riceviamo e diffondiamo:
Gli/le indomabili hanno sempre combattuto la normalizzazione.
La normalizzazione ha molti aspetti, alcuni impliciti - come la televisione, gli spot pubblicitari, i 'mi piace', i modelli culturali - ed altri espliciti, taluni addirittura estremamente fisici: il carcere, gli ospedali psichiatrici, i riformatori... In queste strutture i 'deviati' vengono rinchiusi e nascosti all'occhio perbenista, imbottiti di psicofarmaci per essere riportati alla normalità.
I manicomi non esistono più, ma essi sopravvivono in strutture gemelle: gli ospedali psichiatrici. E hanno dispositivi loro diretta diramazione: i TSO.
I TSO (Trattamenti Sanitari Obbligatori) sono programmi di sanità mentale atti a far rimanere il manicomio nelle nostre vite. Loro obiettivo è normalizzare i pazzi, i deviati, i non allineati, le ribelli, le indomabili. Attraverso le pillole della felicità, normalizzare significa creare zombi, burattini, marionette e soldati. Nonchè creare profitto dalla vendita dei medicinali e dal mantenimento delle strutture sanitarie.
La normalizzazione, quindi, genera controllo e denaro. E' figlia del capitalismo e della forma più completa e sottile del controllo sociale, quella che divide in sani e in malati, da curare e normalizzare. Ecco perchè gli/le indomabili la hanno sempre combattuta.
Nel 2007 a Bologna alcuni/e indomabili si sono opposti/e alla normalizzazione cercando di impedire un TSO. In seguito sono stat* arrestat* e incarcerat*.
Oggi, 7 anni dopo, stanno ancora fronteggiando il processo che non ha raggiunto nemmeno il primo grado di giudizio.
Le richieste di condanna del pm, emesse nel luglio scorso, sono altissime: vanno dai sei anni e mezzo ai sette anni e mezzo di reclusione.
Non ci stupiamo che il potere cerchi sempre di reprimere gli animi dei/lle ribelli e in questo caso, infatti, alle normali accuse di resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale è stata aggiunta una tipica montatura di stato: i/le compagn* sono stati/e accusat* di rapina di un paio di manette.
Quello che inizialmente sembrava un mero desiderio di vendetta contro i/le compagn*, ora ha assunto le fattezze di quello che potrebbe diventare un precedente atto a legittimare una repressione assurda e gravosa contro coloro che non vogliono normalizzarsi.
Alla loro normalità preferiamo la follia!
Ecco perchè venerdì 17 ottobre, a Bologna al Piazzale Maggiore alle 16.00, saremo in piazza, a fianco dei/lle nostr* compagn* colpit* dalla repressione di stato.
Madda, Sirio, Juan, Fede, Fako liber*!
Gli/le indomabili hanno sempre combattuto la normalizzazione.
La normalizzazione ha molti aspetti, alcuni impliciti - come la televisione, gli spot pubblicitari, i 'mi piace', i modelli culturali - ed altri espliciti, taluni addirittura estremamente fisici: il carcere, gli ospedali psichiatrici, i riformatori... In queste strutture i 'deviati' vengono rinchiusi e nascosti all'occhio perbenista, imbottiti di psicofarmaci per essere riportati alla normalità.
I manicomi non esistono più, ma essi sopravvivono in strutture gemelle: gli ospedali psichiatrici. E hanno dispositivi loro diretta diramazione: i TSO.
I TSO (Trattamenti Sanitari Obbligatori) sono programmi di sanità mentale atti a far rimanere il manicomio nelle nostre vite. Loro obiettivo è normalizzare i pazzi, i deviati, i non allineati, le ribelli, le indomabili. Attraverso le pillole della felicità, normalizzare significa creare zombi, burattini, marionette e soldati. Nonchè creare profitto dalla vendita dei medicinali e dal mantenimento delle strutture sanitarie.
La normalizzazione, quindi, genera controllo e denaro. E' figlia del capitalismo e della forma più completa e sottile del controllo sociale, quella che divide in sani e in malati, da curare e normalizzare. Ecco perchè gli/le indomabili la hanno sempre combattuta.
Nel 2007 a Bologna alcuni/e indomabili si sono opposti/e alla normalizzazione cercando di impedire un TSO. In seguito sono stat* arrestat* e incarcerat*.
Oggi, 7 anni dopo, stanno ancora fronteggiando il processo che non ha raggiunto nemmeno il primo grado di giudizio.
Le richieste di condanna del pm, emesse nel luglio scorso, sono altissime: vanno dai sei anni e mezzo ai sette anni e mezzo di reclusione.
Non ci stupiamo che il potere cerchi sempre di reprimere gli animi dei/lle ribelli e in questo caso, infatti, alle normali accuse di resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale è stata aggiunta una tipica montatura di stato: i/le compagn* sono stati/e accusat* di rapina di un paio di manette.
Quello che inizialmente sembrava un mero desiderio di vendetta contro i/le compagn*, ora ha assunto le fattezze di quello che potrebbe diventare un precedente atto a legittimare una repressione assurda e gravosa contro coloro che non vogliono normalizzarsi.
Alla loro normalità preferiamo la follia!
Ecco perchè venerdì 17 ottobre, a Bologna al Piazzale Maggiore alle 16.00, saremo in piazza, a fianco dei/lle nostr* compagn* colpit* dalla repressione di stato.
Madda, Sirio, Juan, Fede, Fako liber*!
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