riceviamo e diffondiamo:
8 MARZO?
ALTRO CHE FESTA..QUESTA E’ L’ENNESIMA BEFFA!
Parole e
riflessioni su emancipazione, fallocratismo e sull’importanza di abbattere lo
Stato in tutte le sue forme.
A partire dal 1909 l'8 marzo non è stato altro che una corsa disperata
verso il raggiungimento della parità con gli “uomini”, per infilarsi
meschinamente e in modo sottomesso nelle file dei poteri fallocratici e
maschilisti, per servirli da devote sacerdotesse invece che per abbatterli. L'errore è stato credere che la reale uguaglianza tra
i sessi e la liberazione totale equivalesse ad un appiattimento morale dei
desideri e delle capacità, o peggio ancora parità dei salari e delle condizioni
di lavoro, arrivando a pensare che l'obiettivo
sia poter essere sbirre, controllori, politicanti, lavoratrici mentre l'obiettivo di qualsiasi donna che voglia veramente
la propria liberazione e le liberazioni di tutt* deve essere quello di
contrastare ogni mondo autoritario, sempre in lotta contro l'etica fallocentrica e capitalista del lavoro. Noi
non confondiamo la liberazione con l'emancipazione
e ci questioniamo sull’utilità rivoluzionaria di una giornata che rinchiuda una
lotta esistenziale in un arco di 24 ore, divenendo così una sfilata da prima
pagina, priva di contenuto e di credibilità. Crediamo veramente che oggi, come
ieri e domani, bisogna puntare alla liberazione sessuale di ognun* di noi,
sulla diffusione del desiderio libero, di corpi e di menti libere, decostruendo
l’identità di genere ed escludendo totalmente e fino all’ultima briciola il
ruolo dello stato, del capitalismo e dei poteri nella gestione delle nostre
vite. Dobbiamo impedire che il sistema sia messo agevolmente nelle condizioni
di poter gestire tutto questo: così facendo toglierebbe ogni bellezza e ogni
nostra potenzialità di volo, e noi non possiamo permetterlo! Proprio per questo
rifiutiamo una giornata come l’8 marzo, in quanto sappiamo bene che è una di
quelle giornate in cui “ci è permesso protestare”, secondo canoni, mentalità e
pratiche che non riconosciamo come nostre. Liberiamoci per le strade, agitiamo
i nostri desideri fino a farli eccitare a tal punto da scoppiare nelle
metropoli, sprigioniamo la nostra liberazione e abbattiamo tutti coloro che
tentano di rinchiuderla e di strumentalizzarla: associazioni, partiti, stato,
chiesa e scuola, con i loro processi di moralizzazione. Noi non vogliamo
l’uguaglianza tra i sessi, vogliamo la distruzione dei “sessi”, dei ruoli di
genere, dell’identità di genere e di tutte le classificazioni (orientamenti
sessuali e di genere) che i poteri ci affibbiano per limitarci, fino a che
ognun@ non sia liber@! La liberazione è ogni giorno, non aspettiamo una festa
nazionale per poter disinibire e scatenare i nostri piaceri, e lottare contro
tutto ciò che tenta di amministrarli e giostrarli a proprio piacimento o
interesse. In un mondo sessualizzato allo sfinimento, con classificazioni e
confessioni quotidiane coi poteri, ci riappropriamo dei nostri corpi, dei
nostri desideri tutti i giorni, non aspettiamo l'8
marzo per liberarci: non chiediamo nessun diritto, non riconosciamo nessun
dovere, non mendichiamo nessun lavoro e nessun salario, siamo pazze e ce lo
rivendichiamo!
DESTRUTTURIAMO I
CONCETTI DEL MORALISMO, SABOTIAMO IL SENSO COMUNE DELLA VITA,
RI CONCEPIAMO NOI
STESSI/E LIBERAMENTE.
“Lo stato
è il braccio dei deboli. Solo esso può apparire atto a far rispettare coloro
che non possono farsi rispettare per sè stessi.” D. K.
Gente che
si vuole liberare - Bergamo
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