riceviamo e diffondiamo:
Busto A. 23\8\14
Ciao a tutti e tutte
Capita che vi stia scrivendo da quel bel buco di ferro e cemento chiamato casa circondariale di Busto Arsizio. Potrei raccontarvi tanti aneddoti per dare un'idea della vita qui, ma preferisco riassumere: come ogni galera è un posto di merda, dove burocrazia arbitraria e menefreghismo generalizzato la fanno da padroni. La miglioria più urgente di cui c'è bisogno è abbattere tutto e farci un parco giochi: vi assicuro che scivoli e altalene sono meglio di qualsiasi supposta (proprio) rieducazione.
Per fortuna, la solidarietà tra detenuti si sente e con un po' di determinazione si ride in faccia a tutta la pomposa gerarchia sbirresca.
La prima e per ora breve esperienza in carcere sta in compenso riuscendo a darmi qualche idea su come tutto ciò che si muove attorno alla lotta raggiunga chi non ha la possibilità di partecipare di persona ad incontri e iniziative.
L'assenza di fonti diverse dalla tv per avere informazioni fa sì che solo lo sforzo dei compagni fuori aiuti a farsi un'idea di come va il mondo, e ancora meglio a riuscire a seguire l'evolversi delle lotte.
Abbiamo imparato, da fuori e da dentro, e nel mio caso da entrambi i lati, l'importanza di una buona rassegna stampa periodica: mi ha insegnato fuori a selezionare insieme ad altri i contributi più significativi e a fare attenzione ad assemblare un fascicolo che sapesse raccontare ai prigionieri ciò che si stava muovendo, la solidarietà e le analisi da fonti più disparate. Costringersi a restare letteralmente sul pezzo è prezioso: le notizie o i ragionamenti, che aleggiano nell'aria e si respirano quotidianamente nell'osmosi della vita vicino ai propri compagni, in galera non arrivano.
Allora si prova a superare la distanza, scrivendo lettere e raccogliendo materiale, perché i prigionieri non siano solo amorevolmente accuditi, ma si sentano in grado di essere parte attiva in ciò che accade. Passato dalla parte peggiore del muro mi sono visto confermata l'importanza degli strumenti che da libero ho utilizzato senza comprenderne appieno il potenziale. La vera frustrazione da detenuto è il timore di poter diventare disutile, un peso per chi ti è vicino e fonte di preoccupazioni. Una fitta corrispondenza e un continuo flusso di aggiornamenti ha fatto sì che in poche settimane potessi ritenermi di nuovo attivo e combattivo, a fianco e non al traino dei compagni.
Le molte cartoline, saluti, lettere e notizie dal campeggio, sia da vecchi che nuovi amici, mi hanno fatto venire un'idea che voglio sottoporvi come proposta.
Sarebbe bello e molto utile che dalla Valsusa, con l'aiuto dei compagni sparsi in tutta Italia, partisse una raccolta di notizie e materiali NoTav (Piemonte, Terzo Valico, Trentino...) organizzata e catalogata per essere periodicamente spedita ai detenuti: un insieme di articoli di stampa, comunicati del movimento, contributi o lettere di imputati, report di udienze, ragionamenti... apparsi su siti internet e quant'altro, per rafforzare quel legame diretto tra il movimento NoTav e i prigionieri.
I vantaggi di un opuscolo informativo di questo tipo sarebbero molti: alleggerirebbe un lavoro di archivio di materiali NoTav raccogliendo periodicamente i contributi più significativi; faciliterebbe la diffusione anche in carcere di scritti su un tema che spesso incontra simpatie o perlomeno curiosità e stimola dibattito; aiuterebbe chi si occupa di spedire ai compagni le rassegne stampa generali, snellendone il contenuto. Inoltre, se prodotto da diverse persone o gruppi a rotazione, mantiene attivo uno scambio continuo di informazioni e idee.
Mi sento di proporre un progetto di questo tipo in particolar modo all'assemblea degli "inquisiti" NoTav che si è riunita il 23 agosto, ai comitati e naturalmente a tutti coloro che volessero dare una mano, tra i quali mi metto da subito: anche se vedo difficile un'assemblea nella sala colloqui del carcere di Busto! …Troverò il modo di rendermi utile!
Mi tegni dür, vualter föra vedet de fa i stess!
