29 gennaio 2015

NO TAV: CONDANNE, BLOCCHI E CARICHE

da macerie

Si è appena concluso il primo grado del cosiddetto “Processone No Tav”, il procedimento nel quale 53 compagni sono imputati per la resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena del 27 giugno 2011 e per l’assedio al cantiere di Chiomonte del successivo 3 luglio. Le accuse di lesioni e violenza aggravate, di resistenza a pubblico ufficiale, di danneggiamento e travisamento si sono tramutate in condanne che vanno dai pochi mesi ai quattro anni e mezzo di carcere per 47 imputati. Condanne pesanti, inferiori alle richieste dei Pm Pedrotta e Quaglino - che lo scorso 7 ottobre avevano chiesto 200 anni di carcere complessivi - fuorché per alcuni compagni contro i quali i giudici hanno deciso di calcare la mano più di quanto avesse proposto l’accusa. Sei, in ogni caso le assoluzioni.

All’uscita dall’aula i No Tav presenti al processo hanno invaso la strada e hanno bloccato per una ventina di minuti corso Regina Margherita in tutte e due le direzioni all’altezza dell’aula bunker per protestare contro la sentenza formulata dai giudici.

Un altro appuntamento per reagire a questa sentenza viene fissato per il pomeriggio alle 18 al piazzale della stazione di Bussoleno.

Aggiornamento ore 20.45. L’appuntamento alla stazione di Bussoleno si è presto trasformato in un corteo di circa 250 persone che ha bloccato prima la statale e poi ha tentato di invadere l’autostrada. La polizia è riuscita a mettersi in mezzo per tempo e ad impedire questo primo tentativo, ma è stata presto aggirata da un gruppone di manifestanti che, sparpagliatosi sui prati, ha preso possesso di una delle due carreggiate. L’occupazione dell’autostrada è durata circa mezz’ora, fino all’arrivo di nuovi reparti della celere che l’hanno affrontata a colpi di lacrimogeni e con qualche carica. Sembra che durante gli inseguimenti siano stati fermati 5 compagni, due di loro sono stati rilasciati poco dopo.  Ora l’autostrada è riaperta, ben protetta dai celerini, mentre la statale è ancora bloccata.

Aggiornamento ore 23.30. I tre No Tav fermati durante le cariche sull’autostrada sono stati rilasciati con denuncia a piede libero.


macerie @ Gennaio 27, 2015

ABBIAMO VINTO OGGI A KOBANE, VINCEREMO DOMANI IN TUTTO IL KURDISTAN!

fonte
azadi
riportiamo il comunicato del gruppo anarchico DAF di Istanbul tradotto dalla Commissione Relazioni internazionali della FAI.

Abbiamo vinto oggi a Kobane, vinceremo domani in tutto il Kurdistan!

Per 130 giorni, il cuore della Rivoluzione del Rojava ha continuato a battere a Kobane.
Per 130 giorni, la gente ha resistito per la sua vita attraverso l’autorganizzazione e la volontà.
Per 130 giorni, le donne hanno portato avanti la lotta per la libertà.
Per 130 giorni, e non solo a Kobane e a Suruc, ma ovunque e chiunque in questa regione si è sollevato. I confini sono stati demoliti e la solidarietà ha unito tutti.
Per 130 giorni, Kobane ha accresciuto la speranza, non solo contro l’ISIS ma anche contro Assad, l’UE e la Repubblica Turca, contro i media che ripetavano “Kobane cadrà”, contro il capitalismo e lo stato.
Dopo 130 giorni, il popolo resistente è libero.
Kobane ha resistito per 130 giorni contro confini che dividevano le vite, contro assassini che distruggevano le vite, bande create dagli stati. Le terre libere di Kobane hanno fatto nascere la resistenza, fiorire la speranza, iniziare una nuova vita.
La vittoria della resistenza è sorta oggi dalla collina di Mistenur, Mekteba Res e Memite, e Kania Kurda.
Oggi le bande che gli stati hanno creato per i loro interessi scappano via dalle rovine che loro stessi si sono lasciate dietro a Kobane.
Mentre l’eco della vittoria della resistenza rieccheggia per le strade libere di Kobane, la convinzione della libertà sorge dalle stesse rovine nelle strade.
Come diceva il compagno Durruti ” Non abbiamo paura delle rovine”. Oggi e domani, a Kobane e in ogni altro luogo, noi sappiamo che una nuova vita può sorgere dalle rovine.
Biji Serketina Kobane!
Lunga vita alla vittoria di Kobane!
DAF-Devrimci Anarsist Faaliyet
(Azione Anarchica Rivoluzionaria)

qui sotto foto dalle manifestazioni di oggi a Istanbul
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28 gennaio 2015

CALENDARIO 015

E' USCITO IL CALENDARIO 015 DEL LABORATORIO ANARCHICO LA*ZONA! PER CHI NE VOLESSE UNA COPIA MANDATE UNA MAIL A: LAB.LAZONA@GMAIL.COM! ADDOSS
PIRATE FOREVER*FASCIST NEVER


20 gennaio 2015

19 gennaio 2015

AGGRESSIONE FASCISTA AL DORDONI, UN COMPAGNI IN COMA FARMACOLOGICO

riceviamo e diffondiamo:

Ieri sera, un  folto gruppo di fascisti, anche venuti da fuori città, hanno aggredito alcuni compagni del CSA Dordoni che si trovavano dentro la loro sede. Questa è stata la risposta dei fasci ad un giorno precedente abbastanza ad alta tensione, dove alcuni fasci le hanno prese nelle vie del centro di Cremona.

I pochi compagni si sono difesi da questo atto squadristica, dove i numeri erano sproporzionati. Ne ha avuto la peggio Emilio, un compagno che nel difendersi dall'attacco è stato colpito da una spraganta e caricato di calci e pugni quando
era a terra già privo di sensi.

Oggi Emilio si trova in terapia intensiva all'ospedale di Cremona ed è in coma farmacologico.

