscenità perpetuata nell’aula di Tribunale, dove si ritrova –
davanti agli occhi dei suoi stupratori – a rivivere ogni istante, ogni
sensazione, ogni ricordo legato a quella notte e alla sua vita intima
passata e presente.<br />Ed è con la sua stessa forza, nella nostra
unione, nella nostra voglia di lottare in nome della gioia, dell’ironia e
della rivolta contro l’esistente che rivendichiamo la stessa urgenza
che è dell’essere punk. Ci sarà il tempo dei comunicati ben scritti e
dei percorsi a lungo, lunghissimo termine atti a rivoluzionare i nostri
mondi – li stiamo già facendo così nell’intimo così come nei nostri
spazi – ma ora è tempo delle parole urlate, della follia sgangherata dei
tre accordi suonati con tutta la nostra forza, della bellezza
imperfetta delle nostre anime in subbuglio, perché da sempre il punk ci
ha insegnato ad usare il cuore, la testa per mettere in discussione e
contrastare ogni tentativo di oppressione e subordinazione alla norma.<br />Ed
oggi ci alziamo in piedi, ritti come chiodi che scintillano nella notte
delle belle cose, insieme, contro la violenza avvenuta quella notte in
via Testi, la vergogna di quel video diffuso e l’orrore di quel
nomignolo. Contro il suo abbandono e l’incapacità di vedere il disagio
di una donna. Contro l’omertà e il muro di silenzio. Contro i modi e il
linguaggio adottati nei suoi confronti. Contro chi l’ha processata,
condannata e punita basandosi su voci e fatti incompleti e di parte.
Contro chi l’ha minacciata, aggredita, allontanata dagli spazi occupati
usando la violenza…<br />Ed è contro tutto questo che aprendo la bocca è uscito questo urlo. </span></span></span><br />
<br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>LIBELLULE SULLE MACERIE</b><br /><br />mi guardi. ti guardo. non abbiamo più parole.<br />siamo incazzatx, delusx, schifatx, angosciatx.<br />ti stringo forte. restiamo a letto ancora qualche minuto?<br />là fuori tutto è marcio o lo sta diventando.<br />dobbiamo vestirci, uscire, fare qualcosa.<br />fra poco, però. ora non ci riesco.<br />ti guardo a lungo e vedo la persona che amo.<br />penso ai ricordi che abbiamo accumulato, ai viaggi, i concerti, i cortei, le iniziative. <br />penso alle risate, ai litigi, ai silenzi e le riappacificazioni.<br />penso anche al sesso. <br />ricordi la t.a.z. in cui ci siamo conosciuti? quanto abbiamo parlato quella sera?<br />e la prima volta a casa tua... ma quanto eravamo tesx? sembravamo due adolescenti.<br />sorridiamo e ci aiuta pensare a tutto questo.<br />riflettere su quanto sia stato bello, all’inizio, scoprire i rispettivi percorsi fatti fino a quel momento.<br />ritrovarsi a parlare di CONSENSO, a metterlo in pratica senza mai sentirci arrivatx.<br />scoprire
via via le violenze più o meno nascoste nelle relazioni, i pensieri, i
comportamenti, le abitudini, la cultura. farci aiutare da video, libri,
opuscoli, dal confronto con altre persone ed esperienze.<br /><br />ci siamo costruiti uno spazio sicuro.<br />siamo libellule sulle macerie.<br />leggère solo fino a un certo punto.<br />i tuoi occhi gridano ciò che non vuoi più vedere.<br />e se il prossimo fossi io?<br />se una cosa simile capitasse a te?<br />o
al contrario, se fossi io a mettere in atto una violenza senza nemmeno
rendermene conto, percependola come giusta, come normale?<br /><br />stuprarono una ragazza pochi anni fa. <br />accadde in un luogo come tanti altri che abbiamo frequentato. <br />con le stesse parole d’ordine, gli stessi slogan, simboli e discorsi.<br />per casualità, avremmo potuto essere presenti a quella serata.<br />avremmo potuto essere completamente incoscienti, per il troppo alcool o lo droga assunta.<br />non in grado di badare a noi stessi, né prendere decisioni consapevoli.<br />magari essere solx, in quel momento, senza unx amicx a tenerci d’occhio e riportarci a casa, se necessario.<br />...<br /><br />non voglio che certe cose si ripetano.<br />voglio tornare a parlare di violenze negli spazi che vivo. tornare a sentirne parlare.<br />voglio
condividere un po' del mio tempo col tempo di altrx. un tempo
sufficiente, un tempo adeguato, un tempo unico ed esclusivamente
dedicato. un tempo non percepito come perso <<perché bisogna
organizzare il concerto, l'iniziativa, perché ora non abbiamo tempo,
perché ci sono cose più importanti,… >>.<br />bisogna parlarne.
