22 dicembre 2014

IL RIARMO CONTROINSURREZIONALE DELL'EU - TRADUZIONE DI M. CAMENISCH


riceviamo e diffondiamo:

IL RIARMO CONTROINSURREZIONALE DELL’EU e le esercitazioni per i futuri interventi internazionali contro blocchi, manifestazioni non autorizzate, ecc.

Il centro per l’esercitazione al combattimento (CEC, 23’000 ettari) del Heer (esercito) nella brughiera di Colbitz-Lentzling della regione Altmark, nel nord del Land Sassonia-Anhalt della Repubblica Federale Tedesca, è la struttura centrale per la formazione della Bundeswehr ( l’esercito federale), dove ogni militare tedeschx previstx per le missioni all’estero passano due settimane d’addestramento conclusivo. Il campo è munito di complessi sistemi di simulazione (per es. per sparare con i laser sui nemici, ancora immaginari, in Afganistan…). Poiché manca la simulazione dei scenari collocati, come negli ultimi anni, sempre di più nelle aree urbane, nel CEC stanno costruendo un’intera città per addestrare il personale militare per il combattimento casa per casa, strada per strada. Per circa 100 milioni di euro sarà la città-addestramento più grande d’Europa ed è costruita su 6 km2 con tanto di canalizzazione, metropolitana, centrale idrica ed elettrica, zona industriale, quartiere diplomatico, baraccopoli, centro commerciale, campo sportivo, area boschiva e moschea occasionalmente convertibile in chiesa. Questo perché prevedono che nel 2035 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città e fino al 2070 addirittura il 70% e che’ si dovrebbe ipotizzare interventi urbani sempre più frequenti della Bundeswehr.
Ma già oggi il CEC è affittato regolarmente dai partner NATO ed EU per delle esercitazioni congiunte dei vari eserciti europei. Che in futuro saranno intensificate per le forze militari e di polizia strutturate militarmente dei vari paesi.
Ormai è da tanto tempo che stanno formando delle unità militari e di polizia specializzate nell’intervento internazionale contro ogni espressione insurrezionale. Dopo i disordini del 1998 in Bosnia-Herzegowina (sotto amministrazione ONU), gli. USA ordinarono ai carabinieri italiani di formare una truppa di gendarmeria internazionale capace di “mantenere l’ordine pubblico”, vale a dire di mantenere sotto controllo la popolazione in zone di guerra o post-guerra, e si formò la prima unità multinazionale specializzata (MPU) impiegata nell’ambito delle “forze di stabilizzazione” della NATO.
Sempre sotto comando USA ma in base ad un trattato internazionale stipulato nel 2004 dai capi di Stato che parteciparono al G8 di Sea lsland, nel 2005 fu installato il centro di competenza per le unità di stabilizzazione (Coespu) con sede a Vicenza nella caserma dei carabinieri Armando Chinotto, sprovvista però di un grande campo di addestramento tipo CEC.
Secondo il direttore del Coespu, il generale dei carabinieri Paolo Nardone, si tratta piuttosto di un centro di formazione che concentra e trasmette delle competenze con seminari e convegni e compone delle «robuste forze di polizia per le missioni internazionali di pace», vale a dire forze di gendarmeria formate sul modello dei carabinieri italiani, cioè unità ibride con competenze militari e di polizia munite d’armi pesanti ma anche “non letali” che possono operare sotto comando sia militare sia civile.

Interventi all’estero
Obiettivo primario delle formazioni Coespu sono le capacità di controllo degli assembramenti umani e di contrasto ai tumulti: i poliziotti di stabilizzazione, dice un rapporto di seminario, devono essere capaci di gestire i disturbi dell’ordine pubblico, la vigilanza dell’infrastruttura sensibile, le scorte delle persone importanti, la lotta al terrorismo e contro le rivolte, di sgomberare barricate e di addestrare la polizia locale nelle tecniche contro-insurrezionali. Nello stesso documento si chiede la stessa formazione anche per le forze militari ed infatti è ormai consueto che lx militari NATO nei loro luoghi di dispiegamento si addestrino in tal senso.
E nell’EU? Nel 2001, due settimane dopo la sanguinaria repressione della rivolta contro il G8 di Genova, l’allora ministro degli interni tedesco Otto Schily (il classico ravaniello, fuori rosso-verde e dentro bianco che da “compagno” si ricicla… Hitler e Mussolini docet!) in un’intervista chiese a gran voce la formazione di una polizia internazionale ed in seguito fu rafforzata la cooperazione tra le polizie europee, ed anzitutto tra le forze speciali europee addette al “mantenimento dell’ordine pubblico”. E se nei vertici EU continuano a discutere il, progetto di una polizia speciale europea sembra che lo facciano piuttosto per dissimulare che tale forza di polizia è già una realtà!
Clausola di solidarietà UE
L’articolo 222 dei trattati EU di Lisbona prevede che gli Stati affiliati s’impegnano al mutuo soccorso in caso d’emergenza. In caso di “attentato terroristico o di calamità naturale o di una catastrofe provocata dall’uomo”, l’unione può mobilitare “tutti i mezzi di cui dispone, incluso i mezzi militari messi a disposizione dagli Stati affiliati”.
La rappresentante per gli affari esteri e per la politica di sicurezza dell’Unione Europea, Catherine Ashton, e la commissione europea nel 2012 hanno precisato che questa clausola di solidarietà entra in vigore se si tratta di “vite umane, dell’ambiente, delle infrastrutture critiche o funzioni sociali essenziali”. L’evento potrebbe avere le sue origini da “una catastrofe naturale o provocata dall’uomo o da attentati terroristici”. È definita come catastrofe ogni situazione “che ha o può avere degli effetti nocivi per le persone, l’ambiente o le proprietà”. Una definizione molto larga, che include anche gli scioperi e le insurrezioni.

