20 giugno 2013

FORLI': COMUNICATO CONTRO LA REPRESSIONE - alla luce degl'ultimi avvenimenti repressivi


Riceviamo e diffondiamo:
Di seguito vi mandiamo un comunicato sui recenti procedimenti
repressivi che hanno coinvolto compagni e compagne di Forlì di diverso
orientamento politico ma accomunati dalla comune sensibilità
anti-capitalista e anti-fascista.(anarchici, militanti di Rifondazione
Comunista, del PCL e del Comitato Difesa Sociale di Cesena).
Facciamo notare agli amici NO-TAV che denunce, fogli di via ed avvisi
orali sono stati redatti e sottoscritti da quel tal Salvatore Sanna,
già distintosi come vicequestore di Torino ai tempi dello sgombero del
presidio della Libea repubblica della Maddalena, ed ora Questore di
Forlì.
Stranamente però i fogli di via - di cui si è a conoscenza per ora di
4, di cui 3 già notificati - hanno colpito solamente i/le compagni/e
anarchici/che, forse perchè considerati i soggetti più attaccabili
poichè creduti i più isolati e senza solidarietà da parte degli altri
gruppi. Facciamogli capire che si sbagliano.
Invitiamo tutti a mandare comunicati, mail e fax di protesta
indirizzate al prefetto di Forlì (i contatti sono alla fine del
comunicato) o ai giornali locali di Forlì, per richiedere a gran voce
la revoca di questi procedimenti fascisti e discriminatori, di natura
prettamente politica, e l'accoglimento dei ricorsi dei/delle
compagni/e.

Si prega di far girare la notizia.

LA SOLIDARIETÀ È UN ARMA - SEMPRE NO-TAV - SEMPRE CONTRO TUTTI I
VECCHI E NUOVI FASCISMI!
..............................
.....................

COMUNICATO:

VIA I FOGLI DI VIA, VIA IL FASCISMO DALLE NOSTRE VITE: VOGLIAMO IL
RITORNO DEI NOSTRI COMPAGNI!

4 fogli di via, 3 avvisi orali, una perquisizione e 47 avvisi di
garanzia (più 4 a minorenni) per l'occupazione del Maceria e
manifestazioni antifasciste a Forlì.


Nelle ultime settimane ad alcuni/e nostri/e compagni/e è stato
notificato il tristemente famigerato “foglio di via” dalla città di
Forlì per la durata di 3 anni, sono partite indagini e recapitati
avvisi orali, oltre a una sgradevolissima visita di carabinieri a casa
di alcunX di noi...

Le motivazioni per giustificare i suddetti provvedimenti repressivi
sono riconducibili a due occupazioni avvenute rispettivamente in
novembre e febbraio, all’aver partecipato a pubblici presidi e
manifestazioni (alcune non preavvisate, altre autorizzate), aver
protestato per la mancanza di spazi sociali e abitativi, aver esposto
striscioni (tutte iniziative pericolosissime, come no!) e in
conclusione professare idee anarchiche e libertarie. Questa volontà di
processare le idee è evidente dal momento che nel contestate la
partecipazione a una manifestazione non preavvisata, in occasione
dello sgombero del Maceria Occupato (lo stabile comunale di via Maceri
a Forlì abbandonato dal Comune per sei anni e fatto rivivere per un
mese e mezzo da un gruppo di volenterosi), la questura abbia emesso
fogli di via che colpiscono esclusivamente degli anarchici quando a
quella manifestazione erano presenti molte persone di diversa
appartenenza politica. È vero anche però che questa misura repressiva
interessa un numero di persone sconvolgentemente alto (il numero di
fogli di via è infatti in drastico e rapido aumento, a Forlì nel solo
2012 ne sono stati messi ben 243 a fronte dei 34 del 2010) ma sempre
più questi provvedimenti oltre a colpire i vari soggetti
“indesiderabili” (poveri, senzatetto, migranti “irregolari”, venditori
ambulanti, questuanti…) vengono adoperati per allontanare da un
determinato contesto fisico chi si impegna in qualche forma di lotta
nel sociale che da fastidio. È evidente quindi che in questo caso le
finalità del foglio di via sono prettamente politiche. Così come
politica è la volontà di annichilire un movimento di protesta in città
facendo partire un indagine contro 51 persone, 4 delle quali
minorenni, per reati di occupazioni, danneggiamenti, imbrattamenti,
violenze, istigazioni a delinquere e altre amenità (includendo anche
persone che nemmeno erano presenti fisicamente nei giorni delle
iniziative prese di mira!) riguardanti l’occupazione del Maceria,
dell’ex bar Giardino (occupazione avvenuta a fine febbraio, come
azione diretta simbolica contro la delega elettorale) e il corteo
antifascista promosso contro la riqualificazione del ventennio
mussoliniano portata avanti dalle istituzioni forlivesi.

