19 agosto 2013

RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA DEL 27 GIUGNO SU CARCERE, REPRESSIONE E LOTTE DEI DETENUTI


riceviamo e diffondiamo:



Resoconto dell’assemblea del 27 giugno su carcere, repressione, lotte dei detenuti
L’assemblea ha preso il via da alcune considerazioni a carattere generale sul carcere come rapporto sociale e sull’articolazione sul territorio del dispositivo carcerario, successivamente ci si è concentrati in particolare sulla scadenza dei 20 giorni di mobilitazione proposti dal “coordinamento dei detenuti” per il mese di settembre. L’analisi e le proposte riguardati questo appuntamento specifico hanno consentito di toccare vari dei punti proposti nel testo di indizione dell’assemblea, mettendoli in relazione con un’occasione concreta.
Le occasioni di settembre: Le mobilitazioni dei detenuti all’interno di alcune carceri dovrebbero partire il 10 settembre e proseguire per una ventina di giorni di lotta. Il comunicato d’indizione della lotta lancia la proposta di uno sciopero della fame della durata di una settimana, seguito da un’altra settimana di mobilitazione per la quale la scelta delle modalità è lasciata ai detenuti delle singole carceri. È stata condivisa la necessità di approfittare del periodo estivo per divulgare il comunicato con la proposta  all’interno delle carceri, spedendolo ai detenuti con cui si hanno contatti e volantinandolo ai colloqui con i parenti dei detenuti. È stato ritenuto un passaggio fondamentale capire come viene recepita questa proposta all’interno delle varie strutture carcerarie. Più in generale è stato sottolineata l’importanza del rapporto con i detenuti per le lotte che si apriranno a settembre.
Alcune riflessioni per una rinnovata lotta all’istituzione carceraria:  Considerando che il dispositivo carcerario non è rappresentato esclusivamente dalla struttura-carcere, ma è formato da enti istituzionali che lo gestiscono ( ad esempio il D.A.P., particolarmente odiato dai detenuti), da figure giuridiche che decidono l’applicazione delle misure alternative o la concessione dei domiciliari (magistrati di sorvegliaza), da cooperative o ditte che sfruttano la manodopera carceraria, da aziende che lucrano sul vitto dei detenuti e da persone o strutture che si occupano della “sanità”nelle galere.
Sono stati portati vari esempi su come questi rapporti rendano possibile il funzionamento concreto della struttura carceraria ed  è stato ribadito che mappature locali sul funzionamento del dispositivo carcerario sono da considerarsi utili per capire nel dettaglio le dinamiche carcerarie ed il loro rapporto con la situazione locale e nazionale e per creare delle occasioni di intervento.  Percorsi di approfondimento in questo senso sono già stati intrapresi da varie realtà. In sostanza, si è cercato di uscire dall’ambito specifico delle “tipiche” forme di solidarietà ai detenuti come il presidio sotto le mura del carcere (a cui però viene riconosciuta tutta la sua importanza) per cercare di riflettere su un’opposizione più diffusa, articolata ed efficace al dispositivo carcerario, con l’obiettivo di provare a mettere i bastoni tra le ruote del meccanismo della detenzione.
Cercando di calibrare le riflessioni precedenti  sul terreno pratico dell’azione in solidarietà ai detenuti in lotta , è stato sollevato il problema di provare a raggiungere con questa lotta anche i non-detenuti, con iniziative nei quartieri delle città più toccati dal problema del carcere, visto che la funzione principale di quest’ultimo è e rimane quella della deterrenza. L’idea è di uscire dal giro stretto dei compagni che si occupano di questo ambito per far capire che il carcere non è così lontano dalla realtà quotidiana di uno sfruttato. Per riuscire a far ciò è importante avere un punto di unione fra la realtà quotidiana di un individuo ed il discorso anticarcerario. E’ stato affrontato l’esempio dell’utilizzo degli psicofarmaci come strumento di oppressione sia all’interno che all’esterno delle mura carcerarie, inoltre è uscita la proposta di affrontare la discussione su “donne e carcere” da un’angolazione femminista. Si è inoltre valutato che per le nostre possibilità può essere più efficace e incisivo coordinare all’interno di una stessa giornata presenze di vario tipo in alcune città in cui la mobilitazione dei detenuti avesse un’adesione ed un’intensità particolarmente significative, piuttosto che concentrarci sulla costruzione di un corteo nazionale (proposta presente nel comunicato del Coordinamento dei detenuti. La decisione di eventuali iniziative comuni è stata rimandataa quando si avrà un’idea più chiara della situazione dentro le carceri e dell’adesione alla mobilitazione. Si è ribadita l’importanza di mettere in campo, al di là delle chiamate che necessitano della presenza di compagni da più città, una molteplicità di iniziative locali che diano sostanza e diffusione sul territorio ai percorsi di solidarietà e che siano progettate sulla base delle caratteristiche delle singole situazioni locali.
Alcune proposte pratiche:  Ribadita l’importanza del mese di settembre per una rinnovata lotta all’istituzione carceraria, considerando che la situazione che si sta creando all’interno delle carceri non si presentava da tantissimi anni, si è provato a ragionare su alcune proposte di intervento pratico: approfittare di quello che rimane del periodo estivo per far circolare il più possibile la proposta di lotta a settembre fra i detenuti e i loro parenti o familiari, far uscire un manifesto comune (in fase di condivisione) tra varie città sulla mobilitazione dei detenuti, ritrovarsi in vista della mobilitazione di settembre per condividere idee e proposte, contattare le varie trasmissioni radio sul carcere in modo che diano supporto e facciano circolare le notizie relative alla lotta, mantenere “libero” il weekend del 20 - 21 – 22 settembre per coordinare iniziative a livello nazionale. Inoltre sono stati ricordati i presidi in programma sotto il carcere di Tolmezzo e di Udine indicativamente per la metà di agosto, oltre che il processo a Maurizio Alfieri e Valerio Crivello che si terrà il 7 ottobre a Udine. Infine si è ritenuto opportuno spostare l’assemblea nazionale su carcere e repressione proposta dall’Assemblea contro carcere e CIE della Lombardia da metà settembre alla seconda metà di ottobre, in modo tale da rincontrarsi dopo le varie scadenze dei prossimi due mesi (lo sciopero dei detenuti, il processo a Valerio e Maurizio, le giornate in solidarietà con gli arrestati per il 25 ottobre, il processo a Nicola e Alfredo, la ripresa del processo dell’operazione Outlaw).
Si è sottolineata  l’importanza di incontrarsi fra i vari individui e varie realtà che hanno intenzione di solidarizzare con le mobilitazioni dei detenuti e di rinnovare  la lotta contro il carcere e la società che lo crea, di confrontarsi su come sostenere le mobilitazioni nelle carceri sul proprio territorio e di proporre iniziative comuni.

Compagni e compagne presenti all’assemblea
 

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