Eurogendfor
Ecco la cooperazione tra vari Stati UE: nel 2004, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi con la formuletta di una dichiarazione d’intenti come per magia esibirono la European Gendarmerie Force (Eurogendfor), un’aggregazione informale di unità di polizia provenienti dagli Stati firmatari. Dal 2008 vi appartiene anche la Jandarmaria Romana rumena; la gendarmeria turca ha uno status da osservatore, quella polacca e lituana sono considerate come partner. In caso d’impiego, entro trenta giorni deve essere formata un’unità di 800 effettivi; il personale di polizia è fornito dagli Stati affiliati. L’indirizzo degli allenamenti congiunti come anche l’organizzazione e la direzione competono ad un quartier generale insediato nella stessa caserma a Vicenza che ospita anche la Coespu.
Eurogendfor è stata impiegata sinora solo in Bosnia ed Erzegovina, Afganistan e Haiti. Secondò il portavoce di Eurogendfor, Armando Sisinni, il dispiegamento della gendarmeria europea sarebbe previsto solo per dei paesi esterni all’Unione. Eurogendfor è fuori da ogni controllo parlamentare. Sottostà solo ad un consiglio di ministri degli interni e della difesa degli Stati affiliati. Chi può impedire a questo consiglio d’inviare, quando ritenuto opportuno, i gendarmi europei in un paese dell’UE? In fondo il come, quando e dove s’impiegano delle forze armate e delle unità di polizia dipende dalla volontà politica e la clausola di solidarietà del trattato di Lisbona può giustificare tale impiego. Ed ecco che la UE in caso di tumulti dispone della facoltà d’inviare nei paesi dell’UE, sia forze speciali di polizia sia militari con l’ultimo tocco ottenuto per esempio nel CEC.
Per ora pare che i governi europei si limitino al rafforzamento della cooperazione di polizia negli ambiti “controllo degli assembramenti umani” e “contrasto ai tumulti”. Su richiesta al governo federale da parte della frazione della Die Linke (La Sinistra) si apprende che tra il 2010 ed il 2013 già solo la polizia federale tedesca svolgeva 73 esercitazioni congiunte con altre forze di sicurezza estere. Risulta insolita la gran frequenza d’esercitazioni per le situazioni d’occupazioni di case e di manifestazioni.
Alcuni esempi: giugno 2012, a Beyreuth, agenti di polizia tedeschi e austriaci si preparano per lo scenario “occupazione di case, perquisizioni di case, tiro, catastrofe naturale, nuoto e salvataggio, scorte”; fine novembre 2012, forze di polizia tedesche, belghe e lussemburghesi si esercitarono per lo “sgombero blocchi”; il 10 ottobre 2013, a Quierschied-Göttelborn nel Saarland, esercitazioni anti-manifestazione con una centuria della celere della polizia del Saarland, una della Gendarmerie mobile francese ed una centuria delle Compagnies Républicaines de Sécurité.
Secondo un’informazione data dal governo federale il 13 febbraio 2014, si esercitava l’azione di polizia contro una demo con manifestazione intermedia e conclusiva come nelle cd giornate di azione Blockupy.
Vuole dire che si preparano a contrastare una manifestazione a livello europeo contro la gestione politica della crisi.
Blockupy è quell’alleanza di criticx della globalizzazione, di sindacalistx e d’attivistx di sinistra che si è formata già nel 2012 per protestare, a Francoforte, am Main presso la sede della BCE, contro la gestione politica della crisi attuata dalla Troika - Banca Centrale Europea (BCE), commissione UE e fondo monetario internazionale. Con lo slogan «Austerity kills» (L’austerità uccide) l’alleanza prevede di bloccare anche l’inaugurazione della nuova sede BCE, prevista nel 2015.
Uno scenario che non può non terrorizzare l’establishment di Bruxelles...


Riassunto-traduzione di Marco Camenish, 20 novembre 2014 
Dall’ articolo di Aureliana Sorrento della rubrica “internazionale” della Woz n. 47

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.