pubblichiamo un articolo tratto da Radio Blackout
d
http://radioblackout.org/2016/06/christo-come-lexpo-mercificazione-protagonismo-e-feticismo/
Tutti possiamo fabbricare uno stencil come quelli di
Bansky per ripetere l’icona e allo stesso modo i floating piers di
Christo danno la sensazione a tutti di poter partecipare alla creazione
di un’opera, perché questa esiste in virtù della partecipazione del
pubblico… che cammina sulle acque, come illustri precedenti.
Mercificazione pop da parte di chi è innanzitutto un
grande imprenditore di se stesso e della propria arte d’avanguardia, il
cui mercato si regge non sullo sbigliettamento ma sull’autoproduzione,
vendendo i bozzetti di un’opera che, in quanto Land-art non potrebbe
essere venduta a pezzi, se non nell’idea di interpretare il paesaggio,
senza essere un paesaggista classico.
E allora l’ordigno da innescare per creare la situazione
di massa è l’evento stesso, moltiplicato dalla cassa di risonanza dei
media che amplificano la suggestione rendendo lo spazio e il tempo
mitici e rituali per una fruizione inconsapevole e puramente
presenzialista.
Il presupposto dell’arte di Christo sono «opere maestose, gigantesche, spettacolari e possibilmente “ludiche”» [N. d.R.,
qui devo intervenire come conoscente di Franco da innumerevoli lustri:
quando usa l’aggettivo “ludico” non è mai benevolo, né affettuoso e non
si tratta di uno sguardo compiaciuto verso l’inclinazione infantile di
un artista che preferisce non crescere; il giudizio è piuttosto relativo
all’assenza di rigore reale e di tensione o pulsione a riprodurre
un’urgenza spesso dolorosa e incontenibile; “ludico” qui significa
proprio giocare e non coincide con l’idea di arte, credetemi: infatti
poi Franco indulge in ricordi palesemente dileggianti di orde di
avventori che si impadroniscono delle presunte strutture artistiche come
farebbero a Disneyland… oppure di fronte agli eventi caravaggeschi] .
L’altra parolina magica è “partecipazione”, la voglia di
protagonismo: l’opera esiste solo attraverso il moltiplicarsi di singole
partecipazioni che si sommano, quasi totalmente prive di
consapevolezza, data la costrizione, i tempi di fruizione,
l’irregimentazione del pubblico che la fruisce e che la rende possibile
attraverso questa partecipazione stessa, fondata sulla effimericità che
impone di presenziare in quelle date entro le quali l’evento esiste,
mentre prima e dopo non si dà, facendo della sua effimericità la cifra
essenziale che lo contraddistingue, negando un aspetto della tradizione
artistica. E infatti quello che differisce dalle altre operazioni più
rigorose di Christo, la vera differenza su queste passerelle, è il
pubblico, che non centuplica solo quello delle biennali o degli
impacchettamenti, ma è quello di Acqualand, senza alcuna dimensione
meditativa e contemplativa che sarebbe connaturata alla Land-Art e
tantomeno al neopaesaggismo romantico.
L’unico ritualismo potrebbe essere quello di un battesimo,
trattandosi di camminare sulle acque ci sta pure, ma persino senza
quella proiezione mistica cristologica, piuttosto un battesimo
rappresentato da quei terribili rituali commerciali con ristorante,
servizio fotografico e massa di parenti trasportati tra paesaggi
pittoreschi per arrivare al ristorante prescelto, che magari si chiama
“all’arte relazionale” e si svolge su passerelle in mezzo a un lago.
Ma la capacità di promuovere se stessi coinvolge anche
alcuni street-artists, come Bansky, di cui in questi giorni si celebra
la museificazione a seguito di un’asta milionaria, che si può definire
una disneyland [ e di nuovo torniamo al concetto sotteso di base] della
banalità e dell’immediatezza che risalgono alla tradizione di Keith
Haring di 35 anni fa… qualunque arte inizialmente eversiva, prima o poi,
si incanala verso il commercio: pochi resistono alle sirene del mercato
dell’arte. Persino i poveristi furono promossi dagli Agnelli: il
messaggio rimane eversivo, ma forse il mecenate che lo rende di successo
offusca quell’eversione, e questo vale da Giulio II a Giuanìn Lamiera.
Qui potete scaricare il brillante intervento di Franco Fanelli sulle famigerate passerelle solari di Christo sul lago d’Iseo:
http://radioblackout.org/2016/06/christo-come-lexpo-mercificazione-protagonismo-e-feticismo/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.