Per sabato questo, 24 gennaio, è stato chiamato un corteo antifascista per le strade di Cremona.

Tutto il nostro pensiero va ad Emilio e tutto il nostro odio alle merde fasciste!

Daje Emi, che hai la pelle dura!

alcuni antifascisti

Seguiranno aggiornamenti.


16 gennaio 2015


UN PUGNALE CARICO DI VELENO CONTRO L'ORDINE SOCIALE E OGNI AUTORITA'

https://contratodaautoridad.wordpress.com

A proposito del pericolo di trasformare l’anarchia in un insieme di pratiche “alternative” senza contenuto di offensiva contro il potere


Senza dubbio uno dei grandi pericoli sempre in agguato per l’anarchia è la possibilità di diventare un insieme di pratiche prive di tutti i contenuti di offensiva contro il potere.
Questa situazione è favorita, da un lato, dallo stesso nemico attraverso i suoi valori vincolanti di governo democratico, come la “diversità”, la “tolleranza”, il “pluralismo”, così come l’integrazione economica attraverso la mercificazione della ribellione ed il consumo “alternativo”.
D’altra parte, vi è anche una serie di individui e gruppi “di protesta” e anche alcunx “anarchicx” che inconsciamente o deliberatamente prendono le distanze dall”antagonismo e dalla conflittualità permanente verso il dominio, sia mettendo a tacere la necessità della distruzione e dell’attacco diretto contro l’autorità o, nel peggiore dei casi, realizzando rozze campagne di pulizia dell’immagine dell’anarchismo, in posa come patetici difensori di un’ideologia aliena al confronto con il potere. 
Per noi, il recupero della nostra vita è un processo che coinvolge la costruzione della nostra autonomia rispetto al modo di vivere alienato, sottomesso e commercializzato offerto dalla società del capitale e dell’autorità. Ma questo approccio non lo trattiamo mai da una logica di coesistenza pacifica con il potere ma a partire da un atteggiamento di confronto permanente che coinvolga anche una prospettiva di attacco diretto e la distruzione del potere come componenti essenziali di qualsiasi processo di liberazione totale.
E proprio questo, un approccio di confronto, di guerra e attacco che oltrepassa la legge, è ciò che assicura che ogni pratica che mira ad “autogestire la vita” vada al di là della portata di qualsiasi iniziativa specifica, vivendola come parte di una posizione offensiva impossibile da assimilare dal potere.
Non c’è dubbio che l’alimentazione sana e libera dallo sfruttamento animale, orti autogestiti, il confezionamento dei nostri vestiti, la medicina naturale e la liberazione delle relazioni tra gli individui sono pratiche valide nella lotta purchè le si ri-significhi come pratiche che diffondono l’antagonismo all’ordine sociale dominante. E ‘anche importante valutare queste pratiche nella loro giusta prospettiva, che non è esattamente un attacco diretto al dominio. Questo è il motivo per cui lo sviluppo di tali iniziative come un approccio conflittuale antiautoritario multiforme, finiscono per eccedere al di là dei propri limiti, apparendo come un contributo alla lotta piuttosto che come “la” forma di lotta.
Inoltre, le azioni violente che non si proiettano come parte di un’offensiva che comporta la piena ripresa della vita hanno inoltre portata limitata nelle proprie prospettive.
Importante come non gerarchizzare i mezzi utilizzati nella lotta contro il potere, è il fatto di apprezzare tutti gli strumenti nel loro contributo puntuale, puntando a sopraffare la lotta nella pratica stessa dell’insurrezione permanente.
Ecco perché la nostra offensiva fissa il proprio sguardo su un orizzonte che va oltre i mezzi utilizzati, fornendo contenuti e il significato di ribellione a ciascuna delle pratiche che si sviluppano dopo l’eliminazione di tutto il potere e l’autorità. Questa guerra contro il potere implica per noi la tensione costante e l’autocritica dalla quale deriva la necessità di superarsi sempre, mai accontentarsi, a battere la strada e il terreno alla polizia, ad attaccare la repressione e l’ordine sociale puntando in modo permanente alla distruzione di tutte le forme di potere.
Diffondere anarchia non passa per la sconfitta dei valori antagonisti all’ordine imperante, così come non passa attraverso le forme di autogestione come insieme di pratiche che sfuggono il confronto con l’ordine sociale. L’anarchia non può essere un’alternativa alla cultura del consumo, un insieme di pratiche culturali che coesistano pacificamente con il nemico. L’anarchia è un continuo essere in guerra che va al di là delle pratiche specifiche spazzando via tutta l’ideologia parzializzante o totalizzante (animalismo, il femminismo, il naturismo, ecc).
Quanto del nostro tempo e energia dedichiamo ad alimentare discorsi e pratiche che mancano di contenuti offensivi? Quanto ci impegniamo in progetti o iniziative volte a diffondere valori, idee e pratiche basate sul confronto e l’attacco contro il dominio?
Per questo compagnx, nè pratiche di autonomia senza prospettiva di attacco, né pratiche di attacco senza prospettive di liberazione e autonomia nelle relazioni e nella vita nel suo insieme Perché, come ha detto un compagno, l’anarchia non è e non può essere un rimedio o un analgesico contro i mali della società; l’anarchia è e deve essere un pugnale carico di veleno contro l’ordine sociale e contro ogni autorità.
http://puckdeiboschi.noblogs.org/post/2015/01/13/a-proposito-del-pericolo-di-trasformare-lanarchia-in-un-insieme-di-pratiche-alternative-senza-contenuto-di-offensiva-contro-il-potere/#more-1272