perché magari nessunx di noi è uno stupratore, ma esistono tante altre
violenze che mettiamo in atto, più o meno inconsapevolmente. perché non
possiamo capirlo finché nessunx ne parla. perché la storia di unx può
far riflettere qualcunx altrx. perché non esistono compagnx senza
macchia. perché i panni sporchi li laviamo in piazza.<br /><br />ora dobbiamo alzarci, amore. vestirci ed uscire.<br />là fuori è tutto come lo abbiamo lasciato, come non vorremmo ritrovarlo.<br />ci da forza sapere che non siamo solx.<br />che guardandoci intorno scopriamo altri occhi come i nostri.<br />che gli spazi sicuri possono andare ben oltre i nostri letti.</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://abbattoimuri.wordpress.com/2016/12/13/ancora-sui-fatti-di-parma-cosa-vuol-dire-essere-vittime-di-abusi/">Ancora sui fatti di Parma: cosa vuol dire essere vittime di abusi </a></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/03/19/parma-fuori-i-sessisti-e-i-criptofascisti-dai-movimenti/">Parma: fuori i sessisti e cripto/fascisti dai movimenti </a></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/03/16/parma-come-usare-le-donne-per-criminalizzare-spazi-autogestiti-e-antifascisti/">Parma: come usare le donne per criminalizzare spazi autogestiti e antifascisti</a></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://www.facebook.com/events/1615213505440287/permalink/1621503501477954/">Comunicato della Sharp Milano </a></span></span></span><br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-43541697428922570382016-12-14T10:41:00.000+01:002016-12-14T10:36:03.376+01:00MANIFESTO IN SOLIDARIETA' AI/LLE COMPAGN* ARRESTAT* NELL'OP.SCRIPTA MANENT<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBAa3eJgfTW1YotvV30VjEiQUVKlyT7EByINQWIfwVvAVpl3qEgW4tKaZVZzzi75T1jZVwSG7u6rk3wLNhcK-vk69SjzKlse1mAknwF7sxdKP0D3EHbBjPVBouvyiXC5wYDOvCoP9OzIA/s1600/s-m-manifesto2small.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="456" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBAa3eJgfTW1YotvV30VjEiQUVKlyT7EByINQWIfwVvAVpl3qEgW4tKaZVZzzi75T1jZVwSG7u6rk3wLNhcK-vk69SjzKlse1mAknwF7sxdKP0D3EHbBjPVBouvyiXC5wYDOvCoP9OzIA/s640/s-m-manifesto2small.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-78866227997186408252016-12-14T10:40:00.000+01:002016-12-14T11:01:12.069+01:00TORINO: ARRESTAT* COMPAGN* PER L'AMMUTINAMENTO DEI DIVIETI DI DIMORA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghey9eBh9xGnZcBDWW_6f40-SJIWW5DGBHzCwSc7XCKZ4K9MywcBm434QC59tn34UfpGGp37D81VZQvQzTCJhWNYqhyphenhyphen8zvKqUwDbXvadxMQn9zFrePskqaYUulLhD5NXEcz-HMOZlepNM/s1600/manifesto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghey9eBh9xGnZcBDWW_6f40-SJIWW5DGBHzCwSc7XCKZ4K9MywcBm434QC59tn34UfpGGp37D81VZQvQzTCJhWNYqhyphenhyphen8zvKqUwDbXvadxMQn9zFrePskqaYUulLhD5NXEcz-HMOZlepNM/s640/manifesto.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">da<a href="https://www.autistici.org/macerie/" target="" title=""> macerie</a><br /><br />Gli agenti della Digos hanno stamane prelevato dalle rispettive abitazioni quasi tutti coloro che da giorni stavano violando il divieto di dimora a Torino per
condurli alla questura di via Grattoni, notificare loro l’aggravamento
di misura cautelare e prelevare il Dna. Due compagni, invece, non sono
stati trovati.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Lo sapevamo già che il Gip Loretta Bianco che di
peli sulla lingua pare averne parecchi vista la scarsa argomentazione
cartacea nelle ordinanze, ne ha meno sulla firma: per Chiara, Jack,
Larry, Damiano, Gabrio e Manuela il carcere; per Francesca e Giulia gli
arresti domiciliari. Non è ben chiaro quale sia la discriminante tra i
due trattamenti perché, come si diceva sopra, nero su bianco c’è scritto
solo che qualcuno risulta aver fatto più violazioni di altri, ovvero
più giorni di presenza a Torino. Insomma da come la mette la signora
Bianco parrebbe quasi un provvedimento che va a quantità.<br /><br />Aspettiamo
di avere qualche notizia in più, soprattutto sul fatto che il carcere
di destinazione sia come è sembrato di capire quello torinese o se i
