Fonte
Amburgo, 12 dicembre 2015
Ugly Facebook – FUNDAMENTAL DISLIKE // Abbiamo “hackerato” il “Portale” di Facebook Germania.
Come gruppo abbastanza grande d’amicx autoelettx, ieri sabato sera sul presto abbiamo “hackerato” cioè fatto a pezzi con abbondanti pietre e molta vernice il fronte in vetro della centrale di Facebook Germania nel centro di Amburgo (Caffamacherreihe 7). Con del fumo abbiamo immerso nella nebbia gli sbirri della stazione di polizia a soli 70 metri di distanza.
Nella settimana scorsa, il 30enne Mark Zuckerberg ha iniziato il suo congedo di paternità – buon per lui. Solo che il capo di Facebook spinge, al contrario, le sue collaboratrici a posticipare via social freezing il momento della maternità a molto oltre i 40 anni, per poter sfruttare più a lungo, e “senza flessione di carriera”, la forza lavoro delle giovani donne. Mascherato da sostegno all’autodeterminazione della donna, Facebook e Apple, dichiarando di assumersi i costi del congelamento degli ovuli, come primi padroni aumentano la pressione sulle proprie dipendenti per pianificazione familiare ad „assentarsi“. Ma questo solo a margine.
Nei nostri giri appartiene al bon to di essere dell’avviso che Facebook “in fondo è idiota”. Con esternazioni come “still not loving Facebook, but…” moltx di noi non fanno altro che rimandare alle calende greche la coerenza con la propria convinzione “critica” nei confronti del gigante IT. Tuttx sanno che Facebook non ha nessun rispetto per la sfera privata. Basta studiare le condizioni d’uso: Facebook salva il nostro luogo di soggiorno (in base al GPS e alla rete), legge le comunicazioni di testo ed protocolli di connessione come anche le connessioni in rete, copia e salva i video, le foto ed il tono, legge e cambia autonomamente i dati di contatto e le note di calendario senza informare lx utenti, legge le regolazioni di altri servizi sugli smartphone, accede ad app altrui e scarica file senza informare nessuno…
Facebook analizza le nostre preferenze e i nostri interessi e lo utilizza per assembrare un flusso di dati conformato con ogni singolx di noi. Nell’ambito tecnico della comunicazione, nel frattempo tantx si muovono del tutto ed unicamente in tali bolle filtrate di Facebook che ne decide le dinamiche. Le informazioni classiche non più personalizzate, non elaborate e non assemblate da una redazione, diventano sempre meno importanti. Facebook fa scrivere ax giornalistx sempre più notizie direttamente per la propria piattaforma. Per poi decidere se e in quale forma le manterrà.
Puoi collegarti in rete sociale da noi, ma decidiamo noi quel che potrai vedere, chi e quale informazione ti faremo vedere e chi sono lx tux verx amicx. Chi controlla internet non controlla solo il sapere dell’umanità, ma manipola anche le sue opinioni, preferenze ed abitudini – tutto fortamente individualizzato.
Troppo astratto
Tuttx sanno che le manipolazioni della comunicazione da parte di Facebook sono totalmente abusive. A un’autorità statale non daremmo mai e poi un tale potere di comando. Ma chi se ne frega, visto che tutto questo avrà al più un effetto “percettibilmente” negativo e personale solo “in futuro”. Basta che l’intromissione manipolativa nelle nostre vite sia sufficientemente seducente e “smart” affinché non ci sia nessunx dispostx a scandalizzarsi seriamente per l’impotente limitazione della nostra autodeterminazione. Il progresso d’internet è molto più veloce di quello che può essere la formazione di una coscienza dell’umanità sulle conseguenze della digitalizzazione. Già da tanto tempo, la velocità del progresso tecnologico è determinata, tra l’altro ma in modo decisivo, da quello che gli uomini alfa di Amazon, Apple Facebook, Goggle ed altri nella Valle della Tecnologia credono di poter esigere da noi. Eric Schmidt, manager di Google, lo dice così: “La politica dell’impresa è di andare esattamente fino a quel limite che per la gente diventa inquietante, ma non oltre.”