DA GENOVA: SU SABOTAGGI E DELAZIONI



riceviamo e diffondiamo:
AZIONE DIRETTA e SABOTAGGIO – DISSOCIAZIONE e DELAZIONE:
E’ IL MOMENTO DI SCEGLIERE, SENZA PIU’ ESITARE!
“Io non possiedo il cervello: solo paglia”
“Come fai a parlare se non hai il cervello?”
“Non lo so. Ma molta gente senza cervello ne fa tante di chiacchiere”
Riteniamo assolutamente necessario prendere la parola in maniera decisa dopo aver assistito a qualcosa che consideriamo inammissibile. Già da tempo trovavamo preoccupante il diffondersi di determinate pratiche all’interno degli ambiti di lotta. Ora non crediamo sia più possibile soprassedere oltre. Ciò che spesso viene spacciato per disputa ideologica o discussione tra punti di vista ha raggiunto la vera e propria pratica della delazione.
Questo è quanto accaduto con la pubblicazione del testo “I burabacio” nei sitinotav.info infoaut.org, in seguito ai sabotaggi avvenuti nel dicembre scorso alle stazioni di Firenze e Bologna. Siti che, sicuramente, non rispecchiano le posizioni dell’intero movimento No Tav, che a sua volta non può avere certo la pretesa di rappresentare chiunque decida di intraprendere un percorso o una singola azione di contrasto all’Alta Velocità e alle nocività.
Da tempo assistiamo alla pubblica diffusione sul web di testi e controversie inquietanti, episodi ritenuti accettabili da alcuni, spacciati come dibattiti dagli autori o considerati in maniera marginale da altri, ora siamo arrivati ad un punto di non ritorno in cui è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Dalla richiesta di incolumità per un’infiltrata, alle continue dissociazioni e prese di distanza rispetto ad attacchi contro il dominio, inclusi quelli riconducibili alla lotta contro il Tav, fino a tergiversare con tolleranza sulla presenza di collaboratori di Giustizia negli spazi occupati, ecco che si giunge a postare articoli su internet in cui si denunciano pubblicamente presunti responsabili di azioni specifiche (in questo caso i redattori di Finimondo.org, autori del testo “A stormo!”).
Probabilmente il non essere sempre puntuali nell’esprimersi in modo critico riguardo a questi eventi ha fatto si che queste pratiche prendessero campo e scadessero in questo degenero. In nome della strategia politica e di una esasperata ricerca di legittimazione mediatica e sociale, ogni critica radicale all’esistente, espressa attraverso parole e/o azioni, che esula dal già predisposto, viene spesso messa all’indice o, nel migliore dei casi, snobbata.
A dimostrazione di ciò, nel momento in cui gli autori stessi prendono atto della sconvenienza (a proprio svantaggio) di queste degenerazioni vigliacche ed insolenti, di cui si rendono protagonisti, non fanno altro che rivisitare goffamente le proprie parole, negandone la paternità o semplicemente cancellando le parti più gravi dei loro testi, già nati come impellente necessità di pararsi il culo.
Si passa dall’ipocrita ossessione di voler differenziare a tutti i costi gli attacchi che colpiscono solo oggetti inanimati a quelli che coinvolgono anche esseri umani (o presunti tali), giustificando i primi e criminalizzando duramente i secondi; per arrivare alla contraddizione di promuovere una politica che incita, almeno apparentemente, a determinate pratiche (come il sabotaggio) per poi prenderne realmente le distanze, addirittura puntando il dito verso altri.
Proprio perché “il sabotaggio è una pratica seria”, storicamente prassi di chiunque nella storia abbia deciso di mettersi in gioco per combattere una singola ingiustizia come l’intero sistema di dominio, non può essere relegato a diventare oggetto di una campagna specifica, tanto meno necessita di essere legittimato da parte di una qualsiasi assemblea, dall’intellettuale di sinistra di turno o dal politicante di movimento a seconda della convenienza e delle relative manovre repressive.
Riteniamo fondamentale che da ora in poi ognuno si assuma la responsabilità di non far più finta di nulla.
Da parte nostra la presenza delle persone responsabili di delazione (riconducibili ai redattori di notav.info e infoaut.org) ad iniziative pubbliche rimane cosa inaccettabile. A maggior ragione nel momento in cui si arrogano la pretesa di disquisire su sabotaggio, accuse di terrorismo e prigionieri anarchici, come stava per avvenire a Genova il 13 di questo mese.
Ora o in futuro, indipendentemente da dove, si ripresenterà la medesima situazione, continueremo a ritenere la loro presenza non gradita.
Rinnoviamo la nostra solidarietà a chi continua ad opporsi al potere e all’autorità senza mediazioni e pericolosi distinguo.
I presenti all’incontro del 12/01/2015 al Mainasso Occupato, Genova
Link di riferimento:
• “A stormo!” 23.12.14
• “I burabacio” –versione originale28.12.14 (29.12.14)
• “I burabacio” –versione ritoccata
[si veda anche Macerie –lista in aggiornamento]

SGOMBERATO IL KAG DI VIA NIEZOLE


VOGLIAMO (UNO) SPAZIO

La neonata occupazione di “Via Neziole 4”, situata nello stabile che per cinque anni ha ospitato l’associazione culturale “KAG”, indice un corteo dimostrativo SABATO 17 GENNAIO con concentramento presso Piazza San Costanzo a Pisogne alle 14:30.
La manifestazione avrà come obiettivi:

•DIFENDERE L’OCCUPAZIONE DI VIA NEZIOLE 4
•RIVENDICARE L’ESIGENZA DI UNO SPAZIO SOCIALE IN VALLE CAMONICA LIBERO DALLE LOGICHE DI PROFITTO E SFRUTTAMENTO
•COSTRUIRE UNA BASE DI SOLIDARIETÀ TRA LE DIVERSE REALTÀ CAMUNE IMPEGNATE NELLE LOTTE SOCIALI, NEL CONFRONTO CULTURALE , NELLA DIFESA DEL TERRITORIO DALLE SPECULAZIONI CHE STANNO MUTANDO INEVITABILMENTE LA NOSTRA VALLE
•OPPORCI ALLE POLITICHE REPRESSIVE ESPRESSE DALLA GIUNTA COMUNALE CON IL NUOVO REGOLAMENTO DI POLIZIA MUNICIPALE

A seguito dello sfratto dell’Associazione KAG abbiamo collettivamente deciso di occupare lo stabile in Via Neziole per proseguire il percorso di iniziative aggregative, culturali e sociali che dal 2009 si sono svolte tra le mura di questo capannone, gettando le basi per una nuova esperienza.

