da radioblackout
Il 6 dicembre del 2008, il poliziotto trentasettenne Epaminondas Korkoneas scendeva dalla sua autopattuglia accompagnato da un altro agente, si avvicinava ad un gruppo di adolescenti nel quartiere ateniese di Exarchia, puntava la sua pistola e sparava da pochi metri al quindicenne Alexandros Andreas Grigoropoulos, uccidendolo. Nelle seguenti tre settimane centinaia di migliaia di greci scesero in piazza quotidianamente dando vita ad un moto popolare e a tratti insurrezionale senza precedenti contro il governo, lo Stato, i suoi apparati repressivi.
In questi giorni, a sei anni esatti da un omicidio che ha segnato la storia recente di una Grecia che di li a poco avrebbe cominciato a subire la dittatura della Troika e dei cosiddetti ‘creditori internazionali’, migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del paese.
Il clima quest'anno era più pesante del solito: alla vigilia dell’anniversario il giovane anarchico Nikos Romanos, che quel 6 dicembre del 2008 vide morire il suo amico Alexis, e che dal 10 novembre sta portando avanti uno sciopero della fame ad oltranza per ottenere il diritto di poter studiare all’università nonostante la sua condizione di carcerato, ha annunciato anche l’inizio dello sciopero della sete.
Circa 10 mila persone hanno manifestato sabato pomeriggio nel centro della capitale ellenica dopo che una dimostrazione aveva già sfilato in mattinata per lo stesso motivo: ricordare Alexis, chiedere il rispetto dei diritti del detenuto politico Nikos Romanos, denunciare la repressione e l’asservimento della Grecia ai diktat delle banche e delle istituzioni europee. Quando il corteo stava per arrivare a destinazione, vicino a Piazza Syntagma sede del Parlamento, violenti scontri sono scoppiati quando la coda del corteo è stata attaccata dalla polizia in assetto antisommossa con idranti, granate assordanti e gas lacrimogeni.
A tarda sera i comandi ateniesi della polizia hanno comunicato di aver eseguito più di 200 arresti (anche se ieri mattina si è parlato di addirittura 600 tra fermi e arresti in tutto il paese). Molti dei quali sono stati realizzati da parte di agenti infiltrati tra i manifestanti e incappucciati oppure durante i blitz dei Mat – i reparti speciali – nei quartieri di Exarchia e Omonia.
Una parte del corteo è riuscito a rimanere relativamente compatto e si è diretto verso il quartiere di Exarchia: attaccati dai reparti della polizia in motocicletta – le squadre Delta – i dimostranti delle aree anarchiche e libertarie hanno risposto lanciando molotov ed erigendo barricate.
Un bilancio ancora provvisorio parla di decine di feriti e contusi. Si registra anche la protesta in alcune carceri elleniche, dove centinaia di detenuti politici e sociali si sono rifiutati ieri di rientrare nelle celle in solidarietà con lo sciopero della fame di Nikos Romanos.
Manifestazioni e scontri anche a Salonicco, a Volos, a Patrasso, a Kalamata, ad Agrinio, a Mytilini, a Ioannina, a Creta.
Il 6 dicembre del 2008, il poliziotto trentasettenne Epaminondas Korkoneas scendeva dalla sua autopattuglia accompagnato da un altro agente, si avvicinava ad un gruppo di adolescenti nel quartiere ateniese di Exarchia, puntava la sua pistola e sparava da pochi metri al quindicenne Alexandros Andreas Grigoropoulos, uccidendolo. Nelle seguenti tre settimane centinaia di migliaia di greci scesero in piazza quotidianamente dando vita ad un moto popolare e a tratti insurrezionale senza precedenti contro il governo, lo Stato, i suoi apparati repressivi.
In questi giorni, a sei anni esatti da un omicidio che ha segnato la storia recente di una Grecia che di li a poco avrebbe cominciato a subire la dittatura della Troika e dei cosiddetti ‘creditori internazionali’, migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del paese.
Il clima quest'anno era più pesante del solito: alla vigilia dell’anniversario il giovane anarchico Nikos Romanos, che quel 6 dicembre del 2008 vide morire il suo amico Alexis, e che dal 10 novembre sta portando avanti uno sciopero della fame ad oltranza per ottenere il diritto di poter studiare all’università nonostante la sua condizione di carcerato, ha annunciato anche l’inizio dello sciopero della sete.
Circa 10 mila persone hanno manifestato sabato pomeriggio nel centro della capitale ellenica dopo che una dimostrazione aveva già sfilato in mattinata per lo stesso motivo: ricordare Alexis, chiedere il rispetto dei diritti del detenuto politico Nikos Romanos, denunciare la repressione e l’asservimento della Grecia ai diktat delle banche e delle istituzioni europee. Quando il corteo stava per arrivare a destinazione, vicino a Piazza Syntagma sede del Parlamento, violenti scontri sono scoppiati quando la coda del corteo è stata attaccata dalla polizia in assetto antisommossa con idranti, granate assordanti e gas lacrimogeni.
A tarda sera i comandi ateniesi della polizia hanno comunicato di aver eseguito più di 200 arresti (anche se ieri mattina si è parlato di addirittura 600 tra fermi e arresti in tutto il paese). Molti dei quali sono stati realizzati da parte di agenti infiltrati tra i manifestanti e incappucciati oppure durante i blitz dei Mat – i reparti speciali – nei quartieri di Exarchia e Omonia.
Una parte del corteo è riuscito a rimanere relativamente compatto e si è diretto verso il quartiere di Exarchia: attaccati dai reparti della polizia in motocicletta – le squadre Delta – i dimostranti delle aree anarchiche e libertarie hanno risposto lanciando molotov ed erigendo barricate.
Un bilancio ancora provvisorio parla di decine di feriti e contusi. Si registra anche la protesta in alcune carceri elleniche, dove centinaia di detenuti politici e sociali si sono rifiutati ieri di rientrare nelle celle in solidarietà con lo sciopero della fame di Nikos Romanos.
Manifestazioni e scontri anche a Salonicco, a Volos, a Patrasso, a Kalamata, ad Agrinio, a Mytilini, a Ioannina, a Creta.
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