da Soccorso Rosso Svizzera
Appello per iniziative internazionali di solidarietà. Marco libero!
Noi –Soccorso Rosso Svizzera e Soccorso Rosso Internazionale- lanciamo un appello per una Tre giorni solidale dal 20 al 22 giugno 2015 a sostegno di Marco Camenisch, dal 1991 ininterrottamente detenuto in Italia o in Svizzera.
Marco è un rivoluzionario eco-anarchico con una storia politica che risale agli anni ’70. È stato incarcerato una prima volta in Svizzera per attacchi dinamitardi contro cavi dell’alta tensione, riuscendo poi ad evadere. Solo dopo anni di clandestinità, durante un controllo di polizia, è stato arrestato in Italia nel 1991 e vi è rimasto detenuto fino al 2002. Nel 2002 è stato estradato in Svizzera, dove, da un lato, aveva da scontare il resto della pena inflittagli con la condanna iniziale, oltre a subire un ulteriore processo sempre per attacchi dinamitardi contro cavi dell’alta tensione, dall’altro, veniva condannato per la morte di una guardia di confine. Accusa, quest’ultima, da lui sempre respinta.
Durante questi 24 anni di carcere, Marco non ha sconfessato la sua identità politica, comunica con numerose persone in tutto il mondo e contribuisce a iniziative politiche, supportando cosi il processo rivoluzionario al di là delle sbarre della prigione. Tutto questo é malvisto da parte delle autorità preposte ad un eventuale allentamento delle sue condizioni di restrizione. Senza posa rifiutano di liberarlo, motivando la scelta con il fatto che egli ha una «concezione del mondo che promuove delinquenza». In sintesi: non esce di prigione perché è e resta anarchico. Questa argomentazione viene costantemente ribadita sia dall’Ufficio competente per l’amministrazione penitenziaria del cantone di Zurigo, sia dai giudici, quando si tratta di prendere una decisione in tal senso.
Un fattore di questo conflitto è, indubbiamente, la sua identità politica. Gli attacchi contro Marco devono essere compresi entro il conflitto politico generale: lo Stato borghese vuole dare un esempio del trattamento applicato contro un prigioniero irriducibile nella sua lotta (come hanno fatto e stanno facendo con altri prigionieri di lunga pena, quali Mumia Abu-Jamal o Georges Ibrahim Abdallah, per citarne alcuni, che non vengono liberati in quanto continuano a difendere la loro identità politica) sperando con ciò d’intimidire soggetti combattenti.
Un altro elemento, specifico nel caso di Marco, è il ruolo assunto in modo crescente dalla psichiatria forense nel sistema penitenziario. Mentre in altre circostanze legate a prigionieri di lunga detenzione le ragioni addotte sono apertamente politiche (come per quanto riguarda Georges Ibrahim Abdallah), per Camenisch l’Ufficio per il sistema penitenziario ricorre a una tesi esplicitamente psichiatrica. Il maggiore responsabile in materia è Frank Urbaniok. L’attacco politico viene così mascherato con il linguaggio psichiatrico, utilizzando concetti come rielaborazione e superamento. Sia chiaro: un’identità politica non può essere analizzata tramite il punto di vista di uno psichiatra. Essere anarchici non è un problema psichico.
Ultimamente queste sono le forme dell’attacco contro Marco. Secondo una sentenza del Tribunale supremo svizzero, l’Ufficio competente deve valutare se siano possibili eventuali allentamenti delle condizioni carcerarie. A questo scopo è stato redatto un Rapporto sull’applicazione di sanzioni commisurate al rischio, ROS. Degli psichiatri valutano i rischi connessi all’allentamento del suo regime detentivo. Perciò la psichiatria acquisisce un ruolo importante in tutte le procedure decisionali concernenti l’incarcerazione. Considerando che Marco rifiuta la psichiatrizzazione della propria identità politica, agli “esperti” resta poco da fare. Essi sostengono anche che la previsione delle sue possibili azioni future resta negativa, dato che «continua a dibattere intensamente ed attivamente, intorno alla propria ideologia, ed è in contatto con numerosi compagni che fanno altrettanto. Ciò é dimostrato dalle sue dichiarazioni e relazioni sociali pubbliche». Riassumendo, «si dimostra che le posizioni di M.C. sono forti e che l’incarcerazione non le ha praticamente intaccate».
Il rapporto propone misure che renderebbero possibile un allentamento delle condizioni detentive di Marco, le quali, però, sono inaccettabili. Si chiede a Marco di rifarsi una nuova rete di relazioni sociali con l’aiuto dei responsabili della prigione, ovvero: si pretende una rottura completa con compagni/e. Inoltre si pretende:
-«controllo di relativi contatti con compagni affini pronti alla violenza»
-«che Marco Camenisch si dichiari disposto a permettere controlli sulle sue attività e possa concordare con i giudici scopi comuni riguardo alla risocializzazione»
Marco Camenisch non viene liberato per la sua identità politica. Il suo fine pena è fissato per il 2018. Fino a quella data ci sarà un rapporto annuale di valutazione, per stabilire se sia da ipotizzare la libertà condizionale. E’ dunque probabile che venga ripreso il discorso sulla sua identità politica, per bloccare qualsiasi allentamento.
Riteniamo sia importante agire da subito in solidarietà a Marco.
Creiamo un collegamento fra le nostre lotte, articolate all’esterno, con la sua lotta dentro.
GIORNATE INTERNAZIONALI D’INIZIATIVA IN SOLIDARIETA’ A MARCO CAMENISCH – dal 20 al 22 GIUGNO 2015
Rote Hilfe Schweiz – www.rotehilfech.noblogs.org
Rote Hilfe International – www.rhi-sri.org
Per maggiori dettagli su Marco Camenisch:
http://rotehilfech.noblogs.org/post/tag/marco-camenisch/
FONTE
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