compagni saranno smistati in più patrie galere.<br /><br />Intanto l’appuntamento rimane quello per l’udienza di Riesame di giovedì 15, con un presidio davanti al tribunale per le 9:30.<br /><br /><i>macerie @ Dicembre 13, 2016</i></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-39345292029829281652016-12-14T10:35:00.000+01:002016-12-14T11:04:14.668+01:00PROSSIME INIZIATIVE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmwvyKU_FuZuABN3xHON67YA7SgVXZOg9bfVqvsv30_zdTGnQDrULUptWRCGTJ10QKm5_C-l9-MHw6ijeNGZskK1lFEguWQl3cJRcr1TQSJN7V0lXHO48IkrEuAS2PrNQ3kbwOQ95hiY0/s1600/animali-impaginato-724x1024_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmwvyKU_FuZuABN3xHON67YA7SgVXZOg9bfVqvsv30_zdTGnQDrULUptWRCGTJ10QKm5_C-l9-MHw6ijeNGZskK1lFEguWQl3cJRcr1TQSJN7V0lXHO48IkrEuAS2PrNQ3kbwOQ95hiY0/s640/animali-impaginato-724x1024_0.jpg" width="451" /> </a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmwvyKU_FuZuABN3xHON67YA7SgVXZOg9bfVqvsv30_zdTGnQDrULUptWRCGTJ10QKm5_C-l9-MHw6ijeNGZskK1lFEguWQl3cJRcr1TQSJN7V0lXHO48IkrEuAS2PrNQ3kbwOQ95hiY0/s1600/animali-impaginato-724x1024_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><br />
<a name='more'></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmwvyKU_FuZuABN3xHON67YA7SgVXZOg9bfVqvsv30_zdTGnQDrULUptWRCGTJ10QKm5_C-l9-MHw6ijeNGZskK1lFEguWQl3cJRcr1TQSJN7V0lXHO48IkrEuAS2PrNQ3kbwOQ95hiY0/s1600/animali-impaginato-724x1024_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"> </a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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</div>
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</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBdxeTzuiB-eDaDiC-42VE7iAxhcJaxG8aa6tf3Ee2i6MDNVpcKlZqkBsp3U7Jx_-iRSqcahnaJyIpF7Nc0XQGE49hfjgw17gJB6r7UP6Zge_i-tNn_S9WwesIPmD8k1yWH6hVZSxMlLo/s1600/asilo+16.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBdxeTzuiB-eDaDiC-42VE7iAxhcJaxG8aa6tf3Ee2i6MDNVpcKlZqkBsp3U7Jx_-iRSqcahnaJyIpF7Nc0XQGE49hfjgw17gJB6r7UP6Zge_i-tNn_S9WwesIPmD8k1yWH6hVZSxMlLo/s640/asilo+16.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDn5BoEtrEsnue67qsG1Oas8ZbO7Ti9E3tO3xeNaxlEXmDrcWzfalQt2cgTUZMgNooXJvAZxAJd8Ukz7QEy8hmzJMko7bNDO17MEVmnQiwvmtfi65Rl_yVoOsbaTousLeGJYOyvbmyR4g/s1600/kataxnia+italy.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDn5BoEtrEsnue67qsG1Oas8ZbO7Ti9E3tO3xeNaxlEXmDrcWzfalQt2cgTUZMgNooXJvAZxAJd8Ukz7QEy8hmzJMko7bNDO17MEVmnQiwvmtfi65Rl_yVoOsbaTousLeGJYOyvbmyR4g/s640/kataxnia+italy.jpg" width="451" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj05rSaRhFGQnPFZcYaAKrBMK71kuy1KvajxmPYRa0OaBh3G9-nnDIIQNJ66Z-5W3MsGmreNjMbuNBWgb8wIYmxtDef47mK_VbH0zedAOdwye1GYL8P8Og5O8UJINr2VFVc07HnT7DWXlk/s1600/15327368_963414080424852_2534932042707410262_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj05rSaRhFGQnPFZcYaAKrBMK71kuy1KvajxmPYRa0OaBh3G9-nnDIIQNJ66Z-5W3MsGmreNjMbuNBWgb8wIYmxtDef47mK_VbH0zedAOdwye1GYL8P8Og5O8UJINr2VFVc07HnT7DWXlk/s640/15327368_963414080424852_2534932042707410262_n.jpg" width="451" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEas_P8_3V-EStrXhWA-q1nsAxxrNxfOxIQICaE1L3LtSeCFSIBfgaHNqgL_s1wrk3gnLzxHkwb5rkhpmaf4ugFyNWG7SdJdAm_aagNm5BMajpQHLc7FPb4meDGd7xonY1fIibiq34BPU/s1600/venerdi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEas_P8_3V-EStrXhWA-q1nsAxxrNxfOxIQICaE1L3LtSeCFSIBfgaHNqgL_s1wrk3gnLzxHkwb5rkhpmaf4ugFyNWG7SdJdAm_aagNm5BMajpQHLc7FPb4meDGd7xonY1fIibiq34BPU/s640/venerdi2.jpg" width="452" /></a></div>
<br />
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-110782140609559872016-12-14T10:31:00.003+01:002016-12-14T11:02:01.514+01:00TECNOLOGIE-PROCREAZIONE ARTIFICIALE: UN CONTRIBUTO DI SILVIA GUERINI<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Riceviamo e diffondiamo</span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibB8SavTXemTbkv46TgqN7FxgTkyz3EJtRC20Qorkji9Vtc6fYhmfmPw55BKYG31nFtinsA6bHlxICKKwZh_8n11b7XpWbEApk5lf9TEPnA7KrKmTCOOSwONW-4snDdSLZn_KWv3hVFX0/s1600/0b342487950be87a6e4f2d0d2494d88d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibB8SavTXemTbkv46TgqN7FxgTkyz3EJtRC20Qorkji9Vtc6fYhmfmPw55BKYG31nFtinsA6bHlxICKKwZh_8n11b7XpWbEApk5lf9TEPnA7KrKmTCOOSwONW-4snDdSLZn_KWv3hVFX0/s640/0b342487950be87a6e4f2d0d2494d88d.jpg" width="518" /></a></span></span></span></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></span>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Ma quale libertà?! Donne, apriamo gli occhi!<br />Contro l'utero in affitto, a pagamento o gratuito, contro la procreazione artificiale dell'umano.</b><br /><br />Il
corpo della donna non è in vendita, non è mercificabile, non è un pezzo
di ricambio, non è sacrificabile. Le donne non sono contenitori per
produrre figli, non sono macchine da riproduzione.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />In nome della
libertà si celano abomini, in nome della libertà di disporre del proprio
corpo e in nome dell'autodeterminazione si fanno proprie le logiche di
mercificazione di questo sistema tecno-industriale dove tutto è merce,
