riceviamo e diffondiamo:
REPRESSIONE E FOGLI DI VIA A CESENA
Da svariati mesi un gruppo di lavoratori di Stemi Logistica presso il cantiere Artoni di Pievesestina (Cesena), per la maggior parte immigrati con permesso di soggiorno a rischio, lotta duramente per ottenere il reintegro dopo 28 licenziamenti avvenuti a seguito della richiesta di migliori condizioni lavorative. Attraverso scioperi, presidi permanenti, picchetti all'esterno di Artoni e delle altre aziende clienti di Stemi, questi lavoratori portano avanti una dura vertenza che li vede mettersi in gioco in prima persona.
Ben presto una rete di appoggio di attivisti e solidali di varia estrazione inizia a stringersi attorno ai lavoratori in lotta (alcuni dei quali arriveranno addirittura ad intraprendere uno sciopero della fame nei giorni prima di natale) attraverso la partecipazione ai picchetti, il supporto alle varie iniziative in giro per la città, la controinformazione generalizzata. Ovviamente pulsioni di questo tipo non possono essere tollerate dai paladini della pace sociale, difensori di una città salotto fatta di consumismo sfrenato e catene di montaggio, motivo per cui, a ridosso delle festività natalizie, vengono inoltrate una dozzina di procedure per l'attivazione della misura di foglio di via dal territorio di Cesena contro delegati sindacali ed attivisti solidali. Due di questi provvedimenti raggiungono anche un compagno e una compagna da anni attivi nella gestione delle iniziative dello spazio libertario "Sole e Baleno".
Non c'è che dire, in Romagna (così come in altre regioni d'Italia) lo strumento del foglio di via finalizzato a reprimere le lotte, attraverso il tentativo di spezzare i legami di complicità ribelle su base territoriale, sembra essere diventato una vera e propria istituzione. Ce ne eravamo accorti già nel 2012, quando la questura di Ravenna aveva messo al bando un nutrito numero di compagni e compagne, a seguito di una manifestazione spontanea in risposta all'omicidio di un ragazzo avvenuto per mano di servi in divisa dal grilletto facile. E ce lo ricordiamo a Forlì ogni volta che anarchici/che e antifascisti/e, alzando la testa e scendendo in piazza con maggiore determinazione, vedono fioccare ormai puntualmente provvedimenti di allontanamento dalla città, quando non addirittura dall'intera provincia.
Questa volta è accaduto a Cesena.
Cambia l'ambientazione, ma il copione è già visto, infatti è dalla stessa questura (unica per Forlì e Cesena) e dallo stesso questore, Salvatore Sanna, che negli ultimi anni partono sistematicamente queste vigliacche misure intimidatorie. Ma qualcosa di nuovo bolle in pentola. A partire dall'insolita eterogeneità dei destinatari del provvedimento, a testimonianza della chiara volontà di attaccare in maniera trasversale chiunque sia disposto a portare la propria solidarietà incondizionata in un contesto di conflittualità aperta. Fino ad arrivare al fatto che alcuni dei compagni colpiti dal provvedimento risultino residenti all'interno della provincia, condizione che nei precedenti casi avrebbe fatto ripiegare la questura sulla formula dell'avviso orale.
Detto ciò, poco ci importano le losche macchinazioni di questi spregevoli personaggi.
Quando è in pericolo la libertà di alcuni è in gioco la libertà di tutti.
Dichiariamo guerra a chi attua una repressione sistematica nei confronti delle lotte sociali in Romagna ed ovunque, rispondendo colpo su colpo a queste misure autoritarie e liberticide che possono colpire chiunque in ogni momento.
Le nostre voci continueranno a rompere il silenzio e l'indifferenza nelle piazze e nelle strade, la nostra passione per la libertà è più forte di ogni divieto!
anarchiche e anarchici in Romagna
Fonte
REPRESSIONE E FOGLI DI VIA A CESENA
Da svariati mesi un gruppo di lavoratori di Stemi Logistica presso il cantiere Artoni di Pievesestina (Cesena), per la maggior parte immigrati con permesso di soggiorno a rischio, lotta duramente per ottenere il reintegro dopo 28 licenziamenti avvenuti a seguito della richiesta di migliori condizioni lavorative. Attraverso scioperi, presidi permanenti, picchetti all'esterno di Artoni e delle altre aziende clienti di Stemi, questi lavoratori portano avanti una dura vertenza che li vede mettersi in gioco in prima persona.
Ben presto una rete di appoggio di attivisti e solidali di varia estrazione inizia a stringersi attorno ai lavoratori in lotta (alcuni dei quali arriveranno addirittura ad intraprendere uno sciopero della fame nei giorni prima di natale) attraverso la partecipazione ai picchetti, il supporto alle varie iniziative in giro per la città, la controinformazione generalizzata. Ovviamente pulsioni di questo tipo non possono essere tollerate dai paladini della pace sociale, difensori di una città salotto fatta di consumismo sfrenato e catene di montaggio, motivo per cui, a ridosso delle festività natalizie, vengono inoltrate una dozzina di procedure per l'attivazione della misura di foglio di via dal territorio di Cesena contro delegati sindacali ed attivisti solidali. Due di questi provvedimenti raggiungono anche un compagno e una compagna da anni attivi nella gestione delle iniziative dello spazio libertario "Sole e Baleno".
Non c'è che dire, in Romagna (così come in altre regioni d'Italia) lo strumento del foglio di via finalizzato a reprimere le lotte, attraverso il tentativo di spezzare i legami di complicità ribelle su base territoriale, sembra essere diventato una vera e propria istituzione. Ce ne eravamo accorti già nel 2012, quando la questura di Ravenna aveva messo al bando un nutrito numero di compagni e compagne, a seguito di una manifestazione spontanea in risposta all'omicidio di un ragazzo avvenuto per mano di servi in divisa dal grilletto facile. E ce lo ricordiamo a Forlì ogni volta che anarchici/che e antifascisti/e, alzando la testa e scendendo in piazza con maggiore determinazione, vedono fioccare ormai puntualmente provvedimenti di allontanamento dalla città, quando non addirittura dall'intera provincia.
Questa volta è accaduto a Cesena.
Cambia l'ambientazione, ma il copione è già visto, infatti è dalla stessa questura (unica per Forlì e Cesena) e dallo stesso questore, Salvatore Sanna, che negli ultimi anni partono sistematicamente queste vigliacche misure intimidatorie. Ma qualcosa di nuovo bolle in pentola. A partire dall'insolita eterogeneità dei destinatari del provvedimento, a testimonianza della chiara volontà di attaccare in maniera trasversale chiunque sia disposto a portare la propria solidarietà incondizionata in un contesto di conflittualità aperta. Fino ad arrivare al fatto che alcuni dei compagni colpiti dal provvedimento risultino residenti all'interno della provincia, condizione che nei precedenti casi avrebbe fatto ripiegare la questura sulla formula dell'avviso orale.
Detto ciò, poco ci importano le losche macchinazioni di questi spregevoli personaggi.
Quando è in pericolo la libertà di alcuni è in gioco la libertà di tutti.
Dichiariamo guerra a chi attua una repressione sistematica nei confronti delle lotte sociali in Romagna ed ovunque, rispondendo colpo su colpo a queste misure autoritarie e liberticide che possono colpire chiunque in ogni momento.
Le nostre voci continueranno a rompere il silenzio e l'indifferenza nelle piazze e nelle strade, la nostra passione per la libertà è più forte di ogni divieto!
anarchiche e anarchici in Romagna
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