L’abusività di Facebook non si può descrivere e capire solo con la perdita di significato del concetto di sfera privata. L’intervento nel nostro mondo delle informazioni, delle esperienze, del tempo libero e dei sentimenti va molto più in là. Saranno altrx a determinare in modo massiccio la nostra vita e a riordinarla partendo da zero – senza alcune possibilità di poter valutare coscientermente cosa è arricchimento oppure eliminazione d’ogni traccia di autodeterminazione.
Ti suona troppo astratto, troppo vago?
OK – visto che la nostra immaginazione non è mai e poi mai di quella lungimiranza che contraddistingue lx tecnocrati che operano attivamente alla costruzione di un mondo nel quale per risolvere i problemi sociali sono ammesse solo le soluzioni tecnologiche, ci fermiamo nel qui ed ora:
Alla richiestra di cancellare post razzisti tipo “Mangia Merda, Maiale di Merda Siriano” e “Date finalmente delle armi da fuoco alle forze di sicurezza e freddateli, questi pseudo profughi”, Facebook s’atteggia da campione della libertà della parole e risponde: “Abbiamo verificato il contributo che ci hai segnalato come messagio d’odio e constatato che non trasgredisce i nostri standard condivisi.” Illustriamo in seguito con quattro esempi che questo non vuole assolutamente dire che Facebook si sente in dovere di essere neutrale:
Persecuzione e inibizione ad assistenza alla fuga, insieme a Europol
Nel mese di aprile 2015, il consiglio europeo ha decise di procedere contro un “attirare” (il trad.: alla fuga) lx profughx. Per impedire che dex fuggitivx possano contattare chi è disposto ad aiutarlx nella fuga, Europol ha avviato una cooperazione con Facebook e Twitter. Dal 1. agosto, “l’ufficio per la segnalazione di contenuti internet” (IRU), interno a Europol, ha assunto dex dipendenti supplementari per la ricerca metodica di attività di aiuto alla fuga nei social media. In futuro, appena troveranno qualcosa sarà subito cancellato. Europol dovrebbe, inoltre, anche ottenere un accesso diretto ai dati di tracciamento su Facebook, senza doverli richiedere ai rispettivi paesi membri. “L’ufficio segnalazioni” sarà subordinato al “Centro Europeo per la Lotta al Terrorismo” (ECTC). Il progetto, tanto per dire, fu deciso prima degli attentati di Parigi! Per questo non ci vuole lo stato d’emergenza. È ormai la situazione normale in Europa.
Esperimento real-life sull’economia comportamentale
Nel mese di giugno del 2014 salta fuori che per un periodo prolungato Facebook aveva manipolato psicologicamente le pagine di 700.000 user – senza che lo sapessero (il Traduttore: A questo punto la “domanda da un milione” ax Facebook-imbecilli ooops -user. Chi Usa Chi?!!!). A questo gruppo facevano loro vedere i post positivi dex loro Facebook-amicx. I post più negativi ottenevano un ranking minore o venivano semplicemente soppressi. Poi osservarono l’effetto di questi antidepressivi algoritmoci sula maniera di comunicazione dex user così manipolatx – e miracolo!: Si esprimevano senza eccezione più positivamente nei propri post che un gruppo ugualmente grande di user negativamente manipolatx.
Una portavoce di Facebook si esprimeva sullo scandalo nel Guardian. Obiettivo dell’esperimento sarebbe stato “il miglioramento dei nostri contenuti e di plasmare nel modo più rilevante ed attraente possibile i contenuti che la gente vede su Facebook.” E poi: “Gran parte di questo consiste nel comprendere come reagiscono lx user ai diversi tipi di contenuti, a seconda di una loro tonalità positiva o negativa; se seguono le novità da parte dex loro amicx oppure le informazioni riportate sulle pagine.” Facebook farebbe tanti di questi esperimenti attitudinali e, inoltre, questi esperimenti che coinvolgono lx user a loro insaputa rientrerebbero nelle condizioni per l’uso.