A prestissimo
Un abbraccio a tutti e tutte
Lucio
per scrivergli:Ciao a tutti e tutte
Capita che vi stia scrivendo da quel bel buco di ferro e cemento chiamato casa circondariale di Busto Arsizio. Potrei raccontarvi tanti aneddoti per dare un'idea della vita qui, ma preferisco riassumere: come ogni galera è un posto di merda, dove burocrazia arbitraria e menefreghismo generalizzato la fanno da padroni. La miglioria più urgente di cui c'è bisogno è abbattere tutto e farci un parco giochi: vi assicuro che scivoli e altalene sono meglio di qualsiasi supposta (proprio) rieducazione.
Per fortuna, la solidarietà tra detenuti si sente e con un po' di determinazione si ride in faccia a tutta la pomposa gerarchia sbirresca.
La prima e per ora breve esperienza in carcere sta in compenso riuscendo a darmi qualche idea su come tutto ciò che si muove attorno alla lotta raggiunga chi non ha la possibilità di partecipare di persona ad incontri e iniziative.
L'assenza di fonti diverse dalla tv per avere informazioni fa sì che solo lo sforzo dei compagni fuori aiuti a farsi un'idea di come va il mondo, e ancora meglio a riuscire a seguire l'evolversi delle lotte.
Abbiamo imparato, da fuori e da dentro, e nel mio caso da entrambi i lati, l'importanza di una buona rassegna stampa periodica: mi ha insegnato fuori a selezionare insieme ad altri i contributi più significativi e a fare attenzione ad assemblare un fascicolo che sapesse raccontare ai prigionieri ciò che si stava muovendo, la solidarietà e le analisi da fonti più disparate. Costringersi a restare letteralmente sul pezzo è prezioso: le notizie o i ragionamenti, che aleggiano nell'aria e si respirano quotidianamente nell'osmosi della vita vicino ai propri compagni, in galera non arrivano.
Allora si prova a superare la distanza, scrivendo lettere e raccogliendo materiale, perché i prigionieri non siano solo amorevolmente accuditi, ma si sentano in grado di essere parte attiva in ciò che accade. Passato dalla parte peggiore del muro mi sono visto confermata l'importanza degli strumenti che da libero ho utilizzato senza comprenderne appieno il potenziale. La vera frustrazione da detenuto è il timore di poter diventare disutile, un peso per chi ti è vicino e fonte di preoccupazioni. Una fitta corrispondenza e un continuo flusso di aggiornamenti ha fatto sì che in poche settimane potessi ritenermi di nuovo attivo e combattivo, a fianco e non al traino dei compagni.
Le molte cartoline, saluti, lettere e notizie dal campeggio, sia da vecchi che nuovi amici, mi hanno fatto venire un'idea che voglio sottoporvi come proposta.
Sarebbe bello e molto utile che dalla Valsusa, con l'aiuto dei compagni sparsi in tutta Italia, partisse una raccolta di notizie e materiali NoTav (Piemonte, Terzo Valico, Trentino...) organizzata e catalogata per essere periodicamente spedita ai detenuti: un insieme di articoli di stampa, comunicati del movimento, contributi o lettere di imputati, report di udienze, ragionamenti... apparsi su siti internet e quant'altro, per rafforzare quel legame diretto tra il movimento NoTav e i prigionieri.
I vantaggi di un opuscolo informativo di questo tipo sarebbero molti: alleggerirebbe un lavoro di archivio di materiali NoTav raccogliendo periodicamente i contributi più significativi; faciliterebbe la diffusione anche in carcere di scritti su un tema che spesso incontra simpatie o perlomeno curiosità e stimola dibattito; aiuterebbe chi si occupa di spedire ai compagni le rassegne stampa generali, snellendone il contenuto. Inoltre, se prodotto da diverse persone o gruppi a rotazione, mantiene attivo uno scambio continuo di informazioni e idee.
Mi sento di proporre un progetto di questo tipo in particolar modo all'assemblea degli "inquisiti" NoTav che si è riunita il 23 agosto, ai comitati e naturalmente a tutti coloro che volessero dare una mano, tra i quali mi metto da subito: anche se vedo difficile un'assemblea nella sala colloqui del carcere di Busto! …Troverò il modo di rendermi utile!
Mi tegni dür, vualter föra vedet de fa i stess!
A prestissimo
Un abbraccio a tutti e tutte
Lucio
Lucio Alberti Casa Circondariale via Cassano Magnago 102 - 21052 Busto Arsizio (Varese)
ogni parola sembra superflua ma una cosa la dico: chi lotta x il giusto finisce dentro anche lo sfigato non capisco perché lasciano circolare cretini ed altri tipi. Gaber diceva la libertà è partecipazione forse invece la libertà è essere imbecilli. Sei forte tieni duro ti ringrazio x la tua lotta su tutti i fronti sei coraggioso un saluto a tutti ciao
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