tutto è quantificabile e soggetto al criterio dell'utile, tutto è in
vendita, tutto è ingranaggio in una mega macchina che stritola i corpi e
il mondo intero. <br />Logiche che si incarnano.<br />Una logica malsana
equipara la vendita della propria forza fisica o mentale alla maternità
per altri. Sicuramente portare via un bambino a una madre che ha
firmato un contratto è la forma suprema dell’alienazione della
lavoratrice dal proprio "prodotto". <br />Le motivazioni a supporto
dell’affitto dell’utero sono illogiche, contraddittorie, franose. Una
questione che reputiamo sbagliata non può essere usata come
argomentazione per giustificarne un'altra. Se il vendere la propria
forza lavoro è sfruttamento, altrettanto o ancor di più lo sarà vendere
il proprio corpo. Ci stiamo arrendendo allo sfruttamento estremo ed è
paradossale che un'area femminista anticapitalista usi proprio le
logiche del capitalismo tentando di trasformarle in argomenti a sostegno
della libertà e dell’autodeterminazione. Quando si afferma che la
critica all'utero in affitto per le donne indiane è parziale in quanto
non contrasterebbe le cause che generano le situazioni di povertà che, a
loro volta, spingono le donne a tale scelta, si usa l'argomentazione
anticapitalista laddove appare utile, dimenticandosi di aver fatta
propria l’argomentazione capitalistica un attimo prima.<br />Il
capitalismo ha mercificato gli stessi elementi vitali, che acquisiscono
un valore economico per ciò che producono di sfruttabile. Il valore in
sè è distrutto. Così un fiume non ha valore perchè parte integrante di
un ecosistema e una foresta non è percepita come una fitta rete di
interrelazioni vitali, ma fiume e foresta sono considerati e resi
risorse da depredare. Così i semi terminator della Monsanto sono
modificati geneticamente per essere resi sterili. Così ci facciamo
inseminare e produciamo un figlio. Così ci facciamo bombardare da ormoni
per produrre un sovrannumero di ovuli al fine di venderli. Così facendo
stiamo aprendo ancora di più i nostri corpi.<br />Se combattiamo questo
sistema è totalmente senza senso arrivare poi ad estendere le sue
logiche ai nostri corpi vendendo servizi sessuali in cambio di denaro o
affittando l'utero, ossia diventando imprenditrici del nostro corpo
attraverso lo sfruttamento della nostra capacità riproduttiva. Ma siamo
convinte che in un sistema patriarcale e tecno-industriale davvero il
potere della nostra capacità riproduttiva potrà rimanere nelle nostre
mani se entriamo nel suo circuito di mercato e di reificazione? Non
diventiamo forse un mezzo di cui il sistema si appropria? E se ne
approprierebbe anche senza denaro in cambio, per il semplice fatto che
gli concediamo la nostra capacità riproduttiva. Non siamo padrone del
gioco in campo, siamo in balia di un gioco che ci attraversa. <br />La
società patriarcale ha sempre sfruttato la capacità riproduttiva delle
donne, è in coloro che non hanno il potere di portare in grembo un
figlio, ma che sono desiderosi di averne uno per sé, che si annida il
rischio di una nuova forma di sfruttamento del corpo femminile.<br />Ma
attenzione, non facciamoci abbagliare dalla retorica dell'altruismo. Non
può esistere una "gestazione per altri etica": se legalizzata e
generalizzata sarà commerciale, basta semplicemente pensare a tutti i
rimborsi spese per la madre in gravidanza. Il denaro è una condizione
necessaria anche nel modo detto "altruistico" come in Gran Bretagna,
dove i presunti "rimborsi" approvati dai tribunali hanno raggiunto le
30.000 sterline.<br />La richiesta della legalizzazione e della
regolamentazione per tutelare delle piccole situazioni realmente
solidali di fatto amplierà solo la mercificazione. <br />Stravolto è il rapporto tra la donna, il proprio corpo e il proprio figlio. <br />Mercificata è la donna, la sua capacità riproduttiva e il figlio. <br />Tutto questo viene nascosto dietro la bandiera dell'altruismo e della generosità! <br />Così
come abbiamo i consumatori etici e il mercato etico, così avremo il
prestito etico dell'utero, dove la donna non sarà più solo una donna
indiana povera e sfruttata, ma magari una donna occidentale trattata
bene, così avremmo le coscienze a posto, ma purtroppo nella sostanza
nulla cambia. La donna diventa fattrice. <br />Anche nella GPA "gratuita"
ci sarà un contratto, una regolamentazione e anche se ci fosse la
clausola che permette alla donna di poter decidere se tenersi il bambino
o di interrompere la gravidanza, come possiamo essere così ingenue da