Fino a dove, e ben oltre gli “esperimenti” di manipolazione comportamentale, arriva la manipolazione specifica del malcontento da parte di Facebook ebbe a dimostrarsi solo due mesi dopo:
Soppressione informazionale dell’insorgenza
Il 9 agosto 2014 a Ferguson durante un controllo di polizia fu freddato il 18enne Michael Brown. Una pattuglia di polizia lo fermò perché aveva osato camminare sulla strada invece che sul marciapiede. Durante la discussione partiva un colpo dalla volante. Brown fuggì e fu freddato alla schiena da un poliziotto. Michael Brown era disarmato ed era nero.
Già il giorno dopo, dex cittadinx nerx della città si adunarono per una protesta silenziosa circondata da 150 sbirri in armatura antisommossa. Il clima si fece incandescente e con l’escalation della situazione si arrivò agli scontri ed ai saccheggi. Durante l’11 e il 12 agosto la polizia impiegava blindati, granate accecanti, bombe fumogene, lacrimogeni e anche proiettili di gomma contro la folla inferocita. Le immagini delle battaglie militari controinsurrezionali attraversarono i media e naturalmente anche i social media di tutto il mondo. Ma non attraverso tutti i social media in ugual modo.
La signora Zeynep Tufekci, docente all’università di North Carolina, accertò l’esercizio di potere politico per mezzo del filtraggio algoritmico delle notizie. In un contributo sul portale Blogging Medium afferma che Ferguson nel suo Facebookstream practicamente non esisteva, mentre su Twitter quasi non si parlava d’altro. E non era perché la gente su Facebook non ne scrivesse nulla.
Bensì era l’algoritmo Edgerank, che a dire di Facebook rielabora le novità secondo una rilevanza personalizzata, che sembrava semplicemente aver soppresso il tema.
Manipolazioni mirate in cooperazione con la NAS
Nel mese di aprile 2015 venivamo a sapere dal fondo dei documenti di Snowden che su ordine del governo USA, con l’obiettivo di impedire le manifestazioni Facebook manipola le info sulle iniziative e le informazioni dirette tra Facebook-user di critica al governo. Dopo il divampare delle proteste di Occupy Wall Street nell’autunno del 2011, Facebook e NSA estendevano la loro “Operation SPORA”, l’operazione congiunta di manipolazione di tali informazioni.
Dai documenti si evince che SPORA non inghiottisce o ritarda solamente le comunicazioni sulle manifestazioni e sui flashmob ma che manipola anche luoghi e tempi di questo genere d’appuntamento. Questo vale per le “iniziative” Facebook e per le comunicazioni dirette, dove i Messenger-app e le pagine web segnalano dati diversi per fuorviare e disperdere la gente.
Lo sviluppo del software per la manipolazione marcia come cooperazione tra NSA e un piccolo team di Facebook. La software è impiegata da tutti i servizi segreti dell’alleanza “Five Eyes”, anche su altre piattaforme come WhatsApp e Google Hangout. Un esempio che dimostra quanto è ridicolo voler distinguere tra i propositi di registrazione e di comando dell’élite digitale e gli interventi puramente repressivi dei servizi segreti e delle autorità.
Facebook e la sinistra di movimento
Cosa fare, se Facebook nei momenti di maggiore insorgenza della dinamica social-rivoluzionaria rivolge contro di noi ancora di più i suoi servizi ossia se ne priva, selettivamente, del tutto? Vogliamo appropriarci di tecniche proprie e indipendenti per la diffusione di conoscenza e di comunicazione solo in quel frangente?
