riceviamo e diffondiamo:
Martedì 27 ottobre, verso le 14,00, alcuni blindati della polizia vengono visti uscire dalla questura di Trento. Si pensa a uno sgombero di Villa Assillo, immobile occupato il sabato precedente. Gli occupanti salgono sul tetto. Nel giro di un paio d'ore si capisce che quei blindati non sono a Trento per sgomberare, bensì per scortare una trivella nella zona di Mattarello (a sud della città), in uno dei punti dove sono previsti i carotaggi del TAV (gli stessi carotaggi che RFI e Provincia di Trento avevano sospeso nell'ottobre dell'anno scorso in seguito al presidio-blocco di tre giorni e tre notti di una trivella a Marco, vicino a Rovereto).
In serata si svolge un'assemblea al presidio Acquaviva e Resistente, sul terreno no tav acquistato da 700 persone l'anno scorso. Si decide di trovarsi l'indomani alle 6,30 nella piazza di Mattarello e provare a bloccare l'accesso degli operai. Una cinquantina di no tav si trovano in piazza e subito qualcuno avvisa che la trivella è presidiata solo da un'auto della guardia giurata. In pochi minuti i no tav sono nel cantiere, un po' all'entrata e un po' attorno alla trivella.
Dopo circa un'ora arrivano la Celere e il battaglione di carabinieri di Laives, i quali portano via di peso (e poi in questura, dove li denunciano per invasione di terreno) una ventina di compagni. Sei salgono sulla trivella e vi rimarranno fino alle 18,30, per unirsi al presidio-assemblea nato sulla strada, a pochi metri dall'entrata del cantiere. La polizia, per non avere altri problemi, non cerca neanche di fermare e portare in questura i compagni scesi dalla trivella. Per tutta la giornata, la gente si alterna tra presidio e volantinaggi nel rione di Mattarello (a un paio di chilometri dalla zona della trivella). Non mancano spintoni e qualche manganellata contro i presidianti.
La trivella non è mai entrata in funzione. Mentre i compagni vi sono appollaiati sopra, arrivano gli operai, i quali dicono di dovere chiamare i tecnici da Milano perché alla trivella sarebbero stati fatti almeno ventimila euro di danni: è probabile che debbano portare via la trivella e sostituirla con un'altra. Per il momento tutto è fermo. Questo carotaggio (a cui se ne dovrebbero aggiungere altri quattro) è quello più lungo: 150 metri di profondità, tre settimane di lavoro previste.
All'assemblea di mercoledì sera si decide di "monitorare" il cantiere e di mantenere la mobilitazione: venerdì presidio in piazza a Mattarello e sabato corteo-fiaccolata serale. Intanto continuano le serate nei paesi per lanciare il corteo no tav del 14 novembre a Trento.
L'idea è chiara: ogni lavoro preliminare al TAV va impedito. Nelle dirette a Radio Blackout fatte in cima alla trivella, l'iniziativa del blocco viene dedicata ai sette compagni ancora ai domiciliari per l'attacco al cantiere di Chiomonte.
Fonte
Martedì 27 ottobre, verso le 14,00, alcuni blindati della polizia vengono visti uscire dalla questura di Trento. Si pensa a uno sgombero di Villa Assillo, immobile occupato il sabato precedente. Gli occupanti salgono sul tetto. Nel giro di un paio d'ore si capisce che quei blindati non sono a Trento per sgomberare, bensì per scortare una trivella nella zona di Mattarello (a sud della città), in uno dei punti dove sono previsti i carotaggi del TAV (gli stessi carotaggi che RFI e Provincia di Trento avevano sospeso nell'ottobre dell'anno scorso in seguito al presidio-blocco di tre giorni e tre notti di una trivella a Marco, vicino a Rovereto).
In serata si svolge un'assemblea al presidio Acquaviva e Resistente, sul terreno no tav acquistato da 700 persone l'anno scorso. Si decide di trovarsi l'indomani alle 6,30 nella piazza di Mattarello e provare a bloccare l'accesso degli operai. Una cinquantina di no tav si trovano in piazza e subito qualcuno avvisa che la trivella è presidiata solo da un'auto della guardia giurata. In pochi minuti i no tav sono nel cantiere, un po' all'entrata e un po' attorno alla trivella.
Dopo circa un'ora arrivano la Celere e il battaglione di carabinieri di Laives, i quali portano via di peso (e poi in questura, dove li denunciano per invasione di terreno) una ventina di compagni. Sei salgono sulla trivella e vi rimarranno fino alle 18,30, per unirsi al presidio-assemblea nato sulla strada, a pochi metri dall'entrata del cantiere. La polizia, per non avere altri problemi, non cerca neanche di fermare e portare in questura i compagni scesi dalla trivella. Per tutta la giornata, la gente si alterna tra presidio e volantinaggi nel rione di Mattarello (a un paio di chilometri dalla zona della trivella). Non mancano spintoni e qualche manganellata contro i presidianti.
La trivella non è mai entrata in funzione. Mentre i compagni vi sono appollaiati sopra, arrivano gli operai, i quali dicono di dovere chiamare i tecnici da Milano perché alla trivella sarebbero stati fatti almeno ventimila euro di danni: è probabile che debbano portare via la trivella e sostituirla con un'altra. Per il momento tutto è fermo. Questo carotaggio (a cui se ne dovrebbero aggiungere altri quattro) è quello più lungo: 150 metri di profondità, tre settimane di lavoro previste.
All'assemblea di mercoledì sera si decide di "monitorare" il cantiere e di mantenere la mobilitazione: venerdì presidio in piazza a Mattarello e sabato corteo-fiaccolata serale. Intanto continuano le serate nei paesi per lanciare il corteo no tav del 14 novembre a Trento.
L'idea è chiara: ogni lavoro preliminare al TAV va impedito. Nelle dirette a Radio Blackout fatte in cima alla trivella, l'iniziativa del blocco viene dedicata ai sette compagni ancora ai domiciliari per l'attacco al cantiere di Chiomonte.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.