Come se non bastasse parallelamente a queste misure repressive
giustificate solo dalla volontà di spacciare per “pericoloso” chi
lotta per cambiare le cose, si assiste a una persecuzione ferrea di
chi professa e agisce per portare avanti l’antifascismo (mentre
dall’altra parte si tutela la presenza pubblica dei neofascisti come
Casa Pound, Forza Nuova o Azione Universitaria).
A seguito di una banchetto di Casa Pound Italia contestato in Piazza
Saffi partivano 8 denunce per violenza privata e violazione delle
libertà morali; per una bandiera di Azione Universitaria (gruppo
studentesco costola del vecchio partito Alleanza Nazionale) sottratta
ad un banchetto è stata effettuata una perquisizione domiciliare ai
danni di due compagni con tanto di sequestro dell’auto del padre di
uno di loro (l'auto è ancora sotto sequestro mentre scriviamo). Non si
è assistito però a indagini così solerti per trovare i due naziskin
che hanno pestato un ragazzo omosessuale nella periferia di Forlì nel
2011, non abbiamo nemmeno sentito grida sperticate di indignazione
quando a una ragazza, impegnata nell’elaborazione di una mostra sul
gruppo partigiano “Giustizia e Libertà” è stata devastata la macchina
da svastiche incise col coltello e con lo spray sotto casa sua e
nemmeno dopo il danneggiamento di una targa commemorativa alla memoria
dei partigiani forlivesi.
Ovviamente non è nostro intento chiedere alla sbirraglia di indagare
anche i fascisti o di "sbatterne in cella" qualcuno, delle galere
volgiamo vedere solo macerie (...e magari sotto le macerie divise e
fasci) ma rendere pubblica in città l'evidenza dell'utilità della
legge: tutelare l'oppressione e i suoi scagnozzi, colpire i ribelli e
ghigliottinare le lotte sociali.
Insomma appare tragicamente evidente che nella Forlì delle mostre sul
ventennio, nella Forlì che spende centinaia di migliaia di euro per
riqualificare i palazzi del regime mussoliniano e lascia i poveri a
dormire per strada, nella Forlì in cui urlare uno slogan contro le
camicie nere equivale ad “apologia di reato di omicidio e incendio” le
forze di polizia, carabinieri e magistratura sono saldamente alleati
nell’affossare la lotta antifascista.
Non sarà allora questione di malizia se ci pare che nel nostro
territorio (Forlì e Predappio in primis) vi sia una certa attenzione
per lusingare il turismo nero vestito e zittire chi invece questa
laida e pericolosa marmaglia la vuole vedere confinata nelle brutte
pagine di storia.
Oggi toccano agli anarchici denunce ed esilio, domani potrebbe
capitare a qualsiasi altra persone che lotta per un presente e un
domani migliori o anche solo a chi non è benvoluto in città: la crisi
economica-sociale ha infatti “generato” tanti nuovi poveri e tante
nuove leggi che rendono illegale ciò che prima era consuetudine.
Riteniamo che quando in una città si applicano sistematicamente
denunce e pressioni contro gli antifascisti, quando alle istanze di
una larga parte della città si risponde con celerini che blindano un
quartiere e sgomberano con la forza un luogo liberato, quando si
agisce con gli strumenti legali del Ventennio fascista (il nostro
codice penale, infatti, è lo stesso codice Rocco usato dalla dittatura
e misure amministrative come i fogli di via e gli avvisi orali
appartengono al "Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza" del
1931, arrivato fino ai nostri giorni sostanzialmente identico ad
allora se si eccettuano poche modifiche irrilevanti), quando si
manifestano atteggiamenti paurosamente xenofobi, omofobi e
discriminatori liquidati con superficialità il problema coinvolga la
città tutta.

Alla luce di questa situazione chiediamo perciò a tutti coloro che nei
mesi passati hanno condiviso, e che condividono tutt’ora, lo spirito
che ha animato le mobilitazioni a Forlì - dall’impegno per la
liberazione degli spazi sociali alla critica delle politiche
abitative, dai presidi e cortei antifascisti alla critica dello spreco
consumistico con momenti di distribuzione di cibo recuperato
altrimenti buttato, dall’attivismo per la libertà dallo sfruttamento
di tutti gli animali e per la difesa della Terra da ogni nocività fino
alla solidarietà ai reclusi nella casa circondariale attraverso un po’
di musica e calore umano per alleviare grigie giornate e spezzare
l’isolamento sociale – chiediamo, dicevamo, di unire la loro voce e le
loro azioni alla nostra protesta. Così come invitiamo tutte le
individualità, associazioni, i circoli e le forze politiche, sociali e
culturali che in passato hanno espresso la loro solidarietà allo
Spazio Maceria o anche chi soltanto reputi inaccettabile il vivere in
una città in cui il dissenso politico è considerato “pericoloso” a
mobilitarsi pubblicamente su quanto è accaduto e sta accadendo, ognuno
magari coi propri mezzi e modalità, per chiedere a gran voce il ritiro
immediato delle misure repressive, contro ogni fascismo, per città
libere dall'oppressione e dalle discriminazioni.