Stupisce già assai che anche il movimento autonomo sembra tenerci di più alla comodità di una piattaforma della comunicazione e a un’illusoria appartenenza al mainstream informazionale che alla propria autonomia; ma che via Facebook si collabori attivamente con la repressione, vogliamo ben sperare che sia troppo anche per noi! Oppure accettiamo di buon grado la cooperazione di Facebook con le autorità e la sua infiltrazione nei movimenti di resistenza di sinistra, mentre come resistenti dichiariamo sempre a gran voce di quanto è impensabile ogni collaborazione “diretta” con le autorità addette alla persecuzione?
Ci pare poco credibile e soprattutto insensato.
Resistenza digitale + analoga = reale
La resistenza si muove – addirittura contro Facebook! “Zuck off” deve farsi urlare addosso in India il capo di Facebook Zuckerberg. Poiché da quelle parti con buon sostegno pubblico dex attivistx contrastano il Projekt internet.org di Facebook, con il quale vuole offrire una rete “gratis” ax poverx anche nelle zone più remote. Pomo della discordia: Facebook in questa “rete di pubblica per tutti” fa vedere solo 35 pagine web – con Facebook in primo piano. L’accesso al resto del (mondo) web rimane bloccato. All’accusa di censura e di comando Mark Zuckerberg reagisce in modo cinico, prammatico e spaccone: “Meglio un pochino d’internet che nulla.”
Tuttavia la resistenza contro questa forma evidente di Non-Neutralità-Della-Rete ha avuto degli effetti. Quattro dei fornitori eletti da Mark Zuckerberg, tra cui Times of India, si sono già ritirati dal progetto di Facebook poichè non vogliono macchiarsi con l’accusa di “razzismo economico” e “rapina delle terre” (landgrab).
Ma ha senso un attacco simbolico e non-digitale a un gigante del pseudo-mondo digitale? Si, ha senso – il vertice di Google era parecchio colpito quando lx anti-gentrificazione bloccarono e attaccarono i bus di Google. Era la protesta pubblicamente percettibile contro gli aumenti astronomici degli affitti nel raggio delle fermate di questi shuttle-bus che ogni mattina portano migliaia di dipendenti che abitano nei dintorni di San Francisco fino alla sede dell’impresa nel Silicon Valley. Le manifestazioni seguenti costrinsero Google addirittura a lasciare perdere un progetto di costruzione edile a San Francisco. Anche la prima versione degli occhiali-dati Google glass è fallita anzitutto per l’effetto pubblico della campagna dex ostili, ed è stata tolta dal mercato. Negli USA dex attivistx avevano diffamato i protatori degli occhiali-dati come glassholes (il trad.: gioco di parole con asshole = uguale a stronzo) e gli avevano strappato gli occhiali dal nasoanche violentemente. Dopo di questo, lx glassholes non potevano più entrare in tante bettole e in tanti club.
Il blocco militante a Parigi di un ponte autostradale presso l’aeroporto fatto dai tassisiti contro i Taxi-App Uber è stato decisivo per il divieto di Uber in Francia.
All’inizio del mese passato, dex attivistx hanno occupato la sede principale di Airbnb a San Francisco, quasi per portare le lotte per degli affitti accessibili sul luogo, che è sempre di più complice degli sfratti coatti e delle espulsioni.
Join the real-life-hacking-team
Riteniamo che sia necessario lottare attivamente contro il controllo digitale e il tentativo di appropriazione delle nostre vite e, inoltre, di procedere contro questo sistema ed i suoi soci in affari. Una ribellione contro questo mondo non ci sarà con una riforma d’internet.
– Esci dalla ristrettezza disabilitante della determinazione esterna
– Facebook, Google, Apple, Amazon e compari, fuori dalla rete
– Partecipa al contrattacco come anche alla costruzione di alternative
– “La rete è rotta” – Fai nuovo!
– Per una communicazione libera ed autonoma
– Per l’Autonomia
– Contro il dominio
Hackers unite and take over – o digitale o analogo – we stay anonymous
P.S. If you LIKE our action, don’t share it on facebook
If you DISLIKE or don’t know what this is all about, you will probably do so anyway.
