17 aprile 2014

ATENE: ESPROPRIATO SUPERMARKET COME MINIMO ATTO DI RESISTENZA


Tutto è rubato; tutto ci appartiene!
Prendiamo indietro alcune delle cose che abbiamo prodotto con duro lavoro e i nostri padroni hanno rubato da noi…
La creazione di uno stato di emergenza, in concomitanza con le incursioni predatorie dei padroni sul lavoro e sulla nostra vita, impone la paura della repressione e della miseria sulla società. Le disparità nella vita quotidiana assumono una dimensione tragica, quando le mani si protendono per mendicare o per rovesciare i bidoni della spazzatura nella speranza di trovare cibo. La disoccupazione e i costanti aumenti dei prezzi dei prodotti sugli scaffali dei supermercati ci fanno dubitare sulla possibilità di soddisfare i nostri bisogni basilari.
Non possiamo tollerarlo; resisteremo.
Oggi (11 Aprile 2014), abbiamo coperto i nostri volti ed abbiamo espropriato uno di questi grandi supermercati. Il nostro volto è la nostra azione, e perché disturba soprattutto la loro quiete e di seguito la loro redditività, cercheranno di rintracciarci. Non li regaliamo nulla, sfidiamo il loro terrorismo, organizziamo i nostri metodi, e rispondiamo collettivamente per strada. Collettivizziamo le nostre resistenze e ci ribelliamo contro i nostri oppressori.
Oggi, abbiamo fatto anche una sosta presso l’organizzazione del lavoro di manodopera (OAED).
Abbiamo lasciato alcuni dei prodotti che abbiamo preso dal supermercato presso l’ ufficio locale per la disoccupazione come un gesto di solidarietà di classe nei confronti degli altri lavoratori e disoccupati; un atto giusto che noi, quelli dal basso, facciamo per noi stessi, ridistribuendo la torta. In questo moderno sistema di schiavitù, in questa galera contemporanea, i lavoratori nei progetti di pubblica utilità che promuove l’organizzazione del lavoro per la manodopera greca, sono costretti a vivere come schiavi per cinque mesi. Non hanno diritto a ferie o giorni di malattia; ottenendo delle briciole come stipendio, e di fronte alla minaccia della rimozione dal registro dei disoccupati nel caso in cui rifiutano la posizione a loro assegnata. Ognuno di noi deve sapere che siamo di più, e se vogliamo organizzarci, possiamo rovesciare gli sfruttatori della nostra vita.
DA CONTRAINFO.ESPIV.NET

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