Scenderemo in piazza perché riteniamo che il mancato rinnovamento del bando comunale non sia altro che una decisione politica repressiva e ingiustificata.
Il capannone di via Neziole ha per anni rappresentato un’alternativa politica e culturale autogestita in Valle Camonica che rischia ora di essere eliminata e messa a tacere.

Continueremo ostinatamente a lottare per una società diversa, basata sulla solidarietà e sull’uguaglianza, contro lo sfruttamento e il sistema economico che lo produce promuovendo ogni forma di attività culturale, politica e sociale finalizzate a questo scopo.

Sono note a tutti le simpatie fascistoidi di Invernici. Il regolamento di polizia municipale colmo di divieti degni del ventennio dimostra l’attitudine del primo cittadino al controllo e alla repressione della cittadinanza: vietato stendere i panni, vietato bagnare i fiori in luogo pubblico, vietato chiedere l’elemosina. Manca solo il divieto di essere poveri.

Resistere per esistere.
Contro le politiche repressive: un altro mondo è possibile.

CONCENTRAMENTO ORE 14:30 IN PIAZZA SAN COSTANZO (LA PIAZZA PRINCIPALE DI PISOGNE).

11 gennaio 2015

A MARZO IL PROCESSO A LUCIO, FRA E GRAZIANO


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Dopo che lo scorso 29 dicembre il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei difensori di Francesco, Lucio e Graziano, facendo cadere anche per loro l’accusa di terrorismo, due giorni fa ai tre No Tav è stato notificato il decreto di giudizio immediato per le restanti imputazioni.
Il processo a loro carico si aprirà dunque nel mese di marzo.
Nel frattempo, Francesco, Lucio e Graziano sono ancora detenuti nel carcere di Ferrara nel reparto di alta sorveglianza ma con il rigetto dell’accusa di terrorismo gli sono state revocate le misure peggiorative che erano state imposte dagli accanimenti della Procura (come il blocco dei colloqui e delle telefonate).
Il commento dell’avvocato Eugenio Losco ai microfoni di Radio Blackout:

RADIOCANE:AMOR Y RABIA - SULL'OPERAZIONE PANDORA


riceviamo e diffondiamo:

Paese che vai, antiterrorismo che trovi. Il 16 dicembre 2014, a Barcellona e in altre città spagnole, scatta un insieme di perquisizioni ai danni di compagni e compagne del movimento anarchico. Undici persone vengono fermate; per sette di loro viene confermato il carcere preventivo con l’accusa di “terrorismo”. Un resoconto e un’analisi della situazione e della vicenda da parte di una compagna di Barcellona.
Qui il conto della cassa di solidarietà e qui gli indirizzi delle compagne e dei compagni in carcere.
Ci comunicano che, per chi non conoscesse lo spagnolo, Anna e Bea leggono il francese, Enrique l’inglese, un po’ tutti l’italiano. Ci dicono di non inviare loro direttamente libri perché vengono conteggiati tra i pacchi, ma di inviarli  al seguente indirizzo (specificando, se necessario, per quale dei sette è destinato):
Local anarquista Poble Sec
c/o Maria Hernandez del Blanco
Creu de Mollers 86,
Poble Sec Barcelona.

ascolta :
http://www.radiocane.info/amorerabbia/

SLALOM NO TAV, TRA OPPORTUNISTI, PRESTIDIGITATORI E SICOFANTI


Riceviamo e diffondiamo:

SLALOM NO TAV, TRA OPPORTUNISTI, PRESTIDIGITATORI E SICOFANTI

Tempo di vacanze. In genere, tutti i governi di ogni Stato approfittano di questi periodi per far passare in sordina le peggio leggi, i peggio decreti, le peggio nefandezze.
In questo mondo all’incontrario è una pratica utilizzata non solo dagli stati, ma anche da coloro che aspirano ad una simile organizzazione sociale. Lo Stato, appunto, con i suoi Ministeri, da quello della Paura a quello della Messainriga passando per quello della Formazione delle Coscienze.

Facciamo un balzo indietro, al finire dello scorso anno. L’antefatto:
Dei cavi che scorrono lungo la linea dell’Alta Velocità, nei pressi di Bologna, vengono dati alle fiamme. “Sabotaggio No Tav” si mormora per le strade, nei bar, lungo i sentieri. “Terrorismo No Tav” sbraita qualche politico, i mass-media riportano ora un termine ora l’altro, a seconda dell’indicazione del proprio padrone. Qualcuno però non ci sta e afferma che NO, un No Tav non può averlo fatto, e se non lui, chi? Ma i servizi segreti, è ovvio. Ma perché afferma ciò?
Perché lo ha dichiarato il magistrato Ferdinando Imposimato [1], ex-gendarme e cerbero di molti rivoluzionari negli anni ’70 e ’80 (come Gian Carlo Caselli del resto), ed ora “sostenitore delle politiche No Tav”;
perché la protesta è genuina se è “spontanea e non violenta”;
perché “nessuno di noi è a conoscenza di azioni come quella di questi giorni”;
perché non è il momento di sabotare visto che l’accusa di terrorismo è caduta per tutti/e i sette No Tav agli arresti;
perché sono cose che accadono lontano dalla valle.

[fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/12/26/ARbpc4zC-sabotaggi_velocita_strategia.shtml]

Queste misere considerazioni sarebbero sufficienti per affermare che un atto di sabotaggio è “strategia della tensione”!

Che diamine, solo un paio d’anni fa, forse tre, si coniava l’espressione, poi divenuta per alcuni/e pratica attiva, di “PORTARE LA VALLE IN CITTÀ” e viceversa.
Solo un paio d’anni fa, forse tre, gli stessi che oggi fanno dietrologia, affermavano da un palco che non è importante venire in Val Susa per lottare contro il Tav, perché il Tav è ovunque.
“IL TAV È OVUNQUE” è un’espressione che non è stata inventata sul finire del 2014, ma alcuni anni fa e, soprattutto, praticata.

