7 marzo 2014

8 MARZO? ALTRO CHE FESTA..QUESTA E' L'ENNESIMA BEFFA!



riceviamo e diffondiamo:
 
8 MARZO? ALTRO CHE FESTA..QUESTA E’ L’ENNESIMA BEFFA!

Parole e riflessioni su emancipazione, fallocratismo e sull’importanza di abbattere lo Stato in tutte le sue forme.
A partire dal 1909 l'8 marzo non è stato altro che una corsa disperata verso il raggiungimento della parità con gli “uomini”, per infilarsi meschinamente e in modo sottomesso nelle file dei poteri fallocratici e maschilisti, per servirli da devote sacerdotesse invece che per abbatterli. L'errore è stato credere che la reale uguaglianza tra i sessi e la liberazione totale equivalesse ad un appiattimento morale dei desideri e delle capacità, o peggio ancora parità dei salari e delle condizioni di lavoro, arrivando a pensare che l'obiettivo sia poter essere sbirre, controllori, politicanti, lavoratrici mentre l'obiettivo di qualsiasi donna che voglia veramente la propria liberazione e le liberazioni di tutt* deve essere quello di contrastare ogni mondo autoritario, sempre in lotta contro l'etica fallocentrica e capitalista del lavoro. Noi non confondiamo la liberazione con l'emancipazione e ci questioniamo sull’utilità rivoluzionaria di una giornata che rinchiuda una lotta esistenziale in un arco di 24 ore, divenendo così una sfilata da prima pagina, priva di contenuto e di credibilità. Crediamo veramente che oggi, come ieri e domani, bisogna puntare alla liberazione sessuale di ognun* di noi, sulla diffusione del desiderio libero, di corpi e di menti libere, decostruendo l’identità di genere ed escludendo totalmente e fino all’ultima briciola il ruolo dello stato, del capitalismo e dei poteri nella gestione delle nostre vite. Dobbiamo impedire che il sistema sia messo agevolmente nelle condizioni di poter gestire tutto questo: così facendo toglierebbe ogni bellezza e ogni nostra potenzialità di volo, e noi non possiamo permetterlo! Proprio per questo rifiutiamo una giornata come l’8 marzo, in quanto sappiamo bene che è una di quelle giornate in cui “ci è permesso protestare”, secondo canoni, mentalità e pratiche che non riconosciamo come nostre. Liberiamoci per le strade, agitiamo i nostri desideri fino a farli eccitare a tal punto da scoppiare nelle metropoli, sprigioniamo la nostra liberazione e abbattiamo tutti coloro che tentano di rinchiuderla e di strumentalizzarla: associazioni, partiti, stato, chiesa e scuola, con i loro processi di moralizzazione. Noi non vogliamo l’uguaglianza tra i sessi, vogliamo la distruzione dei “sessi”, dei ruoli di genere, dell’identità di genere e di tutte le classificazioni (orientamenti sessuali e di genere) che i poteri ci affibbiano per limitarci, fino a che ognun@ non sia liber@! La liberazione è ogni giorno, non aspettiamo una festa nazionale per poter disinibire e scatenare i nostri piaceri, e lottare contro tutto ciò che tenta di amministrarli e giostrarli a proprio piacimento o interesse. In un mondo sessualizzato allo sfinimento, con classificazioni e confessioni quotidiane coi poteri, ci riappropriamo dei nostri corpi, dei nostri desideri tutti i giorni, non aspettiamo l'8 marzo per liberarci: non chiediamo nessun diritto, non riconosciamo nessun dovere, non mendichiamo nessun lavoro e nessun salario, siamo pazze e ce lo rivendichiamo!

DESTRUTTURIAMO I CONCETTI DEL MORALISMO, SABOTIAMO IL SENSO COMUNE DELLA VITA,
RI CONCEPIAMO NOI STESSI/E LIBERAMENTE.

“Lo stato è il braccio dei deboli. Solo esso può apparire atto a far rispettare coloro che non possono farsi rispettare per sè stessi.” D. K.

Gente che si vuole liberare - Bergamo

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