da informa-azione.info
Il 9 dicembre 2013 Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò vengono arrestati con l'accusa di terrorismo per il sabotaggio del compressore del cantiere del TAV a Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio.
Il 9 dicembre 2014, un anno dopo, la procura di Torino, amante delle ricorrenze, rincara la dose e ribadisce il proprio teorema. Anche per Lucio, Francesco e Graziano, arrestati l’11 luglio, sempre in merito allo stesso episodio di maggio, inizialmente con le accuse di “danneggiamento a mezzo di incendio, violenza contro pubblico ufficiale, detenzione e trasporto di armi da guerra”, vengono applicate le misure cautelari per i reati di terrorismo (artt.280, 280 bis, 270 sexies c.p.). Le loro celle sono state perquisite, con sequestro della corrispondenza che sino ad ora avevano avuto.
Se l’impianto accusatorio imbastito contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò avrà una prima verifica davanti alla corte d’assise il prossimo 17 dicembre, quello di Lucio, Francesco e Graziano, con quest’ultima aggiunta, si prefigura identico.
La procura torinese non sembra proprio disposta a mollare l’osso.
Con le nuove accuse, per Francesco, Lucio e Graziano, fino ad ora detenuti in sezioni comuni, dovranno cambiare le condizioni di detenzione, poiché per questi reati è prevista solo la detenzione in Alta Sicurezza.
L'avvocato ha potuto incontrarli e verificare che stanno bene, certamente incazzati. Due sono per il momento ancora in sezione, mentre Lucio è stato posto in isolamento nel carcere di Busto.
I colloqui con i famigliari, i pacchi, le telefonate, in questo momento, seguono lo schema schizofrenico della discrezionalità delle rispettive carceri: a qualcuno sì, ad altri no. Di fatto, trattandosi della medesima indagine, non dovrebbero esistere impedimenti alle autorizzazioni già esistenti, eppure...
Il 17 dicembre, in aula bunker a Torino, la corte d’assise sarà chiamata a pronunciarsi nei riguardi di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Rinnoviamo l’invito, dopo il verdetto della corte d’assise, dalle 17.30, a ritrovarsi nella piazza del mercato di Bussoleno, perché oggi è ancora più evidente come l'intento delle procure di criminalizzare il movimento No Tav, e non solo, non si fermerà qui, ma anzi, già cerca un terreno dove infierire ulteriormente.
Non lo permetteremo.
A sarà düra.
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