Ferdi (al contrario del Carlin) dice che è “strategia della tensione”, e voi scordate la sofferenza di centinaia di ragazzi e ragazze, torturati/e dai suoi sgherri (e da quelli del Carlin e dell’Armand) nelle questure e nelle carceri e gli date credibilità e legittimità?
Sono stati i servizi perché la protesta genuina è non violenta, cioè non deve far male a nessun essere umano. A parte che mi piacerebbe sapere il motivo per cui io posso perdere un occhio grazie ad un razzo al cs sparato ad altezza d’uomo, o sputare sangue per giorni, dalla gola o dalla vagina, grazie a migliaia di lacrimogeni al cs sparati in poche ore, o avere il volto tumefatto per mesi grazie alle sprangate degli sbirri……e i responsabili di ciò devono ricevere da me un trattamento differente, a parte queste mie considerazioni, a voi risulta che sui binari bolognesi qualcuno si sia fatto del male a causa di quell’incendio?
Sono stati i servizi perché noi non ne eravamo a “conoscenza”. Perché, eravate forse a conoscenza dell’attacco al cantiere del 13 maggio 2013 o di altri sabotaggi avvenuti in valle, o altrove? E che differenza c’è tra il cremare un compressore o dei cavi?
È caduta l’accusa di terrorismo, bene, e allora andiamo tutti/e al mare e lasciamo che continuino a devastare quella che adesso è anche la mia Valle?
Possibile che con inchieste e processi ancora in corso, con la quotidiana verifica dell’asservimento dei mass-media al Partito del Tav, con la consapevolezza della generosità di tanti nemici del Tav e non solo, si è ancora così ingenui?

Ma non è finita, perché adesso arriva il peggio, e qui torniamo all’inizio di questo testo, al vero e proprio nocciolo della questione.

Gli aspiranti autocrati a cui mi riferisco, cioè i curatori del sito NOTAV.INFO, per zittire dei loro rivali di web arrivano alla vera e propria delazione. Come differentemente definire la seguente frase in un loro post dal titolo “I burabacio”:
<< […] Ma tanto a loro che importa, gli interessa solo mantenere accesa la fiammella sempre più tenua (la fobia sessista a volte gioca brutti scherzi, n.d.r.) del prossimo gesto individuale che saprà guadagnarsi qualche prima pagina dei tanto disprezzati giornali….fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale…chissà che Finimondo! […] >>.
Come si pensa di essere definiti, infami? Collaborazionisti? Sicofanti? Informatori? Merde? Che termine preferite, io li odio tutti.
Quando dite e/o scrivete queste considerazioni, quando le condividete e le diffondete (vedi “Dans Le Rue”, “NoTavGenova” e persino un redattore di Radio Black Out), siete dei pusillanimi.
Antonio Gramsci e Rosa Luxemburg si rivolterebbero nella tomba ad avere degli epigoni simili.

Probabilmente qualcuno/a gli ha fatto notare che “sì, forse, magari, potrebbe essere che stavolta avete cacato a chilometri di distanza dal vasino, esagerato un tantino, che magari qualcuno/a potrebbe davvero essere arrestato grazie alla vostra soffiata”, e quindi loro che fanno? Mettono un cappello su quel post? Si scusano? Avvisano il Ministero della Paura che non volevano affermare ciò che hanno scritto? Nooo, nulla di tutto ciò.
Eliminano dalla Home Page l’articolo in questione, “I burabacio” non si trova più, e quando lo scovi non ha più quel passaggio infame.

Che abilità questi aspiranti leninini, chissà che corsi hanno fatto, o forse le loro arti prestidigitatorie le hanno apprese dalla CMC che, all’indomani del crollo del viadotto sulla Palermo-Agrigento ha fatto scomparire dal proprio sito la pagina dove annunciava la costruzione del viadotto crollato:

http://www.notav.info/post/il-viadotto-crollato-sulla-palermo-agrigento-e-opera-cmc/

oppure lo hanno imparato da quei “rivoluzionari” milanesi che dopo aver ricevuto aspre critiche per l’opuscolo (diffuso il 10 maggio 2014 “in occasione del corteo di Torino in solidarietà ai quattro e a tutti i No Tav sotto processo”, sich), dal titolo “NO TAV, TERRORISMO E CONTRO-INSURREZIONE PARTE 1. WELCOME TO THE TERRORDOME SMONTARE IL DISCORSO SUL TERRORISMO” [link]

lo hanno tolto dalla circolazione e sostituito con un altro pressoché identico dove erano stati tolti (senza scuse, tantomeno autocritiche) dei passaggi davvero osceni, quali “[…] Il discorso antiterrorista cerca di creare confusione, ma per chi lotta quotidianamente, per chi ha i piedi per terra, non è difficile riconoscere quali gesti sono dalla parte della lotta e quali gesti sono di fatto dalla parte dell’ordine, che siano opera di uno sbirro, di un fascista, di un nichilista o semplicemente di un idiota. […]”
Abilità prestidigitatorie sulle quali è bene riflettere.

Situazioni spiacevoli, che aggiungono merda alla merda già circolante.
Qui non si tratta di aver toccato il fondo, e nemmeno di raschiarlo. Qui, notav.info, ha iniziato proprio a scavare.