pensare che dietro a quella che si chiama scelta, nella realtà non ci
sia una situazione di necessità, come possiamo non pensare che da tali
contratti e regolamentazioni non si arrivi a una degenerazione e a una
situazione coercitiva.<br />Una donna, in una situazione estrema, di
povertà, situazione tanto usata per giustificare l'ingiustificabile,
oltre a coltivare patate per una vita, sposare un vecchio ricco
occidentale e affittare l'utero ha anche un'altra strada: quella
dell'orgoglio di sè e della non accettazione. Potrebbe risuonare male se
scritto da una posizione "privilegiata", ma teniamo ben presente la
differenza tra l'accettare o il non accettare lo stato di cose presenti.
Semplicemente, senza troppi giri di parole, se si contrasta lo
sfruttamento di ogni essere vivente è insensato arrivare a giustificarne
alcune espressioni e manifestazioni e addirittura volerle
regolamentare. Semplicemente non ci devono essere. <br />O non ci
interessano le conseguenze o siamo fiduciose, ingenue e ci illudiamo che
le regolamentazioni trasformino tutto in cosa "buona e giusta", o
abbiamo interessi personali o come donne e come soggetto politico non
possiamo non porci il problema sia della GPA che della PMA. Il dibattito
si infiamma sull'utero in affitto, ma dietro la porta rimane la
procreazione assistita...<br />Il potere da sempre si esercita sugli altri
animali attraverso la manipolazione del corpo, dalla selezione e
l'incrocio alla fecondazione artificiale, all'ingegneria genetica.
Tecnologie eugenetiche per un animale migliorato, funzionale
all'allevamento e alla sperimentazione. L'animale è così trasformato in
strumento di produzione, in prodotto, in un interscambiabile modello di
specie sperimentale che deve corrispondere a determinate
caratteristiche. Altri corpi animali, nell'oscurità dell'assenza di uno
sguardo, nella normale pratica dell'allevamento subiscono inseminazioni
forzate, costrette continuamente a riprodursi, a diventar madri per
essere poi depredate della loro prole.<br />Il ricercatore che ha
fabbricato il primo bambino in provetta in Francia, come tutti i
ricercatori specializzati nella riproduzione artificiale umana, si è
prima fatto le ossa sugli animali, in questo caso sulle mucche da latte
per aumentare la loro produzione.<br />Oggi assistiamo a donne sottomesse
volontariamente ad una tecnocrazia in camice bianco: medici, ginecologi,
genetisti, esperti vari, sottomesse a un intero apparato
tecnico-scientifico. Un catalogo di vendita di ovuli da donatrici
selezionate per le loro caratteristiche così da avere una materia prima
di qualità per fabbricare un bambino. Un processo industriale vero e
proprio: selezione ed estrazione della materia prima, analisi nelle
prime fasi di produzione, scarto della merce non idonea, controlli su
tutto il processo.<br />Il movimento lesbico sarà il cavallo di troia per
l'estensione generalizzata della PMA a tutte le coppie anche
eterosessuali senza problemi di fertilità e senza presunte, o tali,
malattie genetiche. Dovremmo urlare no alla procreazione artificiale
per tutte e per tutti. <br />E questa non ha nulla a che vedere con
altre pratiche auto-organizzate slegate e fuori da tutto il sistema
medico e commerciale con il ricorso allo sperma maschile da parte di
donne lesbiche che vogliono un figlio.<br />Anche qui non dobbiamo cadere
nell'illusione della regolamentazione, analogamente avviene per le
nocività: non si possono regolamentare perchè equivarrebbe a
diffonderle, regolamentare vuol dire che il disastro è già avvenuto,
perchè è già insito nell'emissione stessa, è già insito nella diffusione
della pratica. La procreazione artificiale equivale al controllo
sociale dei corpi!<br />Una volta che la pratica sarà estesa a tutti e
tutte si entrerà in un circuito in cui, in nome della libertà di scelta,
si creerà un contesto in cui non si potrà fare altrimenti. In un
domani non troppo lontano sarà definito prima irresponsabile e poi
criminale mettere al mondo figli/e senza ricorrere alle tecniche di
riproduzione artificiale garantite e gestite da un apparato medico. Se
sempre più persone ricorreranno a tale pratica, il rifiuto di essa sarà
sempre più difficile. Chi sceglierebbe di far diventare proprio figlio
un escluso, un emarginato, un essere umano inferiore perchè non
selezionato, e successivamente migliorato, alla nascita? Chi
sceglierebbe di mettere al mondo un figlio con qualche probabilità di
ammalarsi, con forse qualche difetto alla vista, con l'incertezza
