riceviamo e diffondiamo:
“Ancora partigiani, ancora banditi: la Resistenza continua” e “Cacciare i fascisti, chiudere Casapound”. Dietro questi striscioni il pomeriggio del 25 aprile per le vie di Trento si sono mosse più di duecentocinquanta persone, con slogan chiari che non hanno lasciato spazio a dubbi di interpretazione: “Il 25 aprile non è una ricorrenza, ora e sempre Resistenza”, “Fuori i fascisti dalle città”.
All’esigenza di comunicare gli avvenimenti delle ultime settimane (durante le quali si sono svolte ben 9 aggressioni) si è affiancata quella di vigilare in una giornata durante la quale era stata annunciata la possibile presenza di fascisti di Casapound per un concerto nazirock che si sarebbe dovuto tenere fra Bolzano e Trento, ma che si è saputo a corteo concluso essere stato annullato.
Un corteo dicevamo partecipato e variegato: presenti tra gli altri sindacati di base e lavoratori di alcuni stabilimenti, così come i comitati no tav, dietro un proprio striscione in solidarietà a Chiara, Nico, Mattia e Claudio – i quattro no tav in carcere con l’accusa di terrorismo, ricordati più volte durante il corteo come nuovi partigiani. Molti gli interventi al microfono, sopratutto di fronte a luoghi che come antifascist* e resistent* ci chiamano in causa. Sotto la sede della Lega Nord si sono ricordate le responsabilità di un partito che cavalca le peggiori retoriche razziste e xenofobe, quanto e più di gruppi come Casapound. Di fronte al Tribunale si è tornato a esplicitare il ruolo della repressione statale, che anche a Trento tocca le antifasciste e gli antifascisti: l’11 luglio andranno a processo quattro compagn* per una denuncia presentata da alcuni noti neofascisti. In Piazza Fiera si è sottolineato il ruolo che stanno svolgendo le Sentinelle in Piedi a Trento, nello sdoganare un pensiero patriarcale e nemico di ogni autodeterminazione e nel permettere ai neofascisti di scendere in piazza pressoché indisturbati. Vicino a via Verdi sono state elencate le aggressioni compiute da Casapound, a partire da quella svoltasi in quella via un anno fa.
Dopo un presidio in Piazza Santa Maria Maggiore una sessantina di antifascisti si è spostata alle Albere, per salire sul palco del concerto del 25 aprile organizzato dall’Arci e fare presente che la Resistenza è oggi e che i fascisti ce li troviamo davanti ogni giorno.
Lungo il percorso del corteo, sereno ma determinato, sono comparse – con il sentito disappunto dei giornali cittadini, che nulla invece hanno avuto da dire sulle spedizioni squadriste – scritte, manifesti e stencils contro i fascisti d’ogni epoca e in solidarietà a chi lotta oggi. Su tutte una gigantesca “TRENTO ANTIFASCISTA”. Ma più che sui muri è sembrato che davvero questi pensieri e propositi fossero ben incisi nelle menti e nei cuori di tutte e tutti: porre fine allo squadrismo di Casapound, chiudere la sede di Madonna Bianca e continuare sempre a lottare ma contro qualcosa di più importante e significativo di dieci fascisti infami.
La resistenza non è solo un episodio storico da ricordare il 25 aprile, la resistenza la pratichiamo tutto l’anno.
“Ancora partigiani, ancora banditi: la Resistenza continua” e “Cacciare i fascisti, chiudere Casapound”. Dietro questi striscioni il pomeriggio del 25 aprile per le vie di Trento si sono mosse più di duecentocinquanta persone, con slogan chiari che non hanno lasciato spazio a dubbi di interpretazione: “Il 25 aprile non è una ricorrenza, ora e sempre Resistenza”, “Fuori i fascisti dalle città”.
All’esigenza di comunicare gli avvenimenti delle ultime settimane (durante le quali si sono svolte ben 9 aggressioni) si è affiancata quella di vigilare in una giornata durante la quale era stata annunciata la possibile presenza di fascisti di Casapound per un concerto nazirock che si sarebbe dovuto tenere fra Bolzano e Trento, ma che si è saputo a corteo concluso essere stato annullato.
Un corteo dicevamo partecipato e variegato: presenti tra gli altri sindacati di base e lavoratori di alcuni stabilimenti, così come i comitati no tav, dietro un proprio striscione in solidarietà a Chiara, Nico, Mattia e Claudio – i quattro no tav in carcere con l’accusa di terrorismo, ricordati più volte durante il corteo come nuovi partigiani. Molti gli interventi al microfono, sopratutto di fronte a luoghi che come antifascist* e resistent* ci chiamano in causa. Sotto la sede della Lega Nord si sono ricordate le responsabilità di un partito che cavalca le peggiori retoriche razziste e xenofobe, quanto e più di gruppi come Casapound. Di fronte al Tribunale si è tornato a esplicitare il ruolo della repressione statale, che anche a Trento tocca le antifasciste e gli antifascisti: l’11 luglio andranno a processo quattro compagn* per una denuncia presentata da alcuni noti neofascisti. In Piazza Fiera si è sottolineato il ruolo che stanno svolgendo le Sentinelle in Piedi a Trento, nello sdoganare un pensiero patriarcale e nemico di ogni autodeterminazione e nel permettere ai neofascisti di scendere in piazza pressoché indisturbati. Vicino a via Verdi sono state elencate le aggressioni compiute da Casapound, a partire da quella svoltasi in quella via un anno fa.
Dopo un presidio in Piazza Santa Maria Maggiore una sessantina di antifascisti si è spostata alle Albere, per salire sul palco del concerto del 25 aprile organizzato dall’Arci e fare presente che la Resistenza è oggi e che i fascisti ce li troviamo davanti ogni giorno.
Lungo il percorso del corteo, sereno ma determinato, sono comparse – con il sentito disappunto dei giornali cittadini, che nulla invece hanno avuto da dire sulle spedizioni squadriste – scritte, manifesti e stencils contro i fascisti d’ogni epoca e in solidarietà a chi lotta oggi. Su tutte una gigantesca “TRENTO ANTIFASCISTA”. Ma più che sui muri è sembrato che davvero questi pensieri e propositi fossero ben incisi nelle menti e nei cuori di tutte e tutti: porre fine allo squadrismo di Casapound, chiudere la sede di Madonna Bianca e continuare sempre a lottare ma contro qualcosa di più importante e significativo di dieci fascisti infami.
La resistenza non è solo un episodio storico da ricordare il 25 aprile, la resistenza la pratichiamo tutto l’anno.
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