Un anarchico attivo contro il Tav, ovunque.
Epifania 2015


Link:

[1] 

9 gennaio 2015

STRACCETTI DI BENZINA, STRACCI POLITICI E DELAZIONE



riceviamo e diffondiamo:
Straccetti di benzina, stracci politici e delazione

Non essendo particolarmente internettari, abbiamo letto diversi giorni dopo la loro pubblicazione l'articolo redazionale I burabacio uscito sul sito notav.info e il comunicato, pubblicato sullo stesso sito, del magistrato Imposimato a proposito dei recenti sabotaggi avvenuti contro l'Alta Velocità in Italia. Mentre stavamo ragionando di scrivere una critica ai contenuti del primo articolo e al fatto stesso di pubblicare una presa di posizione su cosa fanno o non fanno i no tav da parte di un magistrato (e nemmemo uno qualsiasi, bensì un PM responsabile di aver seppellito sotto anni di galere decine di rivoluzionari), abbiamo saputo che la prima versione de I burabacio (prontamente sostituita, senza dirlo, cercando in tal modo di cancellare le tracce) era ben peggiore. Ci sarebbe piaciuto che le nostre critiche circolassero anche in Valsusa in modo diretto (a voce e su carta), poco interessati come siamo ai "dibattiti" virtuali tra militanti e componenti politiche. Ma la faccenda è così grave da spingerci alla forma-tempo del comunicato in internet, con tutti i suoi limiti.
Nella prima versione de I burabacio, la redazione di notav.info indica i redattori del sito finimondo.org come coloro che "fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto di benzina inneggiando alla rabbia generale..." (la seconda versione diventa "andavano in estasi per i petardoni postali ... e ora per qualche straccetto di benzina ...").
Indicare pubblicamente degli individui quali autori di determinati reati è, a casa nostra, delazione, pratica indegna per chiunque si consideri rivoluzionario o anche solo genericamente "compagno". Quando si criticano (o si dileggiano) delle pratiche di azione diretta, c'è la polemica, anche dura, anche aspra. Quando si afferma che Tizio o Caio hanno compiuto questo o quel sabotaggio, si fa qualcosa che è semplicemente inaccettabile. "Delazione" non è parola che usiamo alla leggera, ma con quel peso e con quella precisione che scavano fossati tra chi accetta e chi rifiuta un tale modo di fare.
E siccome in queste faccende la precisione è fondamentale, va detto che di quell'articolo sono responsabili i redattori di notav.info (cioè alcuni militanti del centro sociale Askatasuna e del comitato di lotta popolare di Bussoleno), certo non un generico e inesistente "Signor Movimento No Tav". Ci sono decine e decine di compagni (e non) che nella lotta valsusina contro il TAV hanno messo idee, impegno e cuore, che non si sono mai dissociati da alcuna pratica di attacco al potere e che non hanno mai indicato nessuno – né direttamente né indirettamente – alla polizia.
Detto ciò, e con la consapevolezza che una simile questione non si affronta attraverso un semplice, ancorché doveroso, comunicato, vogliamo aggiungere qualcosa sulle saccenti e sprezzanti parole con cui i redattori di no tav.info parlano dei "fan di due cavi bruciati" o "qualche straccetto imbevuto di benzina", loro che sanno, dall'alto della loro scienza, che "il sabotaggio è una pratica seria".
I sabotaggi di dicembre (come vari altri che li hanno preceduti) hanno dimostrato che l'Alta Velcità è un gigante dai piedi di argilla, che può essere bloccato, danneggiato, sabotato anche con mezzi alla portata di chiunque. Proprio come molte delle azioni che sono avvenute in Valsusa. Questo difendere o condannare la benzina (cos'hanno usato i compagni che si sono rivendicati l'attacco al cantiere di Chiomonte? Le bottiglie hanno più "dignità politica" degli stracci, oppure è la "narrazione tossica" dei media che decide quale sabotaggio sia legittimo e quale no?) a seconda dell'opportunismo del momento (che si spinge fino a far da cassa di risonanza a "uno che di terrorismo se ne intende"... come Imposimato) nasconde ben altro timore: quello di non poter centralizzare, e quindi controllare, la lotta contro il TAV. Per quanto ci riguarda, invece, difendiamo i blocchi di massa come le azioni in pochi, le bottiglie contro i macchinari di un cantiere come gli stracci contro i cavi dei Frecciarossa, le manifestazioni tranquille come i sassi contro la sbirraglia, i sabotaggi in Valsusa come sull'Appennino (e cogliamo anche l'occasione per esprimere tutta la nostra solidarietà ai compagni anarchici perquisiti a Bologna).
Questo, e altro ancora, avremmo voluto dire.
Ma l'attacco contro i redattori di finimondo si è spinto ben oltre.
Saremmo antiquati, ma chiamiamo gatto un gatto. E delazione la delazione.
Che nessuno provi a liquidare tutto ciò come "polemica tra componenti politiche". Ci sono princìpi che vanno difesi come le barricate.

Trento, 6 gennaio 2015
anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto

SABOTAGGI, PRESE DI DISTANZA E DELAZIONE

da non-fides.fr

Certo, le prese di distanza nei confronti di alcuni sabotaggi o i discorsi dietrologici (che parlano di servizi segreti, della mafia, di provocatori o di macchinari bruciati per intascare i premi delle assicurazioni…) non sono una novità per il sito notav.info, né per altre parti del movimento No TAV. E lasciamo da parte il disprezzo che i redattori di notav.info provano verso i sabotaggi (“qualche straccetto imbevuto di benzina”) e la mancanza di memoria storica che fa dimenticare loro cos’era l’opposizione al TAV verso la metà degli anni ’90 (quando alcuni individui risoluti sabotavano delle infrastrutture nella valle, mentre le loro tanto amate masse erano davanti alle loro televisioni…).

Però questa volta è stato superato un limite. In un articolo pubblicato sul sito notav.info per criticare le tesi di finimondo.org, gli autori (che si presentano come la redazione) arrivano alla delazione. Scrivono che in passato i compagni avrebbero spedito dei pacchi bomba e che sarebbero loro gli autori dei sabotaggi di dicembre.

Cosa significa tutto ciò? Che chi non si dissocia immediatamente da ogni attacco, come fanno regolarmente su notav.info, potrà essere accusato un giorno di esserne l’autore? Che chi dà visibilità a degli attacchi, al contrario di chi invece li sminuisce, li nasconde o li ignora, ne sta facendo la rivendicazione? Che chi tiene un discorso coerente di sovversione dell’esistente con ogni mezzo necessario sarà condannato come terrorista?

