17 febbraio 2014

GRECIA: COMUNICATO SULLE RECENTI PERQUISIZIONI AD ATENE E SALONICCO



Di seguito un comunicato fatto dall’Assemblea degli anarchici per l’unione delle lotte nella società-galera (“Sasta”), a Salonicco, riguardo alle recenti perquisizioni domiciliari nel contesto dell’”operazione tenaglia” antiterrorista condotta dalla polizia greca a danno di individualità anarchiche/antiautoritarie dal 21 Gennaio 2014.
Ultimamente, nelle città di Salonicco e Atene, gli agenti dell’antiterrorismo e della sicurezza statale hanno perquisito le case di combattenti e dimore dei loro amici, in base al pretesto di aver ricevuto “anonime denunce” riguardo ad armi ed esplosivi, mentre poi dichiarano -alla televisione- che questa operazione è legata alla fuga di Christodoulos Xiros (membro dell’organizzazione rivoluzionaria “17 Novembre” recentemente evaso grazie a un permesso). Queste perquisizioni tendono ad essere solo un altro fenomeno ordinario; solo nell’ultimo mese, 60 perquisizioni domiciliari, con la polizia greca che fa spettacolo… Agenti incappucciati occupano i nostri spazi personali, disturbano i nostri quartieri, e arrestano i nostri compagni, realizzando una “super operazione” antiterrorista come già altre volte in passato…
Questa operazione non può essere vista solo come un’azione rivolta al movimento anarchico. Siamo stati testimoni di mosse simili un anno fa, anche su larga scala, con le perquisizioni agli abitanti della penisola di Halkidiki (nord della Grecia), che resistevano contro la miniera d’oro. Inoltre, l’obiettivo dello stato era colpire il contesto sociale e interrompere la lotta.
Questa specifica pratica può essere vista solo come dimostrazione di forza del potere che mira a intimidire e terrorizzare chi resiste; chi è contro il potere, chi non accetta di far parte del regime schiavista che le autorità vogliono imporci. Una pratica affine al resto dei piani repressivi dello stato: creare prigioni di massima sicurezza per i rivoluzionari, vietare i permessi carcerari e rafforzare le conseguenze legali per i combattenti, conducendo guerre chimiche durante i cortei, effettuando pogrom contro migranti, sgomberando squat ecc.
Questa “spettacolare” operazione repressiva è un attacco -stavolta contro gli anarchici- che mira ad essere un esempio contro chi resiste allo stato e ai suoi meccanismi, ma anche un avvertimento per chiunque voglia opporsi alle sue regole.
In un tempo dove la nostra vita quotidiana è strangolata dai doveri di lavoro, scuola e università, addossati negli autobus, in corda presso i supermercati, e sottomessi ai “desideri” dei dominatori, non possiamo chiudere gli occhi.
In un tempo dove la nostra vita quotidiana è consumare paura dai telegiornali delle 20, nutrendosi di pubblicità e psicofarmaci, socializzando sui social media online, e confinati in gabbie di cemento, considerarsi liberi è allarmante. E ugualmente preoccupa adattarsi alle catene che indossiamo e restare passivi, inguiando le percezioni della purezza sociale che ci forniscono senza neanche masticarle.
Nel nostro tempo, dove il volto della democrazia è più chiaro che mai, anche al necessità della lotta contro la democrazia diventa chiara. La necessità di agire e organizzarci, stando lontani da mediazioni e gerarchie, al fine di creare strutture di resistenza, comunità di autorganizzazione e solidarietà in ogni quartiere, posto di lavoro, scuola e università, in ogni carcere. Non possiamo lasciare che poliziotti, fascisti, giornaliste, spie e ogni sorta di lacché faccia il proprio lavoro senza problemi.
Dobbiamo ritornare, in ogni modo possibile, la violenza che loro impongono ogni giorno alle nostre vite.
Non dobbiamo permettere che chi ci mangia sia completamente sazio.
SOLIDARIETÀ – AUTORGANIZZAZIONE – ANARCHIA

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