3 maggio 2013

TRENTO: PROGETTO E-SECURITY E CONTROLLO SOCIALE


Un software davvero costoso (448 mila euro, mica crackato!) per svolgere una mansione apparentemente banale, e non solo per i fini cervelli della repressione: identificare le zone della città e le fasce orarie in cui si concentra il maggior numero di "attività criminali". Detta così sembra una lieson tra isituzioni per spartirsi risorse, utile promemoria sul legame tra potere-ricerca-repressione. Un aspetto che però non va sottovalutato è la tracotante pretesa di "preveggenza" di questo strumento: la mole di dati che la società dell'informazione e della sorveglianza continua ad accumulare, si interfaccia con algoritmi matematici per cercare di dare vita a ipotesi di precognizione informatica. Programmi di questo genere esistono già da tempo; quello maggiormente diffuso è PredPol (predpol.com), ma anche IBM include simili tecnologie nella sua offerta di soluzioni per distopiche e panottiche "smart cities". Per fortuna sono lontani dal predirre il luogo e il momento esatto di una qualsiasi pratica illegale, si tratta più che altro di ottimizzare le risorse repressive concentrandole nei quartieri, nelle aree e negli orari indicati dal software. Possiamo ipotizzare che il paradigma del controllo e della somministrazione della forza non muti radicalmente: tutelare le proprietà e i privilegi, reprimere i bacini di sofferenza e le pratiche giudicate illegali. Resta comunque importante osservare con attenzione le evoluzioni e gli strumenti con cui il potere, attraverso la sorveglianza tecnologica, cerca di interpretare e svelare aspetti della realtà, ridotti a input, per affinare la propria forza disciplinante e coercitiva.


fonte: corrierecomunicazioni.it


e-Security, a Trento la mappa digitale del crimine

IL PROGETTO
Co-finanziato con 448mila euro dalla Ue, il progetto punta alla realizzazione di un software georiferito che incrocia i dati per identificare le zone della città più a rischio. In campo Questura, Comune, Università e Fondazione Bruno Kessler
di E.L.

Arriva a Trento "eSecurity", il progetto pilota a livello nazionale finanziato con 448 mila euro dalla Ue che consentirà di disporre di innovativi strumenti digitali per la prevenzione del crimine. Contro il "disordine urbano" sarà sperimentata la "predictive policing", un insieme di algoritmi matematici gestiti da un apposito software - anche condiviso online- e voluto dal Questore, Giorgio Iacobone, dalla neo Rettrice dell'Università di Trento, Daria de Pretis, e dal sindaco, Alessandro Andreatta. Base del progetto è un nuovo software georiferito che incrocia e organizza vecchi e nuovi dati per elaborare le mappe del rischio in città. Le nuove applicazioni digitali agevoleranno la prevenzione dei reati e aiutaranno a gestire elementi di disordine e insicurezza in città.

Secondo Salvatore Ascione, vice questore aggiunto della Questura di Trento, spiegando i dettagli del progetto "eSecurity - Ict for knowledge-based and predictive urban security", "gli eventi criminali tendono a concentrarsi in luoghi specifici del tessuto urbano e in particolari archi temporali ed e' partendo da questo assunto, proprio della criminologia ambientale, che eSecurity intende utilizzare i dati sui crimini di cui vengono a conoscenza le forze dell'ordine, le informazioni sul disordine urbano e sul grado di insicurezza della comunità di riferimento, leggendoli attraverso modelli matematici". Secondo Ascione "sarà possibile individuare le aree della città e gli intervalli temporali di maggiore rischio per prevedere la futura concentrazione di eventi criminali, disordine e insicurezza. La possibilita' di prevenire questi fenomeni permetterà, perciò, di razionalizzare le risorse a disposizione delle forze dell'ordine e degli enti locali con interventi più mirati".

Il progetto è co-finanziato dalla Commissione europea, nell'ambito del programma Isec 2011 "Prevention of and Fight against Crime" della Direzione generale Affari Interni, e vede coinvolti anche il gruppo di ricerca eCrime e la Fondazione Bruno Kessler.

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