- Innamorati/innamorate della libertà -


...

Di seguito l'appello da inviare al prefetto per l'accoglimento dei
ricorsi dei/delle compagni/e colpiti/e dai fogli di via (e ai giornali
locali perchè ne diano informazione) che ogni singolo, associazione,
comitato, gruppo politico, sociale e culturale, se vuole, può
sottoscrivere mandandone notizia alla seguente mail:
almaceriatutte@canaglie.org

Per chi lo volesse si può anche riprendere il seguente testo,
firmarlo, e mandarlo autonomamente all'indirizzo della prefettura:

Prefetto di Forlì-Cesena
Dott.ssa Erminia Rosa CESARI
Piazza Ordelaffi, 2 - 47100 Forlì
Tel. 0543 719111
Fax 0543 719666
Email: prefettura.forlicesena@interno.it
Gabinetto del prefetto - michele.truppi@interno.it
Vicario del prefetto - darco.pellos@interno.it

Per chi è interessato, inoltre, sulla pagina della prefettura di Forlì
vi è anche una sezione "scrivi al Prefetto"
http://www.prefettura.it/forlicesena/index.php?f=Spages&s=scrivici.php&id_sito=1185&nodo=6254&nodo_padre=6252&tt=ok

....

TESTO DELL'APPELLO:

"Al signor Prefetto della Provincia di Forlì-Cesena,

Diverse persone, nell'ultimo mese, sono state colpite da alcuni
provvedimenti di rimpatrio nei propri comuni di residenza emessi dal
Questore, tramite "foglio di via" dal comune di Forlì della durata di
tre anni.
Queste persone sono state colpite non perchè sia dimostrata una
effettiva probabilità di "pericolosità sociale" ma esclusivamente
sulla base della partecipazione ad alcune iniziative pubbliche nella
città di Forlì, reclamanti maggiori spazi sociali e culturali per
giovani e non, ed in fattispecie iniziative critiche verso le odierne
politiche abitative dell'amministrazione comunale e manifestazioni
pubbliche per una maggiore giustizia sociale e molte a carattere
antifascista.
Ciò denota la natura chiaramente politica delle misure repressive di
cui sopra e la volontà di colpire assieme alle singole persone anche i
percorsi pubblici e le lotte sociali portate avanti in questi lunghi
mesi.
Il provvedimento di "foglio di via", come saprà, è d'altronde uno
spiacevole ricordo del ventennio fascista approvato con Regio Decreto
n. 773 il 18 giugno 1931. Questo articolo del T.U.L.P.S., il Testo
unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che non prevede nessun
intervento di un Giudice ma solamente un atto arbitrario del capo
della Polizia, è rimasto tale e quale a quello emanato dal regime di
Benito Mussolini, sena nessuna modifica intervenuta.
Che si colpiscano gli odierni antifascisti con i vecchi codici
fascisti, per allontanarli dal loro contesto di lotta e dai rapporti
sociali instauratisi col tempo, è ancora più inaccettabile. Quale
giustificazione può avere la Democrazia per ricorrere a misure
escogitate per essere funzionali durante una dittatura spietata come
quella fascista? E ancora, può una misura repressiva come quella dei
"fogli di via", pensata per schiacciare la dissidenza politica di
allora, essere adoperata anche oggi con le stesse motivazione e per le
stesse finalità?
Inoltre vi è pure da ricordare che il "foglio di via" non è una
semplice misura limitante la mobilità di chi ne è colpito, va ad
inficiare infatti anche altri aspetti basilari ed inalienabili della
vita quotidiana che interessano, per esempio, anche il campo affettivo
(legami di amicizia e di amore), oltre come detto quello politico,
denotandosi quindi come un vero e proprio attentato contro la libertà
individuale della persona.
Per questo chiediamo che vengano al più presto tolti e annullati tutti
i "fogli di via" che hanno colpito queste persone - colpite
politicamente, lo sottolineiamo nuovamente - e dunque che i ricorsi
gerarchici di queste ultime rivolti alla Sua persona vengano accolti
senza indugio, per ristabilire quella libertà di dissenso politico che
queste misure mettono a repentaglio".

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