Fonte: https://linksunten.indymedia.org/de/node/162073
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, dicembre 2015
Come gruppo abbastanza grande d’amicx autoelettx, ieri sabato sera sul presto abbiamo “hackerato” cioè fatto a pezzi con abbondanti pietre e molta vernice il fronte in vetro della centrale di Facebook Germania nel centro di Amburgo (Caffamacherreihe 7). Con del fumo abbiamo immerso nella nebbia gli sbirri della stazione di polizia a soli 70 metri di distanza.
Nella settimana scorsa, il 30enne Mark Zuckerberg ha iniziato il suo congedo di paternità – buon per lui. Solo che il capo di Facebook spinge, al contrario, le sue collaboratrici a posticipare via social freezing il momento della maternità a molto oltre i 40 anni, per poter sfruttare più a lungo, e “senza flessione di carriera”, la forza lavoro delle giovani donne. Mascherato da sostegno all’autodeterminazione della donna, Facebook e Apple, dichiarando di assumersi i costi del congelamento degli ovuli, come primi padroni aumentano la pressione sulle proprie dipendenti per pianificazione familiare ad „assentarsi“. Ma questo solo a margine.
Nei nostri giri appartiene al bon to di essere dell’avviso che Facebook “in fondo è idiota”. Con esternazioni come “still not loving Facebook, but…” moltx di noi non fanno altro che rimandare alle calende greche la coerenza con la propria convinzione “critica” nei confronti del gigante IT. Tuttx sanno che Facebook non ha nessun rispetto per la sfera privata. Basta studiare le condizioni d’uso: Facebook salva il nostro luogo di soggiorno (in base al GPS e alla rete), legge le comunicazioni di testo ed protocolli di connessione come anche le connessioni in rete, copia e salva i video, le foto ed il tono, legge e cambia autonomamente i dati di contatto e le note di calendario senza informare lx utenti, legge le regolazioni di altri servizi sugli smartphone, accede ad app altrui e scarica file senza informare nessuno…
Facebook analizza le nostre preferenze e i nostri interessi e lo utilizza per assembrare un flusso di dati conformato con ogni singolx di noi. Nell’ambito tecnico della comunicazione, nel frattempo tantx si muovono del tutto ed unicamente in tali bolle filtrate di Facebook che ne decide le dinamiche. Le informazioni classiche non più personalizzate, non elaborate e non assemblate da una redazione, diventano sempre meno importanti. Facebook fa scrivere ax giornalistx sempre più notizie direttamente per la propria piattaforma. Per poi decidere se e in quale forma le manterrà.
Puoi collegarti in rete sociale da noi, ma decidiamo noi quel che potrai vedere, chi e quale informazione ti faremo vedere e chi sono lx tux verx amicx. Chi controlla internet non controlla solo il sapere dell’umanità, ma manipola anche le sue opinioni, preferenze ed abitudini – tutto fortamente individualizzato.
Troppo astratto
Tuttx sanno che le manipolazioni della comunicazione da parte di Facebook sono totalmente abusive. A un’autorità statale non daremmo mai e poi un tale potere di comando. Ma chi se ne frega, visto che tutto questo avrà al più un effetto “percettibilmente” negativo e personale solo “in futuro”. Basta che l’intromissione manipolativa nelle nostre vite sia sufficientemente seducente e “smart” affinché non ci sia nessunx dispostx a scandalizzarsi seriamente per l’impotente limitazione della nostra autodeterminazione. Il progresso d’internet è molto più veloce di quello che può essere la formazione di una coscienza dell’umanità sulle conseguenze della digitalizzazione. Già da tanto tempo, la velocità del progresso tecnologico è determinata, tra l’altro ma in modo decisivo, da quello che gli uomini alfa di Amazon, Apple Facebook, Goggle ed altri nella Valle della Tecnologia credono di poter esigere da noi. Eric Schmidt, manager di Google, lo dice così: “La politica dell’impresa è di andare esattamente fino a quel limite che per la gente diventa inquietante, ma non oltre.”