riguardo alle sue performance fisiche e intellettuali, insomma un figlio
umano, quando il modello che avremmo interiorizzato sarà l'uomo
perfetto?<br />La procreazione artificiale si innesta in un preciso
progetto di controllo, selezione, modificazione, omologazione e
addomesticamento dell’umano e dell’intero vivente. <br />Riconosciamo gli
abbagli che si celano dietro alle belle parole di libertà e
autodeterminazione, che altro non faranno che assecondare e facilitare
questo processo in atto dove tutto il vivente è sotto attacco, dove il
potere è arrivato a un livello ancora più profondo, con il controllo dei
processi biologici dalla nascita alla morte di tutti i momenti della
vita di un essere vivente. <br />Opponiamoci con forza contro ogni prevaricazione, mercificazione e sfruttamento.<br /><br />Dicembre 2016<br />Silvia Guerini<br /><a href="http://www.resistenzealnanomondo.org/" target="" title="">www.resistenzealnanomondo.org</a></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-82034273056962193502016-12-14T10:24:00.002+01:002016-12-14T11:02:10.494+01:00SULLA SENTENZA DEL PROCESSO DI 2° GRADO PER I FATTI DEL 24/012015 A CREMONA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>riceviamo e diffondiamo:</i><b> </b></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Chi devasta e saccheggia è il potere, in tutte le sue forme</b><br /><br />Oggi, 13-12, l’inizio del secondo grado di giudizio
per i fatti riguardanti la stupenda rivolta del 24 gennaio a Cremona, è
(già) finito confermando l’accusa di devastazione e saccheggio per tre
dei quattro imputati.<br /><br />Per tre imputati (tra cui il delatore Aioub
Babassi) è stata confermata la condanna per devastazione e saccheggio,
con una pena di 3 anni e 8 mesi. Inoltre, è stato confermato il
risarcimento per il Comune di Cremona per un totale di 200mila euro.
Invece per l’ultimo imputato dei quattro è caduta l’accusa più pesante
con la condanna a 2 anni e un mese per resistenza aggravata.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Inoltre,
al tribunale di Cremona, si è chiuso il primo grado con la sentenza di 9
mesi (per oltraggio) per l’ultimo imputato, purtroppo infamato dal
delatore.<br /><br />Il primo dato da constatare a caldo è che tra fine
primo grado e chiusura di metà del secondo, per cinque imputati su otto
viene a cadere l’accusa di devastazione e saccheggio, per la giornata
del 24 gennaio a Cremona.<br /><br />Sicuramente queste sentenze non possono
spegnere lo spirito di ribellione e di solidarietà espresso durante il
24 gennaio, perché non può esistere solidarietà senza rivolta.<br /><br />Dato
che in alcuni casi il comportamento degli imputati è stato del tutto
deplorevole (prese di distanza con la rivolta in solidarietà ad Emilio e
l’inaccettabile infamia), il nostro pensiero e la nostra complicità va
alle compagne e ai compagni di Torino arrestati oggi per aver disertato l’ordine di lasciare la città piemontese, assumendosi il fatto di non rispettare i divieti di dimora.<br /><br />Questi
gesti ci scaldano il cuore e ci fanno capire come la generosità e la
risolutezza di lottare contro un mondo iniquo e oppressivo possano
essere parte fondamentale per aprirsi a percorsi di libertà.<br /><br /><i>Alcune/i antifascisti/e di Cremona</i></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-38716062934777916272016-12-14T10:23:00.000+01:002016-12-14T11:02:19.131+01:00SEI MESI DI ISOLAMENTO PER IL PRIGIONIERO IN LOTTA MAURIZIO ALFIERI<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDWtHN1ospi44AMwtH-b8Yz89sd-URMwgGEM3YV2TtXV3Q5ZBvDwc6-MiiF_R04bIIWG42U6bCxsOAZd6NIJpze-wFZ-g56KXqih1xwZpKi_Z6dPVusDubV-AJqg2L1Jl03usPMQsjioA/s1600/0a2d944ea30518635b8a47a9db3563d5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDWtHN1ospi44AMwtH-b8Yz89sd-URMwgGEM3YV2TtXV3Q5ZBvDwc6-MiiF_R04bIIWG42U6bCxsOAZd6NIJpze-wFZ-g56KXqih1xwZpKi_Z6dPVusDubV-AJqg2L1Jl03usPMQsjioA/s400/0a2d944ea30518635b8a47a9db3563d5.jpg" width="205" /></a></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:<br /><br />Apprendiamo che successivamente ai pestaggi, alla resistenza<a href="http://informa-azione.info/carcere_opera_mi_maurizio_alfieri_picchiato_da_un_secondino_appello_urgente_alla_solidariet%C3%A0" target="" title=""> </a>e alla relativa solidarietà innescatasi nel carcere di Opera, il prigioniero in lotta Maurizio Alfieri ha ricevuto sei mesi di isolamento in regime di 14bis.<br />Maurizio è sempre stato una spina nel fianco dei carcerieri, rompendo la censura
