26 maggio 2013

LOVERE (BERGAMO): COMMEMORAZIONE FASCISTA PER I REPUBBLICHINI DI SALO' AMMAZZATI & ANTIFASCISTI

Riportiamo un pezzo di un articolo apparso sul giornale servile e statale "L'eco di Bergamo".
Sono stati volutamente tagliati alcuni pezzi per non lasciar spazio a politicanti e personaggi di cui son ben note le dinamiche politiche serviliste e non. 
Abbiamo lasciato alcuni pezzi di "interviste" a, purtroppo ancora, sopravvissuti della repubblica fascista di salò,
per dare una visione ancora più puntigliosa della situazione e per inforvorire e riscaldare gli animi e la rabbia esplosiva ed antifascista di tutt* noi.


Memorie divise a Lovere tanta tensione niente scontri:
insulti e un finestrino rotto alla commemorazione dei morti repubblichini.


Qualche spunto e il finestrino di un'auto rotto con una bastonata. Si è risolto così il pomeriggio "di tensione" a Lovere dove ieri hanno manifestato i reduci della repubblica sociaeld i salò con i loro sostenitori e , a cento metri di distanza, un gruppo di giovani antagonisti. lo spiegamento di forze dell'ordine messe in campo dalla wuestore (80 uomini tra carabinieri e polizia, camionette e jeep del reparto mobile: caschi e scudi della polizia in riva al lavor facevano davvero impressione) anno tenuto ben separati la commemorazione dei legionari emilio le pera e franesco de vecchi dal presidio antifascista: soltanto quando tutto era finito un paio di giovani di destra e un paio di sinistra hanno avuto un diverbio sfociato in sputi, parolacce e una bastonata che ha rotto un vetro dell'auto su cui viaggiavano gli antagonisti.

 Alle 15.30 padre giulio tam ha invocato il presente dei reduci di salò e dei neofascisti per ricordare i due legionare che il 7 giugno del 1945 vennero prelevati dall'ospedale di Lovere, doe erano ricoverati dal 26 aprile per le ferite riportate il giorno prima in uno scontro a fuoco con i partigiani a Pancamuno. i partigliano li portarono via dai letti dell'ospedale, li uccisero e li buttarono nel lago. I loro corpi non sono mai stati ritrovati. La cerimonia ricorda la loro fine si svolge ormai da una de ina d'anni sul lungolago "e mai prima d'ora c'erano stati problmeni - ha spiegato il loverese Sergio Geroldi - noi vogliamo soltanto ricordare una storia disumana e sollevare il velo di ipocrisia che l'0ha tenuta nascosta per troppo tempo". Ma sono le parole di Gian Maria Guasti e di Stelvio dal Piaz,  due combattenti della repubblica sociale di salò, a contfermare che le ferite di 68 anni fa non sono mai state rimarginate: "vogliono impedirci di pregare i nostri morti. se  questa è democrazia, noi rimaniamo fascisti."

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