L'associazione dei funzionari (Anfp) critica il governo sulla gestione dell'ordine pubblico: "Abbiamo bisogno di fucili marcatori e proiettili di gomma. E contro i black bloc, pronti alla guerriglia urbana, anche le norme vanno cambiate"
ROMA - Manifestazioni di piazza, sì ai proiettili di gomma e ai fucili marcatori. Il manganello di plastica è superato, non serve contro black bloc agguerriti armati di bastoni, pietre, spranghe e addestrati alla guerriglia urbana con tecniche paramilitari. Meglio il tonfa. E poi, scudi in kevlar, estintori per spegnere le divise incendiate dalle molotov. E tecnologie radio più efficienti.
Nella prefazione del testo, il segretario dei Funzionari, Lorena La Spina, argomenta che la gestione dell'ordine pubblico, così com'è oggi, non è adeguata ai tempi. È antica. Superata. Dal 2005 a oggi il numero delle manifestazioni di piazza è cresciuto di quasi il 19% passando dalle 8.000 manifestazioni del 2005 alle 9.490 del 2014. Complessivamente il numero delle manifestazioni svoltesi dal 2005 al 2014 è stato pari a 87.862.
Ma Lorena La Spina sostiene che le forze dell'ordine non dispongono di mezzi di protezione e di armi adatte per far fronte a una media di 24 manifestazioni al giorno di rilievo per l'ordine pubblico. E, soprattutto, non sono supportate da un efficace ed efficiente quadro normativo.
"Nel nostro Paese - scrive il segretario dell'Anfp - la Polizia risente della carenza di strumenti utili a limitare le occasioni di contatto con i manifestanti, occasioni che si rivelano quasi sempre molto pericolose e tali da mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri operatori e dei terzi".
Task force antisommossa. La realtà, aggiunge La Spina, "suggerisce la modernizzazione dei reparti preposti al mantenimento dell'ordine pubblico", anche attraverso "la creazione di vere e proprie task force "antisommossa", altamente specializzate", tali da garantire "l'isolamento dei teppisti professionisti che confidano di essere protetti dalla folla". Dopo l'analisi delle criticità, le proposte del sindacato della classe dirigente della Polizia.
Proiettili in gomma. Con l'obiettivo di ampliare le dotazioni di strumenti intermedi tra un eventuale "corpo a corpo" e l'arma da fuoco, dovrebbe essere valutato l'uso di proiettili di gomma, che, se di tipo adeguato e affidati a personale rigorosamente addestrato, sono innocui, ma hanno grande efficacia deterrente contro i violenti (da diversi anni sono del resto in commercio munizioni "calibro 12" con proiettili in gomma "a soffietto", che, al momento dell'impatto, si allargano fino a raggiungere un diametro di diversi centimetri).
Fucili marcatori. Potrebbero essere sperimentati fucili "marcatori", armi ad aria compressa che sparano sfere di plastica contenenti vernice colorata, "per rendere possibile l'identificazione dei facinorosi e dei violenti, anche una volta cessata l'emergenza".
Difese anti petardi. Secondo La Spina, "appare necessario equipaggiare le nostre unità con strumenti di difesa dal lancio di petardi e di altri prodotti progettati per esplodere a terra, che peraltro continuano ad essere immessi sul mercato".
Tonfa. Le dotazioni oggi a disposizione dei poliziotti, a cominciare dagli sfollagente di gomma, "si rivelano spesso insufficienti a contenere i manifestanti, specie quando si tratta di soggetti molto numerosi e armati, con la conseguenza che gli agenti restano esposti a colpi di bastone, di spranga, e di armi improprie di vario genere". Insomma, meglio i tonfa, come fanno i tedeschi.
Scudi in kevlar. Per i funzionari, sarebbe auspicabile l'impiego di scudi realizzati con materiali più moderni e leggeri, ma al tempo stesso più resistenti, quali il Dyneema e il Kevlar.
Uniformi paracolpi. Andrebbero anche modificate le uniformi utilizzate nei servizi di ordine pubblico, con idonei accessori paracolpi, adeguatamente strutturati per la protezione degli operatori e per la sicurezza dei servizi.
Fondine anti furto. Per evitare il furto di pistole durante tafferugli e aggressioni (in molti cortei da anni si verificano tentativi di questo tipo), sarebbero utili "fondine interne per la custodia della pistola, al fine di tutelare il personale da tentativi di sottrazione dell'arma".
Radio hi-tech. Secondo i Funzionari, "bisognerebbe, poi, sviluppare nuove tecnologie per assicurare continuità e qualità nelle comunicazioni radio, oggi rimesse a vecchi apparati portatili che, per dimensioni e peso, sono spesso di intralcio nelle fasi di scontro".
Daspo dei cortei. Per altro verso, osservano i Funzionari, le misure di prevenzione attualmente previste si rivelano inidonee a fronte di soggetti la cui "pericolosità sociale possa dirsi "qualificata" da un sostanziale abuso del diritto di manifestare". E così ben venga il Daspo anche in ordine pubblico. È infatti "certamente debole", denuncia La Spina, "l'ambito degli strumenti volti a fronteggiare e contenere il pericolo nelle fasi immediatamente precedenti gli scontri".
Troppo permissivi. Anche nel caso in cui qualche manifestante prenda parte a manifestazioni pubbliche facendo uso di caschi protettivi o con il volto travisato, la pena è assai blanda: arresto da 1 a 6 mesi.
No al codice identificativo divise. Insomma, fino a quando non cambieranno le regole e le forze dell'ordine non saranno messe in grado di operare con mezzi e norme moderni, i Funzionari sono contrari all'uso di un codice identificativo. Il codice, spiega il segretario Anfp, "rappresenta un punto di arrivo, che si potrà concretizzare solo quando il livello degli strumenti legislativi e tecnici a disposizione potrà garantire un contesto di legalità non manipolabile".
L'argomento della gestione dell'ordine pubblico è particolarmente delicato per il Viminale, visto che, come osservano Forgione, Massucci e Ferrigni, "oggi il conflitto sociale rischia di ritornare sulla scena con tutta la sua carica dirompente, come testimoniato dalle numerose proteste contro il governo Berlusconi prima, nel 2011. E contro le politiche di austerità del governo Monti poi, nel 2012. Nonché quelle avverso l'esecutivo Renzi nel 2014". Per non dimenticare "le dimostrazioni dei movimenti "Lotta per la casa" e la rivolta anti-immigrati".
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