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Il colloquio è durato un’ora e
quaranta. Presenti il presidente degli U.S.A. Obama, il suo vice Joe
Biden, il segretario di Stato John Kerry, e il consigliere per la
sicurezza nazionale Susan Rice, e il presidente della repubblica
Mattarella. Il presidente statunitense ha chiesto allo Stato italiano “
uno forzo maggiore in Iraq e in Siria”, e ha lodato poi “ il lavoro
degli addestratori militari italiani in Iraq e la missione militare per
proteggere la diga di Mosul”. L’invasione della Libia e l’aumento delle
truppe in Iraq saranno i prossimi campi d’intervento dell’imperialismo
italiano nei prossimi mesi. A fine di gennaio di quest’anno,
innanzitutto, è stata confermata l’assegnazione dell’appalto per la
ristrutturazione della strategica diga di Mossul all’azienda romagnola “
Trevi spa” di Cesena.
L’annuncio è arrivato dal governo
iracheno che, superate le resistenze iniziali, ha accolto la richiesta
di Roma di inviare 450 militari ( che si aggiungono agli altri 750 che
già partecipano all’operazione “ Prima parthica” che prevede
l’addestramento dei miliziani curdo-iracheni e delle forze di polizia
locali da parte degli assassini in divisa italiani) a protezione dei
cantieri. La diga di Mossul è sul fiume Tigri, ed è la più grande diga
irachena e la quarta di tutto il Medio Oriente. È estremamente
importante per la vita economica e per l’assetto politico dell’area. La
distruzione della stessa metterebbe in ginocchio gli interessi
capitalistici nel Paese. Controllare la diga di Mossul significa
controllare buona parte delle risorse idriche dell’Iraq. Tra il 2006 ed
il 2010 gli U.S.A. hanno investito nello studio e nella manutenzione
della diga oltre trenta milioni di dollari.
L’intervento militare italiano partirà
fra maggio e giugno di quest’anno. I soldati difenderanno il cantiere e i
circa 40 tecnici italiani che ci lavoreranno. Il contingente dovrebbe
essere costituito dai bersaglieri della brigata Garibaldi, oltre ai
reparti di forze speciali ( Folgore) e artificieri. Il contratto tra lo
Stato iracheno e la “ Trevi spa” sarà un contratto capestro: la quantità
dei finanziamenti sarà calibrata passo dopo passo secondo quelli che
saranno i costi dei lavori che la ditta presenterà. Il contingente sarà
composto da elicotteri d’attacco “ A 129 Mangusta”, da carri armati “
Ariete”, e da cannoni semoventi cingolati. Appare chiaro che il cantiere
diventerà un fortino super-blindato, considerando che la linea del
fronte tra Califfato e forze lealiste corre a poche decine di km dalla
diga. Secondo quanto scrive il portale specializzato di “ Rivista
italiana difesa” : “ Avere la potenza di fuoco delle autoblindo Centauro
o dei carri armati Ariete (…) contribuirebbe notevolmente a
neutralizzare una minaccia altrimenti devastante”. I padroni della ditta
“ Trevi spa” hanno dato all’azienda una dimensione internazionale nei
settori dell’ingegneria del sottosuolo e nella ricerca e perforazione di
gas, acqua e petrolio. Negli ultimi 15 anni è particolarmente attiva
nella regione Medio Orientale. Gli interessi capitalistici della “ Trevi
spa” in Iraq partono già nel 2008, con la fornitura di 6 impianti per
le perforazioni petrolifere, ed oggi con l’appalto per la
ristrutturazione della diga di Mossul. Sul territorio dello Stato
italiano, è impegnata nella costruzione della linea ad alta velocità
Torino – Milano, e in altre opere di edilizia e di riassestamento di
diechi instabili di formazioni rocciose sui versanti alpini.
Concludendo, il 2016 sarà caratterizzato da un aumento dei campi
d’intervento dell’imperialismo italiano, con l’apertura di un nuovo
fronte di guerra in Libia e con l’aumento delle truppe d’occupazione in
territorio iracheno.
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