L’abusività di Facebook non si può descrivere e capire solo con la perdita di significato del concetto di sfera privata. L’intervento nel nostro mondo delle informazioni, delle esperienze, del tempo libero e dei sentimenti va molto più in là. Saranno altrx a determinare in modo massiccio la nostra vita e a riordinarla partendo da zero – senza alcune possibilità di poter valutare coscientermente cosa è arricchimento oppure eliminazione d’ogni traccia di autodeterminazione.
Ti suona troppo astratto, troppo vago?
OK – visto che la nostra immaginazione non è mai e poi mai di quella lungimiranza che contraddistingue lx tecnocrati che operano attivamente alla costruzione di un mondo nel quale per risolvere i problemi sociali sono ammesse solo le soluzioni tecnologiche, ci fermiamo nel qui ed ora:
Alla richiestra di cancellare post razzisti tipo “Mangia Merda, Maiale di Merda Siriano” e “Date finalmente delle armi da fuoco alle forze di sicurezza e freddateli, questi pseudo profughi”, Facebook s’atteggia da campione della libertà della parole e risponde: “Abbiamo verificato il contributo che ci hai segnalato come messagio d’odio e constatato che non trasgredisce i nostri standard condivisi.” Illustriamo in seguito con quattro esempi che questo non vuole assolutamente dire che Facebook si sente in dovere di essere neutrale:
Persecuzione e inibizione ad assistenza alla fuga, insieme a Europol
Nel mese di aprile 2015, il consiglio europeo ha decise di procedere contro un “attirare” (il trad.: alla fuga) lx profughx. Per impedire che dex fuggitivx possano contattare chi è disposto ad aiutarlx nella fuga, Europol ha avviato una cooperazione con Facebook e Twitter. Dal 1. agosto, “l’ufficio per la segnalazione di contenuti internet” (IRU), interno a Europol, ha assunto dex dipendenti supplementari per la ricerca metodica di attività di aiuto alla fuga nei social media. In futuro, appena troveranno qualcosa sarà subito cancellato. Europol dovrebbe, inoltre, anche ottenere un accesso diretto ai dati di tracciamento su Facebook, senza doverli richiedere ai rispettivi paesi membri. “L’ufficio segnalazioni” sarà subordinato al “Centro Europeo per la Lotta al Terrorismo” (ECTC). Il progetto, tanto per dire, fu deciso prima degli attentati di Parigi! Per questo non ci vuole lo stato d’emergenza. È ormai la situazione normale in Europa.
Esperimento real-life sull’economia comportamentale
Nel mese di giugno del 2014 salta fuori che per un periodo prolungato Facebook aveva manipolato psicologicamente le pagine di 700.000 user – senza che lo sapessero (il Traduttore: A questo punto la “domanda da un milione” ax Facebook-imbecilli ooops -user. Chi Usa Chi?!!!). A questo gruppo facevano loro vedere i post positivi dex loro Facebook-amicx. I post più negativi ottenevano un ranking minore o venivano semplicemente soppressi. Poi osservarono l’effetto di questi antidepressivi algoritmoci sula maniera di comunicazione dex user così manipolatx – e miracolo!: Si esprimevano senza eccezione più positivamente nei propri post che un gruppo ugualmente grande di user negativamente manipolatx.
Una portavoce di Facebook si esprimeva sullo scandalo nel Guardian. Obiettivo dell’esperimento sarebbe stato “il miglioramento dei nostri contenuti e di plasmare nel modo più rilevante ed attraente possibile i contenuti che la gente vede su Facebook.” E poi: “Gran parte di questo consiste nel comprendere come reagiscono lx user ai diversi tipi di contenuti, a seconda di una loro tonalità positiva o negativa; se seguono le novità da parte dex loro amicx oppure le informazioni riportate sulle pagine.” Facebook farebbe tanti di questi esperimenti attitudinali e, inoltre, questi esperimenti che coinvolgono lx user a loro insaputa rientrerebbero nelle condizioni per l’uso.
