La determinazione nella lotta e la nostra solidarietà sono le uniche “armi micidiali”
Cari
compagni e coraggiosi resistenti, mi trovo prigioniero come tanti,
colpito dalla repressione dello stato che ci vuole annientare.
Non per quello che si fa ma per ciò che ci siamo “azzardati” ad essere, a dire o pensare.
Mi trovo con Adriano e tanti altri sulla giostra inquisitoria della gogna mediatica antiterroristica della democrazia.
Voglio prima di tutto ringraziare tutte le
compagne e i compagni che mi hanno portato Solidarietà anche oltre
confine, direttamente e non, perché sono convinto che ci si sostiene
anche solo con le proprie esistenze di lotta.
Abbiamo
la stessa rabbia contro questo esistente grigio e misero che ci
schiaccia e ne sentiamo le stesse ferite, ma proveremo la stessa gioia
con la meravigliosa realtà dei nostri sogni e desideri.
La mia è una condizione di individuo ostile catturato e messo in cattività.
La prigionia ed i patimenti a cui vengo
sottoposto sono stati escogitati premeditatamente da altri esseri umani,
e dipendono dalla permanenza al potere del sistema che me li ha
inflitti.
Sarò certo rinchiuso, ma lo Spirito e le
idee continuano; non si possono tenere sotto chiave né addomesticare e
questo non può che continuare a darmi la forza di resistere.
Con
gioia e nelle mie piene volontà ho scelto l’anarchia e continuerò a
farlo, amando la terra per ciò che è, alla continua ricerca di
selvatichezza e dell’emancipazione dalle comodità, denaro compreso.
Vedo nell’Anarchia la pulsione selvaggia e
primordiale ormai assopita, se non del tutto morta, nell’uomo
civilizzato del progresso.
Non ho mai adoperato mezzi termini e
maniere, accetto il rischio di dovermi procurare il cibo, coltivare e
raccogliere quanto basta a nutrirmi.
Per arrivare a questo userò ogni mezzo
necessario per convincere altri individui, dopodiché potrò anche
rinunciare alla penna e all’inchiostro con cui scrivo la mia rabbia.
Sono
da sempre al fianco della resistenza indigena, degli antiautoritari e
nativi che lottano contro le prove di forza dello Stato delle
Multinazionali, mettendo in pratica la resistenza attiva, il sabotaggio e
l’azione diretta.
Supporto tutti/e i/le compagni e compagne
che vogliono liberarsi dall’autorità e partecipano con determinazione
alla Lotta internazionale anticapitalista e antimperialista.
Tralasciando
il bene e il male o il giusto e sbagliato, che vanno bene per le suore e
i preti, la mia posizione e di altri individui è spinta dai propri
istinti, nelle possibilità dei propri mezzi e con le probabili
conseguenze di rischio.
Ho
sempre messo in una visione unica la Liberazione dell’Uomo da ogni
padrone e dalle sue gabbie mentali e reali, con la Liberazione degli
animali dalle strutture di tortura e morte, e ogni altro luogo che
trasforma un vivente in prodotto, oggetto o svago.
Sono
anarchico, non appartengo a questo tempo di non-vita meccanizzata ad
uso e consumo dei governi. Non riconosco nessuno Stato, tribunale o
qualsiasi altra istituzione e autorità, né i sistemi giuridici,
militari, civili e religiosi.
Per
i giudici e magistrati in vestaglia dell’inquisizione non sono altro
che una pratica burocratica a giustificare i loro stipendi. Giudizi non
ne voglio, soprattutto da chi non sa amare la terra, lottare e sognare,
ma sa far solo il suo mestiere ed eseguire ordini; non ne voglio
tantomeno dal popolo, coccolato da sempre nel ventre putrido dello Stato
e legato ad ogni costo alla democrazia che come parola ha ancora un
buon effetto soporifero.
Questi
Uomini di legge giocano con le loro leggi fasciste-democratiche per
vomitare sentenza, e nel mio caso “l’appartenenza” a un’associazione
terroristica organizzata, come lo sono in realtà lo Stato, gli eserciti e
le Multinazionali.
Entrando
nella fastidiosissima e paranoica caccia alle streghe, detta anche
questione giudiziaria, anche una scritta su un muro viene catalogata
dalla polizia Politica come “azione/atto terroristico in esecuzione del
programma (?) eversivo F.A.I….”, in casi differenti individualmente o
insieme al compagno e fratello Adriano, a cui non trovo altro modo per
esprimergli il mio affetto e la mia Solidarietà se non con la mia
determinazione, già contraccambiata con il suo coraggio e forza di
Spirito.
Questi
giochetti se li possono tenere da parte. Mi sarei risparmiato parecchie
rogne “formali” visto che l’informalità è la mia realtà, ma non sono da
solo (nel caso) in mani nemiche.
