14 marzo 2014

UN PO' DI SERIETA' - LETTERA DI MATTIA DAL CARCERE



Casa Circondariale di Alessandria, prima metà di febbraio
Apprendo ora che è stato fissato l’inizio del nostro processo con relativa lista delle parti offese, tra le quali:
  • Commissione Europea

  • Consiglio dei Ministri

  • Ltf

  • Alcuni operai

  • 3° Reggimento degli Alpini di Pinerolo

  • Carabinieri di Sestriere

  • Poliziotti di Imperia

  • Finanzieri di Torino

Segnalo ai Pubblici Ministeri che hanno scordato Dudù e la nonna di Alfano. 
Approfitto inoltre della circostanza per comunicare la mia lista dei testimoni:

  1. Lo spesino del carcere delle Vallette che mi ha visto cambiare la bomboletta del fornello e che è dovuto intervenire prima che asfissiassi l’intera sezione D per manifesta incapacità pratico-manuale. Sue testuali parole: «Se tu hai guidato un gruppo d’assalto io mi chiamo Giulia Ligresti».

  2. Mio cugino che mi vuole un sacco bene.

  3. La talpa meccanica.

Sicuro che i commediografi di stanza al Tribunale di Torino prenderanno in considerazione i miei suggerimenti per il casting, faccio loro presente di avvisare i responsabili del personale che:

  • Totò lo spesino adora gli arrosticini

  • Mio cugino è vegetariano

  • La talpa meccanica ha un debole per l’amianto

Chiedo dunque di provvedere ad un adeguato pranzo al sacco e ad una congrua diaria.
Colgo anche l’occasione per avanzare pubblica rimostranza per il fatto che il mio coimputato Claudio Alberto è stato trasferito a Ferrara e pertanto non potrà più vedere i goal del Toro sul t.g. Piemonte (unica cosa che valga la pena vedere sul suddetto t.g.). 
Saluto infine i Pubblici Ministeri e il giudice per le indagini preliminari e ricordo loro che per una svista, dopo averci trasferito un una sezione di Alta Sicurezza, imposto la censura sulla posta, sospeso i colloqui, costretto al divieto d’incontro tra coimputati, si sono dimenticati di sospenderci il diritto alle ore d’aria, ai pasti e all’ironia. Chiedo pertanto loro di prendere al più presto provvedimenti in tal senso e di adeguarsi alle più recenti prassi giurisprudenziali che oltre ad applicare le leggi antiterrorismo ai no tav, prevedono efficaci tecniche persuasive come, ad esempio, il waterboarding o gli elettrodi applicati al basso ventre.
 Mi rendo conto che siano pratiche che non sempre si addicono alle usanze democratiche… ma io dico, diamine, fatto trenta facciamo trentuno! Che poi, diciamolo, quella della democrazia è una credenza folklorica, al pari del Bigfoot o della Befana. Possibile che nel 2014 dobbiamo ancora credere alle favole? Un po’ di serietà, perdio! Qui c’è per sempre gente che rischia anni e anni di galera…
Bene, concludo questa mia accorata missiva certo che il vostro coraggioso progressismo non vi impedirà di prendere in considerazione i miei suggerimenti.

Vi saluto cordialmente e vi auguro buona inquisizione,
Mattia

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