che copre la violenza assassina e sadica della galere, battendosi con
generosità e determinazione per tutelare i più deboli, promuovendo
l'auto-organizzazione e</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> la solidarietà tra detenuti, senza piegarsi ai
ricatti e alle minacce. Da anni provano a disinnescare la sua umanità
ribelle con lunghi periodi di isolamento, una tortura somministrata
arbitrariamente dai carcerieri, che inghiotte l'individuo in un carcere
nel carcere, privandolo il più possibile di contatti umani.<br />Una forma
di violenza più subdola e raffinata dei calci e delle manganellate, che
cerca di infliggere ferite molto più difficili da rimarginare. <br /><br />Per
questo è fondamentale sostenere chi viene sottoposto a questo regime,
facendo pressione sugli aguzzini e cercando di mantenere contatti
epsitolari.<br /><br />Per scrivergli:<br />Maurizio Alfieri</span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b> </b>via Camporgnago, 40 20141 Opera (Milano) </span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-23494892669347906692016-12-14T10:19:00.001+01:002016-12-14T11:02:25.083+01:00ATTACCO INCENDIARIO CONTRO LA CASERMA DEI CARABINIERI IN COSTRUZIONE - GENOVA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Apprendiamo
dai media locali di un attacco incendiario contro una caserma dei
carabinieri in costruzione nell'area Rivarolo di Genova.<br />Nella notte
tra il 10 e l'11 dicembre sono stati dati alle fiamme i locali che
contengono i quadri elettrici e vergate scritte sui muri. </span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Fonte: informa-azione.info</i></span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-57865590114768334372016-12-14T10:18:00.001+01:002016-12-14T11:02:32.154+01:00BLOCCO FERROVIARIO CONTRO IL RAZZISMO DI STATO A TRENTO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>da informa-azione.info </i></span></span></span><br />
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>riceviamo e diffondiamo:</i><br /><br />Il
6 dicembre, alla stazione di Trento, un nutrito gruppo di compagni ha
bloccato il treno per il Brennero delle 18,54. Fumogeni, volantini,
interventi al megafono e uno striscione su cui era scritto: "Non
scordiamo i profughi uccisi dai treni e dal razzismo di Stato".</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Nelle
ultime settimane fra Trentino, Sudtirolo e Tirolo sono stati ben
quattro gli immigrati morti schiacciati dai treni nel tentativo di
raggiungere la Germania o di sottrarsi agli asfissianti controlli di
polizia nelle stazioni (soprattutto di Verona e Bolzano). Secondo i dati
ufficiali, soltanto nel 2015 sono stati 180 gli immigrati fermati dalla
polizia tedesca a bordo (o addirittura agganciati sotto) treni merci
provenienti da Austria e Italia. Questi viaggi di fortuna, che a volte
si concludono in tragedia, dimostrano una cosa sola: il terrore dei
controlli (e delle retate) della polizia.<br /><br />Il blocco ferroviario è
avvenuto durante la fiaccolata in città dal titolo "Il Trentino
accoglie", un'iniziativa promossa da un arco di soggetti e sigle che
andava dalle cooperative ai sindacati, dai "disobbedienti" a radio e tv,
dai partiti del centrosinistra ai dirigenti di Confindustria.<br /><br />Dopo gli <a href="http://informa-azione.info/val_di_fassa_trentino_sul_tentato_incendio_a_un_hotel_destinato_ai_profughi" target="" title="">attacchi razzisti</a>
di Soraga e di Lavarone (dove qualcuno ha cercato di incendiare delle
strutture adibite per i profughi), la cosiddetta società civile ha
voluto ribadire che "Il Trentino accoglie".<br /><br />C'è da scommettere
che chi si lega a un treno merci per sfuggire alla polizia abbia un'idea
diversa di questa bella "accoglienza".<br /><br />Era il caso di ribadirlo.</span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-61381373155453845822016-12-14T10:17:00.000+01:002016-12-14T11:02:39.788+01:00SEQUESTRATO UN CONTRIBUTO DI ALFREDO COSPITO DALLA CENSURA CARCERARIA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3BrwbeIrE0VtMTKInP94b5XqGtoip_E6XG_NNm2WUDkPGHNPCGph2kzBxnq0Du_Ku3Y7McGH1fwbzpN6aF_EKd3wLmxUk7yC9FrJ1DphLOmTUr59R_PjaRnxsLNoB239Vufxqz09u-xc/s1600/11107741_10153188187951166_8678166520323965706_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3BrwbeIrE0VtMTKInP94b5XqGtoip_E6XG_NNm2WUDkPGHNPCGph2kzBxnq0Du_Ku3Y7McGH1fwbzpN6aF_EKd3wLmxUk7yC9FrJ1DphLOmTUr59R_PjaRnxsLNoB239Vufxqz09u-xc/s640/11107741_10153188187951166_8678166520323965706_n.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:<br /><br />Il