Fino a dove, e ben oltre gli “esperimenti” di manipolazione comportamentale, arriva la manipolazione specifica del malcontento da parte di Facebook ebbe a dimostrarsi solo due mesi dopo:
Soppressione informazionale dell’insorgenza
Il 9 agosto 2014 a Ferguson durante un controllo di polizia fu freddato il 18enne Michael Brown. Una pattuglia di polizia lo fermò perché aveva osato camminare sulla strada invece che sul marciapiede. Durante la discussione partiva un colpo dalla volante. Brown fuggì e fu freddato alla schiena da un poliziotto. Michael Brown era disarmato ed era nero.
Già il giorno dopo, dex cittadinx nerx della città si adunarono per una protesta silenziosa circondata da 150 sbirri in armatura antisommossa. Il clima si fece incandescente e con l’escalation della situazione si arrivò agli scontri ed ai saccheggi. Durante l’11 e il 12 agosto la polizia impiegava blindati, granate accecanti, bombe fumogene, lacrimogeni e anche proiettili di gomma contro la folla inferocita. Le immagini delle battaglie militari controinsurrezionali attraversarono i media e naturalmente anche i social media di tutto il mondo. Ma non attraverso tutti i social media in ugual modo.
La signora Zeynep Tufekci, docente all’università di North Carolina, accertò l’esercizio di potere politico per mezzo del filtraggio algoritmico delle notizie. In un contributo sul portale Blogging Medium afferma che Ferguson nel suo Facebookstream practicamente non esisteva, mentre su Twitter quasi non si parlava d’altro. E non era perché la gente su Facebook non ne scrivesse nulla.
Bensì era l’algoritmo Edgerank, che a dire di Facebook rielabora le novità secondo una rilevanza personalizzata, che sembrava semplicemente aver soppresso il tema.
Manipolazioni mirate in cooperazione con la NAS
Nel mese di aprile 2015 venivamo a sapere dal fondo dei documenti di Snowden che su ordine del governo USA, con l’obiettivo di impedire le manifestazioni Facebook manipola le info sulle iniziative e le informazioni dirette tra Facebook-user di critica al governo. Dopo il divampare delle proteste di Occupy Wall Street nell’autunno del 2011, Facebook e NSA estendevano la loro “Operation SPORA”, l’operazione congiunta di manipolazione di tali informazioni.
Dai documenti si evince che SPORA non inghiottisce o ritarda solamente le comunicazioni sulle manifestazioni e sui flashmob ma che manipola anche luoghi e tempi di questo genere d’appuntamento. Questo vale per le “iniziative” Facebook e per le comunicazioni dirette, dove i Messenger-app e le pagine web segnalano dati diversi per fuorviare e disperdere la gente.
Lo sviluppo del software per la manipolazione marcia come cooperazione tra NSA e un piccolo team di Facebook. La software è impiegata da tutti i servizi segreti dell’alleanza “Five Eyes”, anche su altre piattaforme come WhatsApp e Google Hangout. Un esempio che dimostra quanto è ridicolo voler distinguere tra i propositi di registrazione e di comando dell’élite digitale e gli interventi puramente repressivi dei servizi segreti e delle autorità.
Facebook e la sinistra di movimento
Cosa fare, se Facebook nei momenti di maggiore insorgenza della dinamica social-rivoluzionaria rivolge contro di noi ancora di più i suoi servizi ossia se ne priva, selettivamente, del tutto? Vogliamo appropriarci di tecniche proprie e indipendenti per la diffusione di conoscenza e di comunicazione solo in quel frangente?
