riceviamo e diffondiamo:
SABATO 15 FEBBRAIO dalle ore 13.30 PRESIDIO ANTI-CARCERARIO sotto il carcere SANT'AGOSTINO di SAVONA.
In allegato il manifesto dell'iniziativa!
"La legge è fatta
esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali
la brutale necessità non permette di rispettarla" B. Brecht
- Il 28 settembre 2013
Francesco, accusato della partecipazione alla rivolta del 15 ottobre 2011 a
Roma, viene tradotto dagli arresti domiciliari al carcere Sant'Agostino di
Savona con un infame stratagemma dei Carabinieri di Varazze e del giudice
romano Zaira Secchi, rivelatosi illegittimo di fronte ai loro stessi Codici.
In quei giorni un pugno di compagni/e, amici e solidali si
recarono più volte fuori dalle mura di quella prigione per portare la propria
solidarietà e vicinanza a Francesco e un caloroso saluto a tutti i detenuti.
Dopo 3 mesi di carcerazione (con il trasferimento prima a
San Remo e poi a Rebibbia) la vendetta dei servi dello Stato verso chi, come
lui, si rifiuta di abbassare la testa, ha una parziale attenuazione e Francesco
torna ai domiciliari tra i suoi affetti ed amici.
Ma migliaia di individui continuano ad essere rinchiusi ed
isolati nelle patrie galere. La situazione dei penitenziari italiani è oggi,
più che mai, sulla bocca di tutti.
La miseria sociale e la povertà economica dilagano e di
conseguenza le maglie della repressione diventano sempre più strette. Sempre
più persone possono molto facilmente finire in galera da un momento all'altro.
Le condizioni delle carceri sono ai limiti dell'indigenza e della tortura,
omicidi/suicidi e condotte autolesionistiche non si contano più ogni giorno che
passa.
Ci parlano dell'ennesima "emergenza" tanto per
giustificare lo stato di eccezione permanente in cui il Potere è licenziato a
prendere qualsiasi provvedimento ritenga opportuno per rafforzare la sua
autorità; ci parlano di soluzioni per affrontare il sovraffollamento e
magicamente dopo 5 anni dall'applicazione del reato di clandestinità ci si
accorge delle disumane condizioni in cui gli immigrati vengono rinchiusi nei
C.I.E.
Indulto, indultino, svuota-carceri, amnistia,
depenalizzazione del reato di immigrazione, legalizzazione della marijuana.
Tutti argomenti con i quali, di fronte all'innegabile e alle
rivolte (molti C.I.E. sono stati distrutti o parzialmente distrutti da rivolte
interne), vorrebbero servire contentini per placare animi focosi e coscienze
turbolente.
Ciò che non ci raccontano è che da sempre il carcere serve a
controllare la società, al fine di conservare il loro potere e privilegio, al
fine di lasciare padroni e governanti commettere indisturbati i propri crimini.
Chi è inutile, chi non serve
più a produrre merce o capitale, o peggio ancora chi non si rassegna a questa
vita indegna, va emarginato, talvolta eliminato.
Per tutti questi motivi e mille
altri, per un'incontrollabile passione per la libertà, abbiamo deciso di
tornare al carcere di Sant'Agostino per portare un nostro saluto a chi vi è
rinchiuso e rompere l'isolamento a cui ci vorrebbero costringere, dentro e
fuori da quelle mura.
SOLIDARIETA' A CHI RESISTE ALL'INFAME REGIME PENITENZIARIO!
CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETA' CHE LO NECESSITA!
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