compagno Alfredo Cospito, prigioniero in AS2 a Ferrara per la
gambizzazione di Adinolfi e di recente destinatario di un nuovo mandato
di arresto per l'operazione denominata "Scripta Manent" - operazione che
ha comportato, su richiesta della procura di Torino, ad un nuovo
periodo di censura della posta da parte dei secondini - ci scrive che i
suoi articoli vengono sistematicamente sequestrati.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />In
particolare Alfredo ha inviato un lungo contributo per una nuova
iniziativa editoriale, una nuova rivista anarchica di agitazione ed
approfondimento teorico che dovrebbe uscire agli inizi del prossimo
anno. Solo dopo 10 giorni dall'invio del suo articolo, senza ricevere
risposta da parte dei destinatari che anzi lo sollecitavano ignari ad
inviare il gradito contributo, Alfredo ha potuto apprendere che la
lettera era stata sequestrata. In altre parole il responsabile di
sezione il cui triste e infame lavoro consiste nel fotocopiare ogni
lettera, in uscita o in entrata, per i prigionieri sottoposti a censura,
inviandone copia al pm Sparagna, ha deciso che in questo caso lo
spionaggio non bastava; che l'articolo del compagno non doveva uscire
affatto.<br /><br />Decisione che quanto meno ha il merito di fare chiarezza
sulle ipocrisie repressive del regime democratico. Al potere non
interessa soltanto la repressione di quelle azioni che rispondono con la
giusta violenza alla violenza infinitamente maggiore che lo Stato e il
Capitale ogni giorno compiono per tenere in piedi il loro dominio. Il
potere, dai togati dell'antimafia di Torino fino al misero secondino
ferrarese, non tollera nemmeno che i compagni prigionieri possano
continuare a scrivere, ad agitare, a provocare,<br />collaborando, magari anche scontrandosi, con la riflessione di altri individui che non ci stanno a continuare a subire.<br />Non riuscirete ad isolare i compagni e le compagne prigioniere.<br /><br />Avremmo
preferito annunciare pubblicamente l'uscita della nostra rivista solo
quando questa fosse stata effettivamente pronta. Andremo avanti nella
nostra pubblicazione, con maggiore orgoglio nel sapere che questa sta
già innervosendo i burocrati della repressione. Certi che la nostra
complicità con Alfredo e le altre compagne prigioniere non si può certo
esprimere in tutta la sua gioiosa sincerità solo sulle pagine di un
giornale.</span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4728338555415189574.post-88759910256991219372016-12-14T10:15:00.002+01:002016-12-14T11:02:47.969+01:00AGGIORNAMENTI SUL COMPAGNO DIVINE UMORU - AS2 FERRARA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">riceviamo e diffondiamo:<br /><br />Qualche aggiornamento sulla situazione di Divine Umoru,
anarchico prigioniero a Ferrara con l'accusa di detenzione di materiale
potenzialmente esplosivo. Dopo un'accurata analisi del materiale rinvenuto,
si è scoperto che non era poi cosi pericoloso come era sembrato di
primo acchito ai cani da guardia dello stato, anzi non sussisteva
nemmeno la potenzialità esplosiva. Ma questo non ha impedito ai giudici
di rifiutare di nuovo i domiciliari a Divine, questa volta a casa della
madre a Bologna (già li rifiutarono a casa di una compagna). Come
pretesti il fatto di non avere a disposizione il braccialetto
elettronico e le sue frequentazioni sovversive a Bologna.</span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: white;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />Dicono che
comunque l'intenzione c'era....uno psicoreato insomma. L'unica
intenzione che sembra esserci all'orizzonte invece è quella di
organizzare per Divine un bel viaggetto direttissimo per la Nigeria,
solo andata. Nigeria che lui ha lasciato da bambino, quando è venuto in
Italia.<br />Se questo è quello che vogliono, dobbiamo fare in modo che non accada.<br />Nei prossimi giorni ci sarà l'appello contro il rifiuto dei domiciliari.<br />Sappiamo
che in questo momento ci sono tante emergenze, molti sono i compagni
finiti nelle grinfie dello stato, ma invitiamo tutti/e a rinnovare la
solidarietà a Divine scrivendogli, organizzando benefit, inviandogli
materiali,scritti, pubblicazioni e quant'altro possa mantenere vivo il
contatto tra dentro e fuori...non lasciamo che cali il silenzio!!!<br /><br />Seguiranno altri aggiornamenti...<br /><br />Per scrivergli:<br /><b>Divine Umoru</b><br />via Arginone n. 327<br />44122 - Ferrara</span></span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0