da non-fides.fr
Certo, le prese di distanza nei confronti di alcuni sabotaggi o i discorsi dietrologici (che parlano di servizi segreti, della mafia, di provocatori o di macchinari bruciati per intascare i premi delle assicurazioni…) non sono una novità per il sito notav.info, né per altre parti del movimento No TAV. E lasciamo da parte il disprezzo che i redattori di notav.info provano verso i sabotaggi (“qualche straccetto imbevuto di benzina”) e la mancanza di memoria storica che fa dimenticare loro cos’era l’opposizione al TAV verso la metà degli anni ’90 (quando alcuni individui risoluti sabotavano delle infrastrutture nella valle, mentre le loro tanto amate masse erano davanti alle loro televisioni…).
Però questa volta è stato superato un limite. In un articolo pubblicato sul sito notav.info per criticare le tesi di finimondo.org, gli autori (che si presentano come la redazione) arrivano alla delazione. Scrivono che in passato i compagni avrebbero spedito dei pacchi bomba e che sarebbero loro gli autori dei sabotaggi di dicembre.
Cosa significa tutto ciò? Che chi non si dissocia immediatamente da ogni attacco, come fanno regolarmente su notav.info, potrà essere accusato un giorno di esserne l’autore? Che chi dà visibilità a degli attacchi, al contrario di chi invece li sminuisce, li nasconde o li ignora, ne sta facendo la rivendicazione? Che chi tiene un discorso coerente di sovversione dell’esistente con ogni mezzo necessario sarà condannato come terrorista?
Che sbirri e giudici ragionino così è logico: è il loro lavoro. Che a fare lo stesso siano i redattori di un sito che è una delle voci del movimento No TAV la dice lunga su di loro. Ma la dice lunga anche sulle prospettive di un movimento all’interno del quale si producono tali comportamenti senza che vi sia alcuna critica (quantomeno nessuna critica pubblica, che è quello che conta), cioè col consenso generale, almeno implicito.
Ma una parte non piccola dei “No TAV” sono anarchici.
Per l’appunto, quello che ci stupisce ancor di più è il silenzio dei compagni e delle compagne anarchici. Restare in silenzio significa lasciare che le cose seguano il loro corso (e prendere la posizione più facile). In un caso come questo, ciò vuol dire avallare il comportamento di qualcuno che indica alcuni compagni come autori di delitti precisi. Se vogliamo farla breve, i redattori di Finimondo vengono infamati agli sbirri, pubblicamente e nell’indifferenza generale. Per essere più precisi, vengono lasciati soli da altre parti del movimento anarchico nel momento in cui qualcuno li accusa di aver detto e fatto quello che ogni anarchico dovrebbe dire e fare.
Un tale silenzio è estremamente grave. Non ha nulla a che vedere col fatto che ci piacciano o meno degli individui ben precisi e non dovrebbe nemmeno avere nulla a che vedere con le critiche acerbe ed insistenti che i redattori di Finimondo (fra gli altri) hanno portato al movimento No TAV. Non si tratta qui di prendere posizione nelle eterne guerre di parrocchia, ma piuttosto di dire chiaramente due cose molto precise. Innanzitutto, che la delazione non è accettabile e non deve essere accettata in silenzio. E che ciò dovrebbe significare anche, per gli anarchici che prendono parte alla lotta contro il TAV, difendere pubblicamente, anche contro altri “No TAV”, un’idea ben precisa: la necessità dell’attacco senza mediazioni contro questo mondo. Un’idea che è uno dei fondamenti dell’anarchismo.
Forse questa necessità non viene accettata da tutte le componenti della lotta No TAV? In effetti. Ma allora che i compagni e le compagne scelgano il loro campo.
Alcun* anarchic* di Parigi e dintorni
Certo, le prese di distanza nei confronti di alcuni sabotaggi o i discorsi dietrologici (che parlano di servizi segreti, della mafia, di provocatori o di macchinari bruciati per intascare i premi delle assicurazioni…) non sono una novità per il sito notav.info, né per altre parti del movimento No TAV. E lasciamo da parte il disprezzo che i redattori di notav.info provano verso i sabotaggi (“qualche straccetto imbevuto di benzina”) e la mancanza di memoria storica che fa dimenticare loro cos’era l’opposizione al TAV verso la metà degli anni ’90 (quando alcuni individui risoluti sabotavano delle infrastrutture nella valle, mentre le loro tanto amate masse erano davanti alle loro televisioni…).
Però questa volta è stato superato un limite. In un articolo pubblicato sul sito notav.info per criticare le tesi di finimondo.org, gli autori (che si presentano come la redazione) arrivano alla delazione. Scrivono che in passato i compagni avrebbero spedito dei pacchi bomba e che sarebbero loro gli autori dei sabotaggi di dicembre.
Cosa significa tutto ciò? Che chi non si dissocia immediatamente da ogni attacco, come fanno regolarmente su notav.info, potrà essere accusato un giorno di esserne l’autore? Che chi dà visibilità a degli attacchi, al contrario di chi invece li sminuisce, li nasconde o li ignora, ne sta facendo la rivendicazione? Che chi tiene un discorso coerente di sovversione dell’esistente con ogni mezzo necessario sarà condannato come terrorista?
Che sbirri e giudici ragionino così è logico: è il loro lavoro. Che a fare lo stesso siano i redattori di un sito che è una delle voci del movimento No TAV la dice lunga su di loro. Ma la dice lunga anche sulle prospettive di un movimento all’interno del quale si producono tali comportamenti senza che vi sia alcuna critica (quantomeno nessuna critica pubblica, che è quello che conta), cioè col consenso generale, almeno implicito.
Ma una parte non piccola dei “No TAV” sono anarchici.
Per l’appunto, quello che ci stupisce ancor di più è il silenzio dei compagni e delle compagne anarchici. Restare in silenzio significa lasciare che le cose seguano il loro corso (e prendere la posizione più facile). In un caso come questo, ciò vuol dire avallare il comportamento di qualcuno che indica alcuni compagni come autori di delitti precisi. Se vogliamo farla breve, i redattori di Finimondo vengono infamati agli sbirri, pubblicamente e nell’indifferenza generale. Per essere più precisi, vengono lasciati soli da altre parti del movimento anarchico nel momento in cui qualcuno li accusa di aver detto e fatto quello che ogni anarchico dovrebbe dire e fare.
Un tale silenzio è estremamente grave. Non ha nulla a che vedere col fatto che ci piacciano o meno degli individui ben precisi e non dovrebbe nemmeno avere nulla a che vedere con le critiche acerbe ed insistenti che i redattori di Finimondo (fra gli altri) hanno portato al movimento No TAV. Non si tratta qui di prendere posizione nelle eterne guerre di parrocchia, ma piuttosto di dire chiaramente due cose molto precise. Innanzitutto, che la delazione non è accettabile e non deve essere accettata in silenzio. E che ciò dovrebbe significare anche, per gli anarchici che prendono parte alla lotta contro il TAV, difendere pubblicamente, anche contro altri “No TAV”, un’idea ben precisa: la necessità dell’attacco senza mediazioni contro questo mondo. Un’idea che è uno dei fondamenti dell’anarchismo.
Forse questa necessità non viene accettata da tutte le componenti della lotta No TAV? In effetti. Ma allora che i compagni e le compagne scelgano il loro campo.
Alcun* anarchic* di Parigi e dintorni
Segue da finimondo.org
I buoni di Natale
Dicembre è un mese birichino. Comincia come tutti gli altri ma poi, inutile nasconderlo, assume un’aria frizzantina tutta particolare. È il mese delle festività, dei doni, il mese di Natale e dell’ultimo dell’anno. Il mese in cui tutti sono un po’ più buoni. Dai, siamo a Natale. È nato Gesù il caritatevole, ricordate? Massì, nella stalla proletaria, il figlio di Dio-padrone riscaldato dal bue-popolo e dall’asino-ignoranza... Non sentite anche voi l’irresistibile bisogno d’essere più buoni? Chissà che non sia anche per questo che lo scorso 17 dicembre il Tribunale di Torino ha respinto l’aggravante di «terrorismo» nel condannare i quattro compagni sabotatori No Tav. Perché siamo a Natale, e bisogna essere più buoni.
Ecco perché quando alcuni giorni dopo si sono verificati alcuni sabotaggi contro il Tav, a Firenze e a Bologna, perfino il premier Babbeo Renzi ha parlato di sabotaggio. Non ha parlato di terrorismo, esasperando gli animi, no no, lo ha detto chiaro e tondo: è sabotaggio. Ma perché lui è stato anche lupetto, e siamo a Natale, e bisogna essere più buoni. Del resto, fosse stato davvero terrorismo, i treni sarebbero saltati in aria come accadde in quel brutto Natale di trent’anni fa. Che poi, qualcuno la butta lì, questi sabotaggi saranno autocostruiti e autoprodotti dal basso oppure costruiti e prodotti dall’alto? Boh, chissà se ce lo dirà la Befana.
Intanto è Natale, e bisogna essere più buoni. I mass media infatti per un giorno hanno dato risalto persino ad un nostro articolo, «A stormo!». Devono averlo fatto perché sono buoni, sì, buoni a nulla in cerca di scoop. Per fare un regalo al loro direttore e ai questurini? Per obbedire ad una certa Ragione di Stato, mettere al bando il No Stato cattivo e mettere in riga il No Tav buono? Chissà. Ma è Natale, bisogna capirli. Auguri, auguri!
E questo è niente. Perché – non ci crederete mai, davvero – sapete chi si è ricordato di noi per farci un bel regalo? Ma sì, sì, lui, proprio lui, il Capo-Popolo, la Bocca della Protesta, lo Stratega della Lotta, il Comitato Centrale della Rivoluzione... che emozione... il Signor Movimento No Tav!!!
Non potevamo crederci, lui si è proprio precipitato a mettersi in riga e nel suo post domenicale ci ha omaggiato pubblicando pari pari quello stesso nostro articolo! Se i mass media ne avevano riportato solo stralci senza citare la fonte, lui – che è meglio e più dei mass media – ci fa il servizio completo. Che umiltà, che bontà, il compiaciuto leader di un movimento di massa che si abbassa a fare gli auguri a minuscoli individui come noi. E dire che ne abbiamo dette tante sul suo conto... meriteremmo il carbone, meriteremmo... Ma lui è un proprio un Signore, sapete. Non serba rancore verso nessuno, mica a caso accoglie benevolmente un Vittorio Agnoletto o un Giulietto Chiesa, delatori di black bloc a Genova 2001; mica a caso scodinzola davanti a un Ferdinando Imposimato, boia di rivoluzionari negli anni 70 e seguenti.
Infatti fa precedere il nostro testo da una presentazione lusinghiera che ci ha fatto arrossire come scolarette. Sfoderando tutta la sua fine dialettica e la sua possente argomentazione, egli ci dipinge così: Spaventapasseri! Nemici del mondo tutto! (adulatore) Professori dell’estetica dei gesti! Millantatori delle miccette che fanno “puff”! (grazie, grazie, che gentile) Frustrati delle mancate rivolte individuali! Cattedratici giudica tutti! Alfieri dell’anarco-nichilismo! (ma no, davvero, è troppo) Sputasentenze! Disprezzatori dei movimenti popolari! Sfigati! (oddio, così ci metti in imbarazzo, sciocchino) Deliranti quaquaraquà! Fan di due cavi bruciati! Interessati solo alla fiammella sempre più "tenua" [fiammella-a, tenua-a, ovvio] del prossimo gesto individuale! (ma n’zomma, quanti complimenti, con quegli occhietti malandrini che ci scrutano).
Quale onore, quale onore! E tutto perché i giornalisti lo hanno per un giorno tradito, preferendo sfruttare bestemmie anziché preghiere. E tutto perché qualche consigliere del Re gli ha stuzzicato i sensi, anzi, il senso di (altro) Stato, evocandogli la nostra esistenza. Basta così poco per diventare desiderabili? Ma chi se ne frega: Lui ci conosce, ci diffonde, ci ama. Che uomo questo Signor Movimento No Tav! Ha un cuore così grande e generoso – è Natale, è Natale – che non si è accontentato di fare un regalo solo a noi. No, macché, lui ha pensato anche agli amici inquirenti. Poverini, chiusi in Procura a lavorare sotto le feste, che tristezza. E allora, cosa ha fatto per rallegrarli il Signor Movimento No Tav? In quella stessa presentazione ha dato sfoggio delle sue capacità deduttive nei nostri confronti: «fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale... chissà che Finimondo!».
È Natale, dio maiale, e questo è proprio un bel regalo. Anche alcuni giornalisti sono rimasti così deliziati da un simile colpo di scena da pubblicizzarlo, e per questo inaspettato dono il Signor Movimento ha subito ripreso posto nei loro cuori. Considerato che all’epoca della morte di Sole e Baleno alcuni di noi furono inquisiti per i primi pacchi bomba inviati, gli inquirenti gliene saranno doppiamente grati. In archelingua il termine «delatore» sarebbe stato fuori luogo in questo caso solo perché la delazione è la denuncia segreta di un reato commesso, al di là della sua veridicità. Abituato ad una neolingua in cui tutto ciò è al massimo libera opinione o banale constatazione il Signor Movimento No Tav ci mette la faccia, ci mette, e la sua denuncia contro di noi l’ha fatta pubblicamente!
No, anzi no. La faccia la mette e poi la toglie. Qualcuno deve averlo avvisato che l’archelingua non per tutti è ormai desueta, e che un proprietario di una trionfale lotta popolare non può apparire al tempo stesso un confidente di polizia. Così ha pensato bene di modificare la rivelazione contenuta nel suo testo, che adesso suona così: «fino a qualche annetto fa andavano in estasi per i petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora per qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale...». Da vecchia volpe con la coda di paglia, ha provveduto a lasciare immutate l’ora e la data di pubblicazione. Nessuna correzione, nessun sospetto! Il Signor Movimento No Tav non è un indicatore di polizia, giammai – tant’è che per lui il sabotaggio è una cosa seria – sono i giornalisti che hanno pubblicato la precedente versione a farlo passare per tale!
È Natale, e dobbiamo essere tutti più buoni. Noi infatti non ci preoccupiamo di cosa possano pensare gli inquirenti al riguardo. La magistratura per toglierci di mezzo non ha certo bisogno di usare come prova a carico i post domenicali non ancora taroccati degli ammiratori del Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. È noto che isteria e verità non sempre coincidono, anche se certe indicazioni corroborano e fortificano. E queste indicazioni, il Signor Movimento No Tav le ha già date. Il suo taroccamento non serve per proteggere noi dalla magistratura, serve solo a proteggere la sua reputazione. Così nessuno potrà sostenere pubblicamente che a partire dalle 18.29 del 28 dicembre 2014 la definizione infame calza al Signor Movimento No Tav come un guanto. E questo al di là delle conclusioni che potrebbero trarre i lettori ermellinati del blog notav.info (occasionalmente notav.infam).
È Natale, e dobbiamo essere tutti più buoni. Ma, disgraziatamente per il Signor Movimento No Tav, noi la schermata originale l’abbiamo conservata (chi volesse vederla con i propri occhi non ha che da chiedercela). Il suo revisionismo di staliniana memoria che cerca di far sparire cose imbarazzanti dalle immagini di famiglia è stato inutile, già.
A noi le attenzioni degli sbirri, e sia.
Ma al Signor Movimento No Tav, tutto il disprezzo che si meritano gli infami, fossero anche occasionali!
[30/12/14]
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