Le
azioni a cui si riferiscono nello specifico, che non eseguono nessun
“programma”, sono state messe in pratica da me e dichiarate con
comunicati FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE – FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE/ Individualità Sovversive Anticivilizzazione e
sanno bene, grazie alle loro amate telecamere, che sono state eseguite
da una sola persona, cioè io, in risposta alla devastazione, per logiche
di profitto, del Pianeta e delle terre in cui vivo e in Solidarietà con
i ribelli in conflitto con l’esistente.
Il
GPS, e altre diavolerie, che gentilmente i militari hanno installato su
un auto da me in uso da un paio d’anni, mi collegherebbero, in modo
indiziario o più, ad altre azioni dirette e sabotaggi. In certi casi
viene da pensare alle amate biciclette, ma bisogna capire che stiamo
combattendo un sistema che probabilmente vorrà installare rilevatori
satellitari direttamente nelle teste delle persone.
Mentre
qualcuno teneva in caldo le mogli di questi pedinatori, ho notato come
hanno catalogato il materiale sequestrato e come hanno svolto i loro
compitii di polizia politica nell’aver impaginato, anche in grassetto e
copia-incolla, minuziosamente nei loro fogli, diverse azioni contro
Entri energetici/industriali e commerciali, compreso un fantasioso furto
di denaro, e altre inutilità, da un distributore incendiato. Per non
intaccare la mia integrità, il coraggio e il sacrificio non mi piego al
“colpevole-innocente”, è veramente troppo.
Che siano trenta o cento azioni non importa, vorrà dire che in Italia sono mille e nel mondo diecimila!
Comunque
è ridicolo e banalmente sminuitivo discuterne dei fatti, sarebbe come
annullare la visione reale di conflitto e Resistenza, e riconoscere la
logica democratica del “gioco finito male” o dei buoni contro cattivi.
Ora
gioiscano pure dei loro trofei di caccia questi giudici, sulla vita e
sulla morte dei loro simili, mentre il pianeta muore e l’uomo decade. Ma
tutto ha u inizio e una fine, come i loro organi e le ossa, la legge e
l’ordine cadranno e ne resterà solo cenere e macerie.
La
società è oramai una forzatura dei valori rabberciati e rattoppati qua
elà, con sforzi coercitivi a tenerli insieme e allo stesso tempo usati
per annientare individui ostili ad essi.
Da
secoli in nome di Dio e Potere l’autorità impone la civilizzazione,
l’ordine e la dottrina. Trasforma l’Uomo in macchina da forza lavoro, in
contribuente e cavia per la scienza; quei pochi conservano nativa
selvatichezza e un pensiero conflittuale li schiaccia con la violenza,
il terrore e li rinchiude nelle galere o nei manicomi per “rieducarli”,
fino a che non ne avrà il totale controllo.
In caso contrario agirà per il loro annientamento.
I
pilastri della Civiltà stanno crolando sotto i colpi dei suoi stessi
fallimenti. Sempre meno spazi restano vivibili e incontaminati, le
guerre dilagano ovunque con tutte le conseguenze, e sono sempre più
efferate a minacciare lo sterminio con armi tecnologiche e il dominio
dei vinti.
Queste violente e gratuite capacità di
dominio e tirannia dell’uomo civilizzato, sono tanto più efferate quanto
la società è “avanzata” tecnologicamente.
La
Resistenza della Macchina Tecnologica-industriale vive soltanto in un
percorso di liberazione da ogni autorità e ordine, corre verso
un’orizzonte degli eventi, un nulla non scritto. E la nuova resistenza
selvaggia e informale che risponde, e prende iniziativa, contro la
violenza dei governi sempre più blindati e spietati a reprimere gli
oppositori, come le compagne e i compagni colpiti e rastrellati nelle
“operazioni” persecutorie/repressive antianarchiche e
controinsurrezionali.
Compagni che non si sono piegati alle
torture e all’isolamento nelle sezioni speciali delle carceri e nemmeno
alle ferite negli attacchi, persino alla morte.
Sono
orgoglioso di essere forte della mia integrità di Spirito e di correre
in questi sentieri difficili che ci aspettano, al fianco dei
non-sottomessi e dei senza legge, gli ANARCHICI.
Eterni cospiratori, sognatrici e sognatori
forgiati dal coraggio, che affrontano titaniche e TIRANNICHE forze e
l’esistenza in una Vita non scritta. Con elementari e limitatissimi
mezzi, eppure posseggono un irriducibile determinazione.
Per concludere vorrei incoraggiare tutti
con una metafora di quello che sento in tutti voi: vedo lo Stato e
l’ordine come un solitario Uomo civile sperduto nella Foresta, in balia
di animali feroci. Allo scorgere dell’arrivo di una tempesta nella
notte, quell’Uomo non teme più di diventare pasto delle belve ma trema
all’arrivo della tempesta.
Dalle
valli ai monti, dalle campagne alle Foreste, per la Liberazione del
Pianeta e i suoi viventi. Perchè la terra vale più dello sporco denaro!
MORTE ALLA CIVILTA’!
LUNGA VITA ALL’ANARCHIA!
Gianluca Iacovacci
Prigioniero anarchico
C.R. San Michele, 14 gennaio 2014
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