Stupisce già assai che anche il movimento autonomo sembra tenerci di più alla comodità di una piattaforma della comunicazione e a un’illusoria appartenenza al mainstream informazionale che alla propria autonomia; ma che via Facebook si collabori attivamente con la repressione, vogliamo ben sperare che sia troppo anche per noi! Oppure accettiamo di buon grado la cooperazione di Facebook con le autorità e la sua infiltrazione nei movimenti di resistenza di sinistra, mentre come resistenti dichiariamo sempre a gran voce di quanto è impensabile ogni collaborazione “diretta” con le autorità addette alla persecuzione?
Ci pare poco credibile e soprattutto insensato.
Resistenza digitale + analoga = reale
La resistenza si muove – addirittura contro Facebook! “Zuck off” deve farsi urlare addosso in India il capo di Facebook Zuckerberg. Poiché da quelle parti con buon sostegno pubblico dex attivistx contrastano il Projekt internet.org di Facebook, con il quale vuole offrire una rete “gratis” ax poverx anche nelle zone più remote. Pomo della discordia: Facebook in questa “rete di pubblica per tutti” fa vedere solo 35 pagine web – con Facebook in primo piano. L’accesso al resto del (mondo) web rimane bloccato. All’accusa di censura e di comando Mark Zuckerberg reagisce in modo cinico, prammatico e spaccone: “Meglio un pochino d’internet che nulla.”
Tuttavia la resistenza contro questa forma evidente di Non-Neutralità-Della-Rete ha avuto degli effetti. Quattro dei fornitori eletti da Mark Zuckerberg, tra cui Times of India, si sono già ritirati dal progetto di Facebook poichè non vogliono macchiarsi con l’accusa di “razzismo economico” e “rapina delle terre” (landgrab).
Ma ha senso un attacco simbolico e non-digitale a un gigante del pseudo-mondo digitale? Si, ha senso – il vertice di Google era parecchio colpito quando lx anti-gentrificazione bloccarono e attaccarono i bus di Google. Era la protesta pubblicamente percettibile contro gli aumenti astronomici degli affitti nel raggio delle fermate di questi shuttle-bus che ogni mattina portano migliaia di dipendenti che abitano nei dintorni di San Francisco fino alla sede dell’impresa nel Silicon Valley. Le manifestazioni seguenti costrinsero Google addirittura a lasciare perdere un progetto di costruzione edile a San Francisco. Anche la prima versione degli occhiali-dati Google glass è fallita anzitutto per l’effetto pubblico della campagna dex ostili, ed è stata tolta dal mercato. Negli USA dex attivistx avevano diffamato i protatori degli occhiali-dati come glassholes (il trad.: gioco di parole con asshole = uguale a stronzo) e gli avevano strappato gli occhiali dal nasoanche violentemente. Dopo di questo, lx glassholes non potevano più entrare in tante bettole e in tanti club.
Il blocco militante a Parigi di un ponte autostradale presso l’aeroporto fatto dai tassisiti contro i Taxi-App Uber è stato decisivo per il divieto di Uber in Francia.
All’inizio del mese passato, dex attivistx hanno occupato la sede principale di Airbnb a San Francisco, quasi per portare le lotte per degli affitti accessibili sul luogo, che è sempre di più complice degli sfratti coatti e delle espulsioni.
Join the real-life-hacking-team
Riteniamo che sia necessario lottare attivamente contro il controllo digitale e il tentativo di appropriazione delle nostre vite e, inoltre, di procedere contro questo sistema ed i suoi soci in affari. Una ribellione contro questo mondo non ci sarà con una riforma d’internet.
– Esci dalla ristrettezza disabilitante della determinazione esterna
– Facebook, Google, Apple, Amazon e compari, fuori dalla rete
– Partecipa al contrattacco come anche alla costruzione di alternative
– “La rete è rotta” – Fai nuovo!
– Per una communicazione libera ed autonoma
– Per l’Autonomia
– Contro il dominio
Hackers unite and take over – o digitale o analogo – we stay anonymous
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Fonte: https://linksunten.indymedia.org/de/node/162073
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, dicembre 2015
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