Che sbirri e giudici ragionino così è logico: è il loro lavoro. Che a fare lo stesso siano i redattori di un sito che è una delle voci del movimento No TAV la dice lunga su di loro. Ma la dice lunga anche sulle prospettive di un movimento all’interno del quale si producono tali comportamenti senza che vi sia alcuna critica (quantomeno nessuna critica pubblica, che è quello che conta), cioè col consenso generale, almeno implicito.
Ma una parte non piccola dei “No TAV” sono anarchici.

Per l’appunto, quello che ci stupisce ancor di più è il silenzio dei compagni e delle compagne anarchici. Restare in silenzio significa lasciare che le cose seguano il loro corso (e prendere la posizione più facile). In un caso come questo, ciò vuol dire avallare il comportamento di qualcuno che indica alcuni compagni come autori di delitti precisi. Se vogliamo farla breve, i redattori di Finimondo vengono infamati agli sbirri, pubblicamente e nell’indifferenza generale. Per essere più precisi, vengono lasciati soli da altre parti del movimento anarchico nel momento in cui qualcuno li accusa di aver detto e fatto quello che ogni anarchico dovrebbe dire e fare.

Un tale silenzio è estremamente grave. Non ha nulla a che vedere col fatto che ci piacciano o meno degli individui ben precisi e non dovrebbe nemmeno avere nulla a che vedere con le critiche acerbe ed insistenti che i redattori di Finimondo (fra gli altri) hanno portato al movimento No TAV. Non si tratta qui di prendere posizione nelle eterne guerre di parrocchia, ma piuttosto di dire chiaramente due cose molto precise. Innanzitutto, che la delazione non è accettabile e non deve essere accettata in silenzio. E che ciò dovrebbe significare anche, per gli anarchici che prendono parte alla lotta contro il TAV, difendere pubblicamente, anche contro altri “No TAV”, un’idea ben precisa: la necessità dell’attacco senza mediazioni contro questo mondo. Un’idea che è uno dei fondamenti dell’anarchismo.

Forse questa necessità non viene accettata da tutte le componenti della lotta No TAV? In effetti. Ma allora che i compagni e le compagne scelgano il loro campo.

Alcun* anarchic* di Parigi e dintorni



Segue da finimondo.org

I buoni di Natale

Dicembre è un mese birichino. Comincia come tutti gli altri ma poi, inutile nasconderlo, assume un’aria frizzantina tutta particolare. È il mese delle festività, dei doni, il mese di Natale e dell’ultimo dell’anno. Il mese in cui tutti sono un po’ più buoni. Dai, siamo a Natale. È nato Gesù il caritatevole, ricordate? Massì, nella stalla proletaria, il figlio di Dio-padrone riscaldato dal bue-popolo e dall’asino-ignoranza... Non sentite anche voi l’irresistibile bisogno d’essere più buoni? Chissà che non sia anche per questo che lo scorso 17 dicembre il Tribunale di Torino ha respinto l’aggravante di «terrorismo» nel condannare i quattro compagni sabotatori No Tav. Perché siamo a Natale, e bisogna essere più buoni.
Ecco perché quando alcuni giorni dopo si sono verificati alcuni sabotaggi contro il Tav, a Firenze e a Bologna, perfino il premier Babbeo Renzi ha parlato di sabotaggio. Non ha parlato di terrorismo, esasperando gli animi, no no, lo ha detto chiaro e tondo: è sabotaggio. Ma perché lui è stato anche lupetto, e siamo a Natale, e bisogna essere più buoni. Del resto, fosse stato davvero terrorismo, i treni sarebbero saltati in aria come accadde in quel brutto Natale di trent’anni fa. Che poi, qualcuno la butta lì, questi sabotaggi saranno autocostruiti e autoprodotti dal basso oppure costruiti e prodotti dall’alto? Boh, chissà se ce lo dirà la Befana.
Intanto è Natale, e bisogna essere più buoni. I mass media infatti per un giorno hanno dato risalto persino ad un nostro articolo, «A stormo!». Devono averlo fatto perché sono buoni, sì, buoni a nulla in cerca di scoop. Per fare un regalo al loro direttore e ai questurini? Per obbedire ad una certa Ragione di Stato, mettere al bando il No Stato cattivo e mettere in riga il No Tav buono? Chissà. Ma è Natale, bisogna capirli. Auguri, auguri!
E questo è niente. Perché – non ci crederete mai, davvero – sapete chi si è ricordato di noi per farci un bel regalo? Ma sì, sì, lui, proprio lui, il Capo-Popolo, la Bocca della Protesta, lo Stratega della Lotta, il Comitato Centrale della Rivoluzione... che emozione... il Signor Movimento No Tav!!!
Non potevamo crederci, lui si è proprio precipitato a mettersi in riga e nel suo post domenicale ci ha omaggiato pubblicando pari pari quello stesso nostro articolo! Se i mass media ne avevano riportato solo stralci senza citare la fonte, lui – che è meglio e più dei mass media – ci fa il servizio completo. Che umiltà, che bontà, il compiaciuto leader di un movimento di massa che si abbassa a fare gli auguri a minuscoli individui come noi. E dire che ne abbiamo dette tante sul suo conto... meriteremmo il carbone, meriteremmo... Ma lui è un proprio un Signore, sapete. Non serba rancore verso nessuno, mica a caso accoglie benevolmente un Vittorio Agnoletto o un Giulietto Chiesa, delatori di black bloc a Genova 2001; mica a caso scodinzola davanti a un Ferdinando Imposimato, boia di rivoluzionari negli anni 70 e seguenti.
Infatti fa precedere il nostro testo da una presentazione lusinghiera che ci ha fatto arrossire come scolarette. Sfoderando tutta la sua fine dialettica e la sua possente argomentazione, egli ci dipinge così: Spaventapasseri! Nemici del mondo tutto! (adulatore) Professori dell’estetica dei gesti! Millantatori delle miccette che fanno “puff”! (grazie, grazie, che gentile) Frustrati delle mancate rivolte individuali! Cattedratici giudica tutti! Alfieri dell’anarco-nichilismo! (ma no, davvero, è troppo) Sputasentenze! Disprezzatori dei movimenti popolari! Sfigati! (oddio, così ci metti in imbarazzo, sciocchino) Deliranti quaquaraquà! Fan di due cavi bruciati! Interessati solo alla fiammella sempre più "tenua" [fiammella-a, tenua-a, ovvio] del prossimo gesto individuale! (ma n’zomma, quanti complimenti, con quegli occhietti malandrini che ci scrutano).
Quale onore, quale onore! E tutto perché i giornalisti lo hanno per un giorno tradito, preferendo sfruttare bestemmie anziché preghiere. E tutto perché qualche consigliere del Re gli ha stuzzicato i sensi, anzi, il senso di (altro) Stato, evocandogli la nostra esistenza. Basta così poco per diventare desiderabili? Ma chi se ne frega: Lui ci conosce, ci diffonde, ci ama. Che uomo questo Signor Movimento No Tav! Ha un cuore così grande e generoso – è Natale, è Natale – che non si è accontentato di fare un regalo solo a noi. No, macché, lui ha pensato anche agli amici inquirenti. Poverini, chiusi in Procura a lavorare sotto le feste, che tristezza. E allora, cosa ha fatto per rallegrarli il Signor Movimento No Tav? In quella stessa presentazione ha dato sfoggio delle sue capacità deduttive nei nostri confronti: «fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale... chissà che Finimondo!».
È Natale, dio maiale, e questo è proprio un bel regalo. Anche alcuni giornalisti sono rimasti così deliziati da un simile colpo di scena da pubblicizzarlo, e per questo inaspettato dono il Signor Movimento ha subito ripreso posto nei loro cuori. Considerato che all’epoca della morte di Sole e Baleno alcuni di noi furono inquisiti per i primi pacchi bomba inviati, gli inquirenti gliene saranno doppiamente grati. In archelingua il termine «delatore» sarebbe stato fuori luogo in questo caso solo perché la delazione è la denuncia segreta di un reato commesso, al di là della sua veridicità. Abituato ad una neolingua in cui tutto ciò è al massimo libera opinione o banale constatazione il Signor Movimento No Tav ci mette la faccia, ci mette, e la sua denuncia contro di noi l’ha fatta pubblicamente!
No, anzi no. La faccia la mette e poi la toglie. Qualcuno deve averlo avvisato che l’archelingua non per tutti è ormai desueta, e che un proprietario di una trionfale lotta popolare non può apparire al tempo stesso un confidente di polizia. Così ha pensato bene di modificare la rivelazione contenuta nel suo testo, che adesso suona così: «fino a qualche annetto fa andavano in estasi per i petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora per qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale...». Da vecchia volpe con la coda di paglia, ha provveduto a lasciare immutate l’ora e la data di pubblicazione. Nessuna correzione, nessun sospetto! Il Signor Movimento No Tav non è un indicatore di polizia, giammai – tant’è che per lui il sabotaggio è una cosa seria – sono i giornalisti che hanno pubblicato la precedente versione a farlo passare per tale!
È Natale, e dobbiamo essere tutti più buoni. Noi infatti non ci preoccupiamo di cosa possano pensare gli inquirenti al riguardo. La magistratura per toglierci di mezzo non ha certo bisogno di usare come prova a carico i post domenicali non ancora taroccati degli ammiratori del Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. È noto che isteria e verità non sempre coincidono, anche se certe indicazioni corroborano e fortificano. E queste indicazioni, il Signor Movimento No Tav le ha già date. Il suo taroccamento non serve per proteggere noi dalla magistratura, serve solo a proteggere la sua reputazione. Così nessuno potrà sostenere pubblicamente che a partire dalle 18.29 del 28 dicembre 2014 la definizione infame calza al Signor Movimento No Tav come un guanto. E questo al di là delle conclusioni che potrebbero trarre i lettori ermellinati del blog notav.info (occasionalmente notav.infam).
È Natale, e dobbiamo essere tutti più buoni. Ma, disgraziatamente per il Signor Movimento No Tav, noi la schermata originale l’abbiamo conservata (chi volesse vederla con i propri occhi non ha che da chiedercela). Il suo revisionismo di staliniana memoria che cerca di far sparire cose imbarazzanti dalle immagini di famiglia è stato inutile, già.
A noi le attenzioni degli sbirri, e sia.
Ma al Signor Movimento No Tav, tutto il disprezzo che si meritano gli infami, fossero anche occasionali!

[30/12/14]

8 gennaio 2015



16/01: MI BASTAVA UNO SPICCHIO DI CIELO E DJ DIBLA @LAB.ANARCHICO LA*ZONA (BG)



VENERDI' 16 GENNAIO

Dalle 19.00 Apericena vegan & Vegan Spritz

A Seguire Presentazione del libro
"MI BASTAVA UNO SPICCHIO DI CIELO" Storia documentaria della vita reclusa di Francesco "Sirbone" Catgiu

Ai frequenti sequestri di persona che avvenivano in Sardegna, nel corso negli anni Settanta e Ottanta, lo Stato rispose con una feroce ondata repressiva. Il caso di Francesco "Sirbone" Catgiu illumina una realtà carceraria fatta di torture, di cattiverie e codardie gratuite da parte di quanti vi lavoravano, di giustizialismo cieco, di pene esemplari invocate e di stolida indifferenza, l'indifferenza di chi accetta l'annientamento psicofisico delle persone indocili. Vi sono infatti individui che riescono a mantenere la schiena dritta, rifiutando ogni percorso di "ravvedimento" e ogni concessione alla logica del "ciascuno per sè". "Sirbone" è tra questi: un uomo libero che sulla sua strada ha incontrato altri individui liberi, solidali nella lotta contro lo Stato-Capitale.

& DjSet by DJDIBLA

@Laboratorio Anarchico LA